Fratelli d’Italia vuole escludere il fine vita dal Servizio sanitario: “Il denaro pubblico non paga il diritto a morire”

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Mentre la Consulta dovrà fra qualche settimana decidere su un nuovo caso di suicidio assistito, oggi sul delicatissimo tema su cui da anni il Parlamento è bloccato in una sorta di limbo arriva la stravagante dichiarazione di un esponente di Fratelli d’Italia, in considerazione del fatto che tutte le decisioni in materia di fine da parte dei giudici sono nell’alveo di prestazioni del Servizio sanitario nazionale, come già accaduto per i pochissimi casi di suicidio assistito. Il presidente della Commissione affari sociali Francesco Zaffini, spiegando l’intesa raggiunta nella maggioranza sul fine vita ha infatti dichiarato: “Sul coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale abbiamo chiarito ai relatori che non si parla del luogo. Cioè la persona può stare in ospedale, in una Rsa pubblica o privata o a casa. Ma l’importante è che non ci sia il coinvolgimento del Ssn”.“Il denaro pubblico non paga una prestazione” che si materializza “in un diritto a morire, perché la Consulta non stabilisce il diritto di morire. Stabilisce il diritto a non essere punito” per “colui che aiuta e che assiste il suicidio” il ragionamento. “Abbiamo dato mandato ai relatori a portare un testo la settimana prossima”, aggiunge Zaffini, chiarendo che, nella seduta di oggi del Comitato ristretto delle due Commissioni, Affari Sociali e Giustizia, che si sta occupando del fine vita “si sono fatti importanti passi avanti sui tre nodi da sciogliere: le cure palliative, il ruolo del Servizio sanitario nazionale e del Comitato etico-scientifico nazionale”. Zaffini conferma che “il testo” di maggioranza sul fine vita ci sarà e che i principi espressi dovranno “essere tradotti in un testo” dai relatori Pierantonio Zanettin (FI) e Ignazio Zullo (FdI) entro la prossima settimana.“Sul fine vita la maggioranza, sentito il Vaticano, trova un accordo che rappresenta una umiliazione per le persone che soffrono, le loro famiglie e tutti coloro i quali chiedono una legge chiara, che segua le indicazioni della Consulta. Un testo – dichiara il segretario di +Europa Riccardo Magi – che fa felici i pro-vita e i bigotti di ogni ordine e grado. Un testo che non solo vuole spazzare via l’importante passo avanti compiuto con la legge regionale toscana (dove nei giorni scorsi c’è stato il prima caso, ), ma che che mette in luce tutta l’ipocrisia di questa destra: da un lato viene escluso il Servizio Sanitario nazionale, dall’altra viene richiesta l’approvazione di un comitato etico nazionale. In pratica, un comitato etico di nomina governativa decide sul corpo delle persone malate, che poi però, per mettere fine alle proprie sofferenze, devono arrangiarsi e rivolgersi a una struttura privata. In pratica, chi ha i soldi può accedere al fine vita, chi non li ha deve continuare a soffrire. Siamo al classismo della morte. Il governo Meloni non riesce a essere democratico nemmeno davanti a questi temi. Se questo è il testo partorito dal maggioranza, allora meglio nessun testo e nessuna legge”.L'articolo Fratelli d’Italia vuole escludere il fine vita dal Servizio sanitario: “Il denaro pubblico non paga il diritto a morire” proviene da Il Fatto Quotidiano.