Un frammento di borsa da polso romana in bronzo è stato rinvenuto tra le colline della Moravia meridionale, una regione della Repubblica Ceca ai confini con l'Austria e la Slovacchia. Si tratta del più antico reperto di questo tipo mai ritrovato in territorio Ceco. La scoperta è avvenuta nel gennaio 2025, ma è stata comunicata solo ora dall'Istituto di Archeologia di Brno.. Il frammento, risalente a oltre 1.800 anni fa, getta nuova luce sulla vita quotidiana dei soldati romani di stanza al limite settentrionale dell'Impero, in una regione un tempo considerata terra nemica.. Dove è stato ritrovato il reperto. Il frammento è stato scoperto sul colle di Hradisko, un'altura strategica nei pressi del villaggio di Pasohlávky, dove sorgeva un accampamento romano temporaneo allestito dalla Legio X Gemina durante le guerre marcomanniche (166–180 d.C.). Le guerre marcomanniche furono una serie di conflitti tra l'Impero Romano e varie tribù germaniche e sarmatiche (Marcomanni, Quadi, Iazigi), combattuti tra il 166 e il 180 d.C. lungo il confine danubiano, sotto l'imperatore Marco Aurelio.. Gli archeologi stimano che solo circa il 30% dell'oggetto originale sia sopravvissuto, ma la sua forma e lavorazione hanno permesso una rapida identificazione: si trattava di una borsa da avambraccio, un piccolo portamonete che i legionari indossavano legato al braccio sinistro per tenere libera la mano destra durante il combattimento.. Un portafoglio da campo militare. L'oggetto, pur privo di monete al suo interno, è stato rinvenuto accanto a numerose monete d'argento sparse nei dintorni, per lo più denari coniati sotto l'imperatore Marco Aurelio (161–180 d.C.) e raffiguranti lui o sua moglie, Faustina Minore. Questo ha consentito ai ricercatori di datare la borsa con precisione al periodo compreso tra il 172 e il 180 d.C., gli anni più intensi delle campagne militari contro le tribù germaniche e sarmatiche a nord del Danubio.. Gli esperti ritengono che la borsa potesse contenere fino a 50 denari d'argento (un "denaro d'argento" poteva valere dai 30 ai 50 euro dei nostri giorni): una somma significativa, ma di molto inferiore al salario annuale di un semplice legionario. Un dettaglio che suggerisce che il proprietario potesse essere un ufficiale subalterno o un incaricato alla gestione delle risorse dell'unità, forse il responsabile di una "cassa operativa" usata per l'acquisto di razioni, manutenzione dell'equipaggiamento o pagamenti tattici nei territori occupati.. Un presidio ai margini dell'Impero. La scoperta è tanto più importante perché avvenuta oltre i confini ufficiali dell'Impero Romano, in un'area che l'imperatore Marco Aurelio aveva ambizione di trasformare in una nuova provincia romana: la Marcomannia. Questo progetto imperiale avrebbe esteso il dominio romano oltre il Danubio fino all'attuale Moravia settentrionale, consolidando il controllo su un'area turbolenta, abitata da tribù come i Marcomanni, i Quadi e gli Iazigi Sarmati.. Tuttavia, il sogno imperiale svanì con la morte dell'imperatore nel 180 d.C. e con l'ascesa del figlio Commodo, che decise di ritirare le legioni dalla regione e di stipulare una pace controversa con le tribù locali. Una scelta che, secondo molti storici, segnò l'inizio del lento declino della sicurezza delle frontiere settentrionali dell'Impero romano.. Un tesoro da museo. Oggi il frammento della borsa in bronzo è visibile al pubblico presso il Centro Visitatori di Mušov, all'interno della mostra permanente Porta dell'Impero Romano. L'esposizione include anche una ricostruzione fedele dell'intera borsa, realizzata sulla base di confronti con reperti simili ritrovati nei territori danubiani e renani, oltre a una ricca collezione di monete romane e utensili militari. Insieme, questi reperti restituiscono un'immagine vivida e concreta della vita logistica e personale dei soldati romani in un'epoca segnata da continui scontri ai confini e da ambiziosi piani di espansione. .