AGI - Il miliardario sudafricano Elon Musk, reduce da una traumatica rottura dei rapporti con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rilanciato su X con un sondaggio l’idea di una terza forza, un “Partito dell’America” che spezzi il consolidato bipolarismo a stelle e strisce. E Grok, l’intelligenza artificiale di Musk, stima che una simile formazione possa assestarsi tra il 5% e il 10%.“Il Giorno dell’Indipendenza è il momento perfetto per chiedere se volete indipendenza dal bipolarismo (qualcuno direbbe monopolarismo) partitico! Dovremmo creare un America Party?”, domanda Musk ai follower. Nel sondaggio sulla rete sociale di sua proprietà, già votato da quasi un milione di persone, i 'Sì' sono nettamente superiori ai 'No'. Musk abbozza pure una strategia: “Una maniera di agire sarebbe puntare col laser su solo due o tre seggi al Senato e da 8 a 10 distretti alla Camera. Dati i margini risicati al Congresso, sarebbe abbastanza per fungere da voto decisivo su leggi controverse, assicurando che servano la reale volontà della gente”, riflette il proprietario di Tesla e SpaceX. Independence Day is the perfect time to ask if you want independence from the two-party (some would say uniparty) system! Should we create the America Party? — Elon Musk (@elonmusk) July 4, 2025Le visualizzazioni sono già quasi 24 milioni. A metà della notte i commenti al post sono circa 41 mila e, tra le reazioni più disparate, spicca, fissato in alto, quello di Grok, che offre il punto di vista dell’IA. Tutti numeri destinati a crescere nelle prossime ore.“Creare un America Party, come proposto da Musk nel mezzo del suo scontro con Trump, potrebbe frammentare il voto repubblicano in stati indecisi come Pennsylvania, Georgia, Arizona, Wisconsin, Michigan e Nevada”, è il verdetto dell’intelligenza artificiale, “alle elezioni di medio termine del 2026, potrebbe far pendere la bilancia tra Camera e Senato a favore dei Democratici, attirando conservatori scontenti (ad esempio, una quota di voti del 5-10% secondo i sondaggi)”.Inoltre, “per le presidenziali del 2028, una candidatura di un terzo partito potrebbe compromettere i risultati del Collegio Elettorale, come accadde a Perot nel ’92, favorendo il candidato non trumpiano se dovesse attrarre indipendenti di destra. Il successo dipende dall’accesso alle schede elettorali e dai finanziamenti”. Finanziamenti che, nel caso, arriverebbero dall’uomo più ricco del mondo.