L’estate romana entra nel vivo e con essa si acuiscono i pericoli legati alle ondate di calore, che colpiscono in modo sempre più drammatico le fasce sociali più vulnerabili. Roma è tra le città italiane da bollino rosso, e già a metà giugno le temperature percepite in alcuni quartieri superano ogni soglia di tolleranza. A lanciare l’allarme è Legambiente, che nel corso della campagna “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città più fresche, città più giuste” ha organizzato un sit-in simbolico nel parcheggio della Regione Lazio, in via Cristoforo Colombo.68 gradi sull’asfalto: Don Bosco e Garbatella sotto la lenteSecondo i rilievi termici effettuati da Legambiente il 19 e 20 giugno, nei quartieri Don Bosco e Garbatella – aree densamente popolate e con scarsa copertura vegetale – si sono raggiunti valori estremi: fino a 68°C al suolo su una pista ciclabile di Don Bosco e 52,2°C alla fermata bus di Giulio Agricola. La media delle temperature rilevate al suolo si è attestata intorno ai 35,4°C a Garbatella e 37,9°C a Don Bosco, con picchi ben più alti nelle zone asfaltate e prive di ombra.Nei pochi spazi verdi, la differenza è netta: all’ombra degli alberi, la temperatura può calare anche di 15 gradi, confermando il ruolo chiave del verde urbano come regolatore termico naturale. “Nei quartieri a basso reddito l’esposizione al calore è più elevata e il rischio di problemi di salute cresce sensibilmente”, spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.I poveri sono i più esposti alla crisi climatica urbanaIl fenomeno della “cooling poverty”, ovvero la povertà di accesso a soluzioni di raffrescamento adeguato, colpisce soprattutto le fasce deboli della popolazione: persone senza dimora, anziani, minori e chi vive in abitazioni poco isolate termicamente. A questi si aggiungono coloro che non possono permettersi sistemi di climatizzazione. In città come Roma, le notti tropicali – con temperature che non scendono sotto i 20°C – sono in aumento, così come l’effetto isola di calore, che genera fino a 6,5 gradi di differenza tra centro e periferia.Le richieste di Legambiente per città più vivibiliL’associazione ambientalista propone una serie di interventi sia a livello locale sia nazionale. A Roma, si chiede di intervenire con coperture e sistemi ombreggianti in luoghi pubblici critici, come piazza San Giovanni Bosco, i parcheggi e le fermate dei mezzi pubblici, spesso completamente esposti al sole.Più in generale, Legambiente sollecita:l’adozione di un piano nazionale di adattamento climatico, con azioni mirate per le città;il potenziamento delle infrastrutture verdi e blu (parchi, alberature, bacini idrici urbani);l’attivazione di servizi di supporto e allerta sanitaria per le persone più a rischio;la modifica dei regolamenti edilizi per introdurre obblighi di superfici permeabili, recupero e risparmio idrico, uso di materiali riflettenti e installazione di pensiline fotovoltaiche.Una città da ripensareLe proiezioni climatiche per i prossimi anni non lasciano spazio a dubbi: il caldo estremo sarà sempre più frequente e intenso. Secondo i dati Istat, la temperatura media annua di Roma nel 2022 ha raggiunto i 18,7°C, segnando un incremento di +3,1°C rispetto al trentennio 1971-2000, più del doppio rispetto alla media nazionale nel periodo preindustriale.In questo contesto, l’urbanistica climatica non è più un’opzione, ma una necessità. Rendere le città più fresche e giuste è l’unico modo per garantire il diritto alla salute e alla vivibilità anche per chi vive ai margini.