AGI – Sette giorni dopo il voto sui quesiti promossi dalla Cgil, è ancora scontro tra maggioranza e opposizioni. La 'battaglia' si riflette anche nelle proposte di legge di segno opposto depositate – o in fase di preparazione – alla Camera e al Senato. Se Forza Italia e Noi Moderati puntano ad innalzare il numero di firme necessarie ad indire i referendum abrogativi, le forze di minoranza – Pd, M5s e Più Europa – mirano, seppur con sfumature differenti, a modificare il quorum. Le posizioni della maggioranza "Abbassando il quorum avremmo l'effetto paradossale che una legge approvata secondo Costituzione potrebbe venire modificata o abrogata da una minoranza del Paese. Una minoranza che detta le leggi a una maggioranza eletta", è invece la posizione di Roberto Calderoli. Il ministro della Lega, in una recente intervista, si è espresso ("a titolo personale", la premessa) anche sulla raccolta digitale delle firme: "Abroghiamola. La scarsa affluenza per gli ultimi referendum non è la malattia, ma un sintomo. Nella piattaforma digitale – ha rilevato Calderoli – vedo dei rischi ben maggiori". Le critiche di Carlo Calenda A smarcarsi da Pd, M5s e Più Europa è Carlo Calenda: "L'abbassamento del quorum è pericolosissimo. Continuando così", avverte il leader di Azione, "la gente non andrà più a votare perché pensa che non serva a niente. Sono favorevole ad aumentare la raccolta delle firme". Le proposte legislative Al momento, Fratelli d'Italia non ha in programma iniziative volte alla modifica dell'articolo 75 della Costituzione che disciplina le regole del referendum abrogativo. Forza Italia, dal canto suo, deposita al Senato un ddl in cui si prevede l'aumento del numero necessario di sottoscrizioni da 500 mila a 1 milione e del numero di consigli regionali, da 5 a 10. Questo in modo "da ovviare", si legge nel disegno di legge, "al numero eccessivo di quesiti referendari che ha caratterizzato numerose esperienze del recente passato o almeno da rendere la proposta referendaria sostenuta in modo più consistente e credibile". La linea di Noi Moderati Sulla stessa scia la proposta di legge presentata da Noi Moderati alla Camera: prevede che la richiesta debba essere sottoscritta dal 2% degli aventi diritto al voto (e non più da 500 mila elettori) o da 10 consigli regionali. "L'obiettivo", si legge nel testo, "è duplice: da un lato, promuovere una più consapevole e significativa partecipazione democratica; dall'altro, ottimizzare le risorse pubbliche evitando sprechi derivanti dall'organizzazione di consultazioni popolari che non raggiungono il quorum previsto". Le proposte delle opposizioni Di segno opposto i testi delle opposizioni. Al Senato il Movimento 5 Stelle ha depositato un ddl. Una proposta "per abbattere il quorum a un terzo", ha spiegato Giuseppe Conte, "portandolo al 33%. Così anche chi è contrario, sarà motivato ad andare a votare", sottolinea il presidente M5s. Le iniziative del Partito Democratico Anche il Pd sta lavorando a un provvedimento da depositare sempre al Senato. "Ripresenteremo la proposta avanzata nel 2021 dal senatore Dario Parrini: un disegno di legge", ha detto il dem Marco Meloni, "che prevedeva di portare le firme a 800.000 e di rapportare il quorum del 50% necessario per la validità del referendum alla percentuale dei votanti alle ultime elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati". La posizione di Più Europa Anche Più Europa, secondo quanto si apprende, sta studiando una proposta per rendere più agevole la presentazione dei referendum abrogativi abbassando il quorum e intervenendo sul giudizio di ammissibilità dei quesiti da parte della Corte Costituzionale.