Tav a Vicenza, la protesta: “Stop ai cantieri, miglioriamo ciò che già esiste”. A rischio 50mila metri quadrati di verde

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Proseguono i lavori per l’Alta Velocità a Vicenza, coi cantieri in moto a ovest della città e in fase di preparazione a est. Il Tav, come denunciato da tempo da comitati e associazioni, avrà un impatto devastante sul capoluogo di provincia. Sono previsti nove anni di lavori, per un costo complessivo di 2,2 miliardi di euro (per metà non finanziati); 200 famiglie espropriate, 35 edifici demoliti o oltre 50mila metri quadrati di verde abbattuto (in particolare, il Bosco Lanerossi, che dovrà far posto a un sito industriale e alla nuova viabilità dell’Arsenale e il Bosco Cà Alte, che sarà impermeabilizzato e sormontato da una sopraelevata). In più, i stimano 360mila litri di consumo d’acqua giornaliero, e un importante incremento di polveri sottili. Un rischio aggravato dalla contaminazione di Pfas. Per queste e altre ragioni – non ultima, il fatto che la popolazione locale stia sostanzialmente subendo la decisione calata dall’alto – ieri l’associazione CHEAP ha organizzato un’azione pubblica (nel video), a cui è seguita un’assemblea aperta alla cittadinanza. “La grande opera procede senza rispondere alle domande più urgenti: sugli impatti ambientali, sui rischi sanitari, sui costi reali – si legge in una nota diffusa dal collettivo – I cittadini vengono coinvolti solo per essere informati in maniera frammentaria, mai per scegliere. Gli incontri pubblici sono monologhi tecnici, le criticità sanitarie minimizzate, la voce dell’ULSS assente. A fronte di tutto questo, si continua a parlare di progresso”. La proposta è quella di “fermare i cantieri a ovest e attivare l’opzione zero a est: un ammodernamento della linea esistente, senza nuove infrastrutture“.“Ormai l’insostenibilità del progetto Tav a Vicenza è sotto gli occhi di tutti. Le prime aree cantierizzate sono solo un assaggio dei disagi che la nostra città è destinata a subire. Crediamo sia necessario fermare il progetto a Vicenza Ovest: l’inizio dei cantieri non vuol dire che abbiamo le mani legate e si può fermare il progetto se c’è la volontà politica. Per quanto riguarda Vicenza Est, l’unica soluzione da scegliere è l’opzione zero, prima che i danni ad ambiente e salute siano irreparabili”. A dirlo è Sana Mubashar, dell’Assemblea Boschi che Resistono. “Questo conflitto – si legge sempre nella nota dell’associazione CHEAP – respinge l’idea che una manciata di minuti di viaggio risparmiati a spese dell’ambiente e della salute di chi abita questo territorio siano da considerarsi una forma di progresso: non c’è niente di innovativo nell’estrattivismo che sta alla base di questa ennesima opera indesiderata. Il Tav non parla di futuro, ma segue vecchie dinamiche di abuso – dell’ambiente, delle risorse pubbliche, dell’autodeterminazione di chi qui vive – che crediamo siano da combattere per poter anche solo scommettere su un’idea di futuro. In questo momento in Italia il pensiero critico e il dissenso sono criminalizzati grazie anche a strumenti di governo pregni di autoritarismo, come il dl Sicurezza”.Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.itInstagramL'articolo Tav a Vicenza, la protesta: “Stop ai cantieri, miglioriamo ciò che già esiste”. A rischio 50mila metri quadrati di verde proviene da Il Fatto Quotidiano.