Un piccolo errore di distrazione ha svelato un aiutino di ChatGPT in un compito per casa. È successo a uno studente di scuola media, che nel testo consegnato dal professore ha dimenticato di cancellare una frase chiaramente riconducibile all’intelligenza artificiale, tradendosi involontariamente. A scoprirlo è stato il suo insegnante, Enrico Galiano, docente di italiano, storia e geografia in una scuola media di Pordenone. «Quando ti arriva per mail un compito che inizia così, capisci subito che c’è qualcosa che non torna», ha raccontato Galiano, condividendo sui suoi profili social la foto del testo incriminato. Tra le righe del compito, infatti, spiccava una frase inequivocabile: «Va benissimo, allora la terrò generica come mi hai chiesto. Ora metto insieme tutte le tue risposte in una lettera semplice, chiara e scritta bene, con le tue parole». Una svista che, in primo luogo, ha fatto sorridere il docente: «Mi ha colpito che si fosse tradito da solo, copiando persino la parte dove ChatGPT risponde», commenta Galiano a Open. Ma l’episodio, fa notare il docente, apre una riflessione più ampia sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella didattica.«La tentazione di ChatGPT è alta, ma vanno istruiti»«La tentazione di utilizzare ChatGPT a scuola è fortissima, soprattutto nelle materie in cui i ragazzi si sentono meno coinvolti. Ecco perché serve una riflessione su cosa si insegna, ma anche come lo si fa», spiega il docente. Anche lui, da insegnante e scrittore, ammette di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per esercitazioni, miglioramento della scrittura e attività didattiche. Ma ritiene fondamentale che se ne faccia un uso consapevole: «Con la giusta educazione fin da piccoli, l’AI può diventare un potente strumento di apprendimento. Aiuta a mettersi alla prova senza l’ansia dell’interrogazione o della verifica. Ma se lasci libertà senza guida, è facile che qualcuno se ne approfitti», come successo in questo caso.Addio compiti per casa?Secondo Galiano, l’episodio che vede coinvolto il suo studente è, infatti, il segno di un cambiamento in arrivo. «Forse arriveremo a una scuola dove tutto si svolge in classe, sotto gli occhi dell’insegnante. E non è un male, se strutturato bene. Sarebbe un’occasione per ripensare davvero alla didattica». Il professore cita anche i compiti a casa come punto critico: «L’Italia è uno dei Paesi europei che assegna più compiti, ma non è affatto detto che portino a risultati migliori, almeno fino alle scuole medie. E poi ci sono le disuguaglianze: chi ha un supporto a casa parte avvantaggiato e, in questo senso, i compiti rischiano di essere iniqui». L’arrivo dell’intelligenza artificiale, quindi, potrebbe diventare una leva per trasformare i soliti compiti: «Invece di esercizi meccanici, potremmo proporre attività che spingano i ragazzi a pensare, riflettere, mettersi in gioco davvero. Se la scuola fa questo passo, è un progresso enorme». Quanto alla gaffe del suo studente, fa sapere: «Lo porterò a riflettere sul fatto che in questo modo non ha imparato niente di nuovo».L'articolo Studente copia da ChatGPT ma dimentica di cancellare la prova. Il prof a Open: «Serve educazione all’AI e basta compiti a casa» proviene da Open.