“Molti usano questa parola ‘filorusso’ come un insulto. Se di me dicono che sono filorusso hanno ragione, mi piace la lingua russa, l’arte russa, la pittura russa”. Così a LaPresse Paolo Nori, il cui ultimo libro è presente nella cinquina del Premio Strega 2025. Nori ha scritto diversi libri su autori russi ed è stato anche al centro di polemiche all’inizio del conflitto in Ucraina.“Immaginare che questo voglia dire nutrire una simpatia per il governo russo sarebbe come immaginare che le migliaia di studenti stranieri che vengono e sono venuti in Italia in questi ultimi anni siano venuti perché avevano una particolare passione per Enrico Letta o Paolo Gentiloni. Se fermando uno di questi studenti e chiedendogli perché ti piace l’Italia? Lui rispondesse ‘perché mi piace tantissimo Enrico Letta’, allora smetterei di dire che sono filorusso” spiega ancora Nori.L’autore si trovava nella cornice dell’Hotel Majestic di Verbania, dove gli scrittori finalisti del Premio Strega hanno incontrato la stampa prima dell’evento di presentazione dei cinque libri che si è tenuto al Centro eventi Il Maggiore di Verbania il 10 giugno. L’evento è organizzato dalla Biblioteca di Verbania.