Inter, Cristian Chivu si presenta: “Interismo e coraggio, portiamo in alto il club”

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Cristian Chivu è stato presentato ufficialmente alla stampa come nuovo allenatore dell’Inter. La squadra si trova a Los Angeles, mentre si avvicina sempre di più l’inizio del Mondiale per Club che vedrà i nerazzurri esordire al Rose Bowl di Pasadena contro i messicani del Monterrey, martedì 17 giugno alle 18:00 (ora locale, le 03:00 di mercoledì 18 in Italia). Le prime parole di Cristian Chivu“Ero già stato allenatore dell’Inter nel settore giovanile. Il nome di questa società ti fa sempre provare qualcosa di speciale, anche se si tratta di Settore Giovanile. Il senso di responsabilità è grande, lo stesso di quando sono arrivato all’Inter da giocatore, ma anche di quando ho iniziato ad allenare l’Under 14. Sono 13 anni che sono qui, con una piccola pausa, ma sono sempre qui”, ha spiegato l’ex tecnico del Parma, che sulle motivazioni che lo hanno spinto ad accettare la chiamata della sua ex squadra mette proprio i suoi trascorsi in nerazzurro: “Siamo tornati alle radici, a cosa è l’interismo. Anche il presidente Marotta lavora qui da tanto, sa di cosa si tratta. Questa parola l’ho sempre avuta nella mente: significa orgoglio, lealtà. Il coraggio è anche il mio, nell’essere l’allenatore della Prima Squadra. Siamo una delle squadre più forti d’Europa, bisogna portare avanti quello che di buono è stato fatto. Nel calcio si vince e si perde, ma quando le cose sono fatte per bene nel lavoro in campo e nella società, la strada da percorrere è sempre più bella”. Chivu: “Interismo e coraggio: portiamo in alto il nostro Club”#ForzaInter— Inter ⭐⭐ (@Inter) June 14, 2025 “Il progetto è sia nuovo che vecchio. Dobbiamo portare avanti quanto fatto, l’Inter ha bisogno questo tipo di ambizione e di atteggiamento. L’asticella negli ultimi anni è stata alzata, dobbiamo continuare sulla stessa linea. Avere autostima e fiducia, lavorare per bene con la società e la squadra”, aggiunge Chivu, che sulla preparazione della competizione avverte: “Dobbiamo onorare questa competizione, ci sono 32 squadre da tutto il mondo, è un momento unico per il calcio mondiale. Tutte le squadre presenti vorranno fare il massimo. Siamo nella coda della stagione, ma siamo qui per fare del nostro meglio. Conosco tutto dell’Inter, ho anche passato molto tempo con Inzaghi quando allenavo l’Under 19. Conosco molti ragazzi. Per me non è un problema se mi chiamano Cristian o Mister”. In merito al primo avversario da affrontare, il Monterrey, il tecnico romeno chiarisce: “Abbiamo studiato al video, sappiamo che hanno cambiato allenatore, probabilmente avranno fatto dei cambiamenti. Giocano in maniera propositiva, in verticale, hanno anche delle buone individualità”.La telefonata con Simone InzaghiLa chiamata all’Inter “è stata una sorpresa: nel mio progetto – rivela Chivu – c’era quello di restare a Parma. Poi è arrivata la chiamata dell’Inter per avere un incontro. Ho chiesto il permesso a Federico Cherubini, come gesto di ringraziamento alla società gialloblù. L’Inter sapete cosa rappresenta per me, è un motivo di orgoglio e di onore. Io ho un ottimo rapporto con Simone Inzaghi e lo abbiamo mantenuto. L’avevo chiamato prima della chiamata per l’Inter, per fargli l’in bocca al lupo per la sua nuova avventura in Arabia”.”Questa competizione è anomala, ma bella. Non dimentichiamo il percorso della squadra: il valore della squadra non può essere giudicata dal fatto che non ha alzato trofei. Ha fatto un percorso straordinario. Il dovere di una squadra e dell’allenatore è dare sempre il massimo, per me non è una stagione fallimentare. L’Inter ha eliminato Bayern e Barcellona, era considerata una delle squadre più brave d’Europa poche settimane fa. Il fallimento non esiste: bisogna sempre provarci fino in fondo, il fallimento è quando accampi scuse o cerchi alibi. Stando coi giocatori non ho visto gente che punta il dito e cerca colpevoli. Gli obiettivi? Stiamo giocando ancora una competizione, la stagione non è finita. Dobbiamo portare in alto il nome dell’Inter in giro per il mondo. Siamo qui per raggiungere qualcosa di importante”, sottolinea l’allenatore nerazzurro.“Il mio pensiero è quello di far tornare fiducia e autostima in questi ragazzi meravigliosi: bisogna trovare energie in fretta per questa competizione, poi penseremo alla prossima stagione. Tutti questi anni in questa società: ho imparato rispetto, conoscenza, carattere, interismo. Questa maglia, questa squadra, mi hanno fatto innamorare, ho l’Inter nel cuore. Poi voi direte se sono bravo o meno, ma darò tutto quello che ho”, aggiunge, tornando anche sul morale da ricostruire dopo il ko per 5-0 nella finale di Champions a Monaco di Baviera. “Perdere una finale di Champions fa male. L’unico pensiero che ho avuto prima della finale del 2010 era: “E se la perdo?”. Ma ho detto ai ragazzi che il percorso che hanno fatto è importante. Troveremo le energie e le motivazioni per riprovarci. Abbiamo l’obbligo e il dovere di ambire a cose importanti. La storia dice questo. Bisogna avere rispetto per il nostro stemma e per la competizione che stiamo giocando e per tutti quelli che hanno alzato l’asticella in questi anni”.