Il ministero dell’Economia invoca la tutela della “sicurezza pubblica” per difendere la scelta di intervenire a gamba tesa con il golden power sull’operazione Unicredit-Banco Bpm. Con tanto di prescrizione di non ridurre per 5 anni il peso degli investimenti in titoli italiani della società di gestione del risparmio Anima acquisita in primavera da Bpm, obbligo che potrebbe sfociare in un danno per gli investitori in barba alla tutela del risparmio L’alibi è contenuto nella lettera che il Mef ha inviato in risposta ai chiarimenti chiesti dalla Ue anche in relazione al fatto che l’operazione riguarda due soggetti italiani. Le indicazioni con cui il governo ha accompagnato il via libera all’operazione sono “legittime” e “fattibili”, scrive il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti, sottolineando che la ‘sicurezza nazionale’ è un profilo di esclusiva competenza dei Paesi membri. Insomma, Bruxelles non può metterci bocca.La scelta di adottare il golden power viene spiegata, spiega l’Ansa, facendo riferimento all’articolo 21 del regolamento concentrazioni, che veniva citato anche nelle richieste dell’Ue. In base a quella norma l’Ue si esprime sulle tematiche antitrust, i singoli Paesi beneficiano di una competenza esclusiva sulla sicurezza nazionale. E l’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Bpm sfocerebbe nell’unione di una massa di risparmio e di depositi gestiti da centinaia di miliardi: abbastanza per tirare in ballo la “sicurezza economica” dei risparmiatori italiani che vanno tutelati. La riforma del golden power introdotta dal governo Draghi ha del resto inserito anche il risparmio tra le categorie economiche da tutelare con i poteri speciali, come le reti energetiche, le telecomunicazioni o i collegamenti ferroviari.Un accenno nella lettera viene anche fatto al capitale di Unicredit, che per oltre il 60% è detenuto da azionisti extra-europei. Il governo italiano – viene poi assicurato – nell’esame dell’Ops ha prestato estrema attenzione a non interferire in alcun modo con le competenze di Bce, Bankitalia, Agcom, Dg competition dell’Ue e Consob. Anche se Marco Osnato, responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Finanze della Camera, non si è fatto mancare un’esplicita invasione nel campo dell’Authority che vigila sui mercati finanziari e ne ha bocciato la decisione di accogliere la richiesta della banca di Andrea Orcel di sospendere per 30 giorni l’offerta sull’istituto milanese caro alla Lega.Nella lettera di via XX Settembre viene poi trattato il tema degli asset russi della banca italiana che, secondo le prescrizioni del Golden Power, dovrebbero essere dismessi, anche se – in una lettera di chiarimenti inviata alla stessa Unicredit – il ministero dell’Economia ha previsto una deroga per i pagamenti delle aziende italiane in loco che si troverebbero in difficoltà. Nella lettera viene messa in risalto l’evoluzione normativa nei confronti della Russia tenuto conto dell’aggressione nei confronti dell’Ucraina. L’Italia è stata parte attiva all’interno del confronto dei vari G7 e G20 per inserire clausole sull’uscita di asset dal Paese e sul divieto per chi rimane di partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina. Non esistono ragioni – viene spiegato – per non rispettare questa prescrizione che hanno ricadute anche a livello internazionale oltre che di coerenza nazionale.Intanto Orcel ha fatto sapere che senza la “definizione” delle richieste legate al golden power “non procederemo. Alla fine c’è un certo periodo di tempo dopo il quale dovremo chiudere la vicenda. E se non sarà chiarito” il golden power “chiuderemo la questione. Quando ho detto 20% di probabilità era un modo per dire che la probabilità era significativamente sotto al 50% a questo punto: perché non vedo movimenti in quella direzione”.L'articolo Il governo difende il golden power su Unicredit-Bpm invocando la sicurezza del risparmio. Orcel: “Senza chiarezza non procediamo” proviene da Il Fatto Quotidiano.