L’indagine “alternativa” sull’omicidio di Chiara Poggi ha come focus principale Andrea Sempio, allo stato l’unico indagato. Gli inquirenti ancora ieri lo hanno specificato più volte in questo modo dissipando l’esistenza di altre ipotesi, veicolate nei giorni scorsi da alcuni programmi televisivi. Detto questo, secondo la Procura di Pavia, lo scontrino del parcheggio in piazza Ducale a Vigevano con la data del 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio, e orario di arrivo 10:18 consegnato da Sempio nel 2008 non è un alibi. Il dato è rilevante ed è una novità sullo scenario della nuova indagine. Che ora, come spiegato dagli inquirenti, riprende in considerazione l’ora della morte della ventiseienne.Un nuovo orario infatti farebbe crollare l’alibi. Orario che è sempre stato traballante e che a partire dall’analisi del medico legale fino alla definitiva Cassazione ha variato dalle sette del mattino fino alle due del pomeriggio. E se da un lato l’orario ad oggi ufficiale è definito “presunto”, dall’altro viene spiegato che “l’alibi di Sempio è Sempio stesso” ovvero lui e la sua famiglia, padre e madre. Non vi sono allo stato altri soggetti che – interrogati – lo abbiano collocato a Vigevano. Tanto più che secondo le analisi dei tabulati del cellulare di Sempio, chiamate e messaggi quel 13 agosto hanno sempre agganciato la cella di Garlasco. Anche gli spostamenti della madre di Sempio quel 13 agosto vengono rianalizzati e confrontati con il suo verbale del 2017 per comprendere se la donna fosse andata a Vigevano a trovare un vigile del fuoco di stanza in quel comune la cui cella viene agganciata da un sms che la donna invia alle 9:01 del 13 agosto mentre si trova nell’area di Zerbolò. Per questo, ed ecco un’altra novità, l’ex pompiere è stato sentito per ben due volte dai carabinieri. Nell’interrogatorio, per quel che si comprende, avrebbe dato la sua versione. Mentre, è noto, che Daniela Ferrari, madre di Sempio, anche lei chiamata dagli inquirenti si è sentita male dopodiché si è avvalsa della facoltà di non rispondere.Andiamo con ordine e torniamo all’orario della morte che più volte in questi giorni è stato definito con insistenza “presunto”, confermando la volontà di una sua rivalutazione da parte degli inquirenti. Secondo il medico legale l’orario si colloca tra le 10:30 e le 12 con una maggiore possibilità dell’evento tra le 11 e le 11:30. In una prima consulenza la difesa Stasi, anche in base al peso e alla temperatura del corpo, colloca il fatto tra le 9 e le 10. Mentre il gup di Pavia Stefano Vitelli, che assolse Stasi la prima volta, secondo una perizia e in base alla stabilità termica dell’ambiente esterno rilevata quel giorno segnala tre possibili finestre temporali: dalle 7 alle 12:30, dalle 8:30 alle 14 e dalle 10 alle 12:30, sottolineando in conclusione come quella più certa con una percentuale del 95% sia la prima. Infine, stando all’Appello bis che condannò Alberto Stasi e alla Cassazione che ne sancì la definitiva condanna a 16 anni, Chiara Poggi sarebbe morta tra le 9:12, ora in cui fu staccato l’allarme della casa, fino alle 9:35. Non oltre perché è accertato che alle 9:45 Stasi da casa chiama il cellulare della ragazza che però non risponde.E’ dunque su questa rilettura che gli inquirenti oggi sostengono che quello scontrino non sia mai stato un alibi per Sempio. Il 4 ottobre 2008 sarà sentito a sommarie informazioni. Dirà: “Il 13 agosto 2007 ricordo di aver aspettato mia madre che era andata a fare la spesa e verso le ore 10 mi sono recato a Vigevano con l’unica macchina a disposizione della mia famiglia per andare alla libreria che si trova in