A Palermo la Guardia di Finanza, coordinata dalla procura del capoluogo siciliano, ha eseguito nella notte tra giovedì e venerdì misure cautelari personali (tra arresti domiciliari, interdittive, obbligo di dimora o di presentazione alla polizia giudiziaria) emesse dal gip di Palermo nei confronti di 10 soggetti, indagati a vario titolo per i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. L’inchiesta, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, riguarda presunti casi di malaffare connessi all’indizione e alla gestione di gare d’appalto del valore complessivo di oltre 130 milioni di euro varate da alcune tra le principali strutture sanitarie in ambito regionale.Coinvolti manager pubblici, professionisti e faccendieriIl complesso degli elementi raccolti dalla Guardia di finanza di Palermo, in particolare, ha evidenziato il coinvolgimento, nelle trame illecite ricostruite, di manager pubblici, imprenditori, professionisti e faccendieri; d’intesa, avrebbero agito in modo da orientare le procedure di gara in favore di determinate aziende. Molteplici le iniziative e gli espedienti messi in atto per conseguire tale risultato. Tra questi, l’anticipazione ai referenti delle imprese da avvantaggiare di documentazione secretata relativa a gare ancora da bandire, la “costruzione” di capitolati ad hoc sulla base delle indicazioni ricevute dagli stessi interlocutori, fino ad arrivare all’annullamento dei bandi laddove non graditi alle medesime imprese. In cambio, ai pubblici ufficiali sarebbero state date e promesse tangenti di rilevante importo collegate al valore delle commesse e, talvolta, mascherate da accordi di consulenza, nonché sarebbero state prospettate altre utilità, anche sotto forma di assunzioni di prossimi familiari.Corruzione Palermo: tra gli indagati Sciacchitano, consulente Regione SiciliaTra i destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip di Palermo c’è anche Antonio Domenico Sciacchitano, il superconsulente per le performance della Regione Siciliana. Per la procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, il manager avrebbe guidato un comitato d’affari che pilotava gli appalti della sanità siciliana per più di cento milioni di euro a imprenditori amici, in cambio di mazzette. Con il noto commercialista palermitano è finito ai domiciliari il faccendiere Catello Cacace. Le fiamme gialle hanno filmato diversi passaggi di denaro e due settimane fa hanno fatto scattare una serie di perquisizioni. In una di queste Sciacchitano è stato trovato con quasi 50mila euro nel suo studio. Per l’imprenditore Giovanni Cino è scattato l’obbligo di dimora e l’interdizione dalla sua attività per un anno. Il provveditore dell’azienda sanitaria palermitana Villa Sofia Aldo Albano è stato sospeso per sei mesi dall’esercizio di pubblici uffici. Pietro Genovese, direttore amministrativo dell’Asp di Caltanissetta, è stato sospeso per un anno e dovrà presentarsi in caserma. Stessa misura anche per gli imprenditori Giuseppe Rifici, di Catania, e Rosario Sortino, di Ragusa. Hanno invece solo l’interdizione dall’esercizio delle loro attività per un anno gli imprenditori Luciano Romeo, di Catania, e Umberto Maggio, di Salerno. Stesso provvedimento ma per nove mesi, infine, per Milko De Seta, napoletano.Rando (Pd): “Gravissimo scandalo, rafforzare lotta alla corruzione”“In queste ore emergono fatti di una gravità estrema che riguardano la gestione degli appalti nel settore sanitario in Sicilia. L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Palermo, che ha portato a misure cautelari nei confronti di dieci persone, rivela un sistema consolidato di corruzione, favoritismi e manipolazione delle gare per un valore complessivo di oltre 130 milioni di euro. Un vero e proprio danno alla collettività, ai cittadini, e soprattutto alla sanità pubblica che dovrebbe essere luogo di cura e giustizia, non terreno di scambio e malaffare”, ha dichiarato la senatrice Enza Rando, membro della Commissione parlamentare antimafia e responsabile legalità del Partito Democratico, in merito all’indagine sulla corruzione nella sanità a Palermo. “È inaccettabile che risorse pubbliche destinate alla salute vengano piegate a interessi privati attraverso meccanismi illeciti che coinvolgono professionisti, funzionari e imprese compiacenti. Questo sistema deve essere smantellato con determinazione. È necessario rafforzare i controlli, garantire la trasparenza delle procedure e rafforzare la lotta alla corruzione senza indebolire gli strumenti legislativi”, ha aggiunto. “La politica ha il dovere di reagire, senza ambiguità. Non basta indignarsi: occorre costruire una risposta istituzionale forte, che dia fiducia ai cittadini e agli operatori onesti. Alla magistratura e alle forze dell’ordine – ha concluso Rando – va il mio ringraziamento per il lavoro puntuale e coraggioso che stanno portando avanti”.