Sicilia, via libera al rigassificatore di Porto Empedocle: il Tar ha bocciato il ricorso delle associazioni ambientaliste

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Porto Empedocle, comune siciliano del Libero Consorzio di Agrigento, avrà il rigassificatore del quale si discute da 21 anni. Dal momento che la sua realizzazione solleva questioni riguardanti non solo la tutela del patrimonio culturale e ambientale, ma anche la pianificazione energetica dell’Ue. “In conclusione, il ricorso va rigettato in quanto infondato”, hanno scritto i magistrati del Tar per il Lazio nella sentenza del 27 maggio. Sconfitte le associazioni di categoria e quelle ambientaliste, che avevano proposto il ricorso per l’annullamento del decreto del settembre 2023 con il quale l’Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità concede una proroga di ulteriori 70 mesi per la conclusione dei lavori, prevista ad aprile 2028. La seconda proroga, dopo quella di 54 mesi del dicembre 2016.Una discussione lunga 21 anni (e la sospensione per mafia) – La presentazione del progetto alla Regione Siciliana da parte di Enel, attraverso la controllata Nuove Energie, avviene ad agosto 2004. La Valutazione di impatto ambientale, con prescrizioni, arriva a settembre 2008. L’autorizzazione ad ottobre 2009. Con l’indicazione dell’avvio dei lavori “entro sei mesi dalla consegna delle aree demaniali” e l’ultimazione “entro i successivi sessanta mesi” (ovvero 5 anni). Dopo il pronunciamento sfavorevole del Tar del Lazio a dicembre 2010, la sentenza del Consiglio di Stato a luglio 2011 conferma l’autorizzazione alla realizzazione “nell’area di sviluppo industriale e nel porto di Porto Empedocle” di “un terminale di ricezione e rigassificazione di Gas Naturale Liquefatto con capacità di nominale di 8 miliardi di metri cubi all’anno, con unico in Europa due serbatoi interrati di 160 m3. In aggiunta “le relative opere marittime portuali ed il gasdotto di collegamento alla Rete Nazionale di Gasdotti”. Il cantiere viene avviato, ma a settembre 2013 sequestrato dalla Dda di Palermo per presunte infiltrazioni mafiose. Accuse venute a cadere nel 2016. A questo punto si susseguono le due proroghe. Arrivando all’attualità.Governo e sindacati per il Sì all’opera – Il Rigassificatore “divide” dall’inizio dell’iter autorizzativo. Decisamente favorevoli governo nazionale e quello regionale, insieme ai sindacati, convinti che l’opera serva e sia utile anche dal punto di vista occupazionale. “Approviamo una norma per considerare di pubblica utilità, indifferibili e urgenti, le opere per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore, nonché le infrastrutture connesse: una norma importante per impianti come Porto Empedocle”, dichiarò il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin a novembre 2023, a proposito del Decreto Energia . “Lo sviluppo del terminale on shore di Porto Empedocle darà un importante contributo per diversificare gli approvvigionamenti energetici e costituire un’opportunità di sviluppo per il Mezzogiorno”, spiega a settembre 2023 il Presidente della Regione, Schifani.Il No di ambientalisti, imprese e del Soprintendente ai Beni culturali – Sul tema la pensa diversamente Legambiente Sicilia. Che attraverso il presidente Tommaso Castronovo ancora a maggio ha sostenuto che “Continuiamo ad opporci poiché condannerebbero la nostra regione e il Paese alla dipendenza dal gas fossile proveniente da altri stati, allontanandoci dagli obiettivi di decarbonizzazione e neutralità climatica”. In massa contrari gli abitanti di Agrigento, che nell’aprile 2009 hanno bocciato il rigassificatore con un referendum consultivo.Strenuamente contrarie in considerazione dei vincoli di tutela paesaggistica, idrogeologica e archeologica, le associazioni ambientaliste, tra le quali il Movimento per la sostenibilità per la difesa del territorio, Mareamico Agrigento e Wwf Sicilia Area mediterranea, oltre a quelle di categoria Confesercenti Agrigento, Confimpresa Euromed e il Consorzio Nazionale per la Tutela e lo Sviluppo della Piccola Media Impresa. “Intorno questa vicenda sono nate tante fake news: una riguarda ‘fantomatici posti di lavoro’, l’altra millanta: ‘anacronistiche prospettive industriali'”, ha scritto Mareamico in una nota ad aprile 2022. Aggiungendo che l’impianto restituirà “600 mila metri cubi al giorno di acque trattate con cloro che rilascerebbero in mare sostanze tossiche e mutagene”.Medesima posizione da parte della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Agrigento. A maggio 2022 il Soprintendente Michele Benfari scrive che “la presenza dell’impianto al margine della ‘buffer zone’ della Valle dei Templi, inserita dal 1996 dall’Unesco tra i beni patrimonio dell’umanità e dal 2000 Parco archeologico e paesaggistico, rappresenterebbe un ostacolo e un danno concreto alla valorizzazione delle emergenze archeologiche, storico artistiche, naturalistiche, paesaggistiche, che si sviluppano in continuità territoriale con l’area archeologica di Agrigento, già a partire dalla falesie di argille azzurre, nella contrada del Caos, tutelata con la casa natale di Luigi Pirandello”. Senza contare che il rigassificatore verrebbe a trovarsi “in diretto contatto visivo con la cinquecentesca Torre costiera di Carlo V e il molo del porto costruito nel 700 con blocchi di tufo del tempio di Zeus”.Evidentemente tutte questioni di poco conto. “Quisquilie” e “pinzillacchere”, avrebbe detto Totò.L'articolo Sicilia, via libera al rigassificatore di Porto Empedocle: il Tar ha bocciato il ricorso delle associazioni ambientaliste proviene da Il Fatto Quotidiano.