piazza Ducale. Ricordo di aver parcheggiato l’auto in un parcheggio a pagamento che si trova prima della piazza. Faccio presente che ho conservato lo scontrino del parcheggio che vi consegno. Giunto alla libreria l’ho trovata chiusa. Ho fatto un giro nella piazza facendo poi rientro a Garlasco”. Ora dai tabulati del cellulare di Sempio presi a intervalli di tempo fissati da chiamate o sms risulta l’aggancio della cella di Garlasco dalle 9:58 alle 12:18. Questo non esclude che Sempio possa essere andato e tornato da Vigevano visto che allora, non essendoci il gps, l’attività telefonica era data solo dall’uso del cellulare.Sempio, dunque, sostiene di aver conservato lui lo scontrino. In realtà la nuova indagine prende in considerazione il fatto che quel foglietto del parcheggio sia stato gestito solo ed esclusivamente dalla madre che lo riceve dal marito e lo conserva. Sentita il 15 febbraio 2017 dall’allora procuratore aggiunto Mario Venditti sullo scontrino smentirà le parole del figlio: “E’ stato ritrovato da mio marito sulla macchina. Lui è venuto in casa e mi ha fatto vedere questo scontrino quindi io ho avuto l’idea di tenerlo perché essendo successo un fatto così grave ho immaginato che avrebbero sentito gli amici di Marco Poggi. Ho conservato lo scontrino nel cassetto (…). Quando mio figlio è stato convocato la seconda volta è uscita la circostanza dello scontrino, quindi i carabinieri li hanno mandati a casa a riprenderlo”.!function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"]){var e=document.querySelectorAll("iframe");for(var t in a.data["datawrapper-height"])for(var r,i=0;r=e[i];i++)if(r.contentWindow===a.source){var d=a.data["datawrapper-height"][t]+"px";r.style.height=d}}}))}();In effetti questo ultimo passaggio viene smentito dagli inquirenti. Lo scontrino fu portato da Sempio e non esiste una relazione di servizio che dia conto del prelievo del documento da parte dei carabinieri. Nella parte precedente del verbale, come detto, Daniela Ferrari conferma in toto la versione del figlio elencando orari e luoghi toccati quel 13 agosto: ovvero la spesa in un supermercato a Gambolò. In sostanza la donna dice di essere uscita alle 8:15 e di essere rientrata alle 10. In realtà il tabulato del suo telefono fino alle 8:47 la colloca in casa, dove tra le 8:41 e le 8:42 riceve due sms da una compagnia telefonica. Mentre alle 9:01 quando si trova in via Molino a Gambolò invia un sms probabilmente al vigile, tanto che il messaggio aggancia la cella di via Aguzzafame a Vigevano. Su questo e sullo scontrino è stata sentita e ha avuto un collasso. L’ex vigile è invece stato interrogato ben due volte dando in modo completo la sua versione che però resta uno dei tanti omissis di questa indagine.E se dunque ad oggi l’obiettivo dei carabinieri di Milano è Andrea Sempio e non fantasiose ipotesi su festini o amanti, gli indizi a suo carico iniziano a mettersi in fila. A partire dalla presenza del suo Dna sotto le unghie di Chiara, sostenuta dalla Procura e che l’incidente probatorio sarà chiamato a confermare. Dopodiché c’è l’impronta papillare 33, al momento senza sangue, attribuita a Sempio e individuata sulle scale verso la cantina dove fu ritrovato il corpo di Chiara Poggi. Quindi le tre telefonate fatte da Sempio a casa Poggi il 13 agosto quando l’amico Marco era già partito per il Trentino da più di una settimana. E ora questo alibi dello scontrino che non solo traballa, ma, stando a chi indaga, proprio non c’è.L'articolo Garlasco e la nuova inchiesta: perché per chi indaga lo scontrino di Sempio non è un alibi. Ora si rivaluta l’ora del delitto proviene da Il Fatto Quotidiano.