Pressoché sconosciuto in Italia, lo studioso bavarese Kurt Schilling, vissuto tra il 1899 e il 1977, ebbe notevole successo in Germania, percorrendo una brillante carriera accademica e scrivendo numerose opere che vennero ampiamente apprezzate. Il suo prestigio fu tale che nel 1948 venne richiamato all’insegnamento universitario, nonostante avesse goduto della stima delle autorità nazionalsocialiste. Tra i suoi scritti spicca la Storia delle idee politiche e sociali, di recente mandata in libreria da Oaks editrice, tradotta da Luigi Quattrocchi e con una Prefazione di Nuccio D’Anna. Schilling stesso fa sapere al lettore che alla base dell’intelaiatura della sua opera è posta la distinzione tra comunità e società, che risale a una celebre teoria del filosofo e sociologo tedesco Ferdinand Tönnies (1855-1936). Comunità è un qualunque corpo sociale caratterizzato dal fatto che i vincoli fra i suoi membri sono così originari e così saldi “che tutti quei contrasti che la vita porta con sé si svolgono sulla base di questo vincolo originario, ma questo vincolo originario stesso non viene mai posto in discussione”. Altra cosa è la società: essa si presenta come un corpo sociale i cui membri sono autonomi uno di fronte all’altro, ma successivamente stringono dei rapporti al fine di raggiungere scopi e vantaggi, che, una volta ottenuti, fanno sì che possa venir meno la ragione di rimanere uniti. Schilling spiega questa sua concezione facendo un esempio: il matrimonio è una comunità, un gruppo di persone che si organizza per sfruttare una miniera di ferro è una società. “Allora – afferma Schilling –, ogni comunità sarebbe un contratto esistenziale durevole con scopi illimitati, ogni società un contratto con uno scopo, per principio limitato nel tempo”. Chiarita questa distinzione fondamentale, l’autore concentra l’attenzione sulla dimensione propriamente storica e costruisce un percorso che inizia con la preistoria e i regni orientali e prende poi in esame la grecità, il cristianesimo e l’epoca medievale, il mondo moderno e, infine, l’era industriale. Molto interessanti sono le pagine dedicate da Schilling alla religione cristiana, alla quale egli riconosce un merito straordinario, quello di aver messo fine alle “illusioni” dell’uomo greco, sostenendo che nell’animo umano alberga sempre un certo grado di negatività che potrà essere superata e vinta soltanto dalla potenza della grazia di Dio. Non è difficile comprendere la grande valenza politica di questa dottrina. Storia delle idee politiche e sociali Kurt Schilling Oaks, 396 pp., 25 euro