Il caso Sangiuliano ha segnato profondamente il protagonista. “A un certo punto ho pensato al suicidio. Avevano costruito un’altra persona. Io leggevo cose su di me che non riconoscevo. Ero trasformato in una figura da abbattere. Tutto era usato contro di me. Tutto”. Così l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso di un’intervista al Foglio.L’ex ministro: “Con la politica ho chiuso”Sangiuliano assicura: “Con la politica ho chiuso. Basta. Anche se nella vita mai dire mai”. E su una possibile candidatura alle Regionali in Campania svela: “Me l’hanno chiesto ma ho rifiutato”. Negli ultimi giorni, racconta, “mi ha scritto Giorgetti. Non lo sentivo da mesi. Ci eravamo scambiati gli auguri a Natale e basta. Poi, all’improvviso, l’altro giorno, quando riesplodeva il caso del tax credit, la storia di questo Kaufmann che ha truffato lo stato per 800mila euro, mi arriva un messaggio: ‘Stamattina ho pensato a te. Avevi ragione’. Punto”. L’ex ministro parla della sua solitudine: “Gente che ho aiutato e che poi non si è più fatta viva. Ma non faccio nomi”. E la sottosegretaria Lucia Borgonzoni? “Zero” risponde.“Gasparri e La Russa per me come fratelli”“Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa invece per me sono come due fratelli”, dice. “Li sento spesso, anche Salvini”. Giorgia Meloni? “Ci scambiamo messaggi per Natale, per i compleanni e qualche volta anche sulla politica internazionale”. E Alessandro Giuli, l’attuale ministro della Cultura, suo successore? “E’ più bravo di me. Si sa fare concavo”.“Sul tax credit mi hanno crocifisso ma avevo ragione”Oggi, dopo il caso Kaufmann, rivendica le sue politiche sul Tax credit: “Per essere intervenuto sul tax credit, per avere messo un freno, per aver inserito qualche regola di buon senso, sono stato fucilato. Io ho sempre detto che 300-400 milioni all’anno sono una cifra giusta per il cinema, purché distribuiti in base a regole serie. Non si trattava di eliminare i finanziamenti, ma di razionalizzarli. Hanno detto che volevo distruggere il cinema italiano. Invece io lo volevo salvare. Io vi domando: la qualità del cinema italiano, con tutti questi soldi, è migliorata o peggiorata? Secondo me è peggiorata. L’anno scorso abbiamo prodotto 800 film in un anno, contro i 300 della Francia e i 200 della Germania. Ma neanche il cinefilo più accanito può guardare 800 film. E quanti di questi film sono diventati dei successi? Ogni Paese ha sfondato con almeno un titolo, per esempio sulle piattaforme come Netflix. Pensate alla ‘Casa di carta’, che è una produzione spagnola. Noi? Niente. O quasi. Col Tax credit il cinema è diventata una macchina che produce quantità, non qualità”. Per Sangiuliano “il tax credit è come il superbonus edilizio. E anche i costi sono impazziti: un camion per le riprese, un parrucchiere di scena, oggi costano il doppio rispetto a cinque anni fa. Proprio come è successo con il superbonus. Nel 2016 il fondo per il cinema era sotto i 400 milioni. Nel 2017 è salito a 423, poi siamo schizzati a 850 milioni nel 2022. Io lo riportai a 700 milioni. E per questo sono stato linciato”.