n team internazionale di scienziati ha scoperto sotto il Golfo dell’Oman i segnali di un cosiddetto "plume fantasma", un’anomala risalita di materiale dal mantello terrestre. A differenza dei classici plumes, composti da roccia calda e primordiale che proviene dalle profondità estreme del pianeta, questo flusso contiene tracce chimiche di crosta oceanica antica, sprofondate milioni di anni fa e ora rimescolate nel mantello.L’analisi di campioni vulcanici e dati sismici ha rivelato firme isotopiche e chimiche insolite che indicano un processo di riciclo geologico su scala planetaria. Questo fenomeno potrebbe costringere gli scienziati a rivedere la teoria dei plume, mostrando che anche questi getti profondi possono essere “contaminati” da materiali già trasformati in passato.La scoperta apre nuove prospettive sulla dinamica interna della Terra, suggerendo che il nostro pianeta, nelle sue profondità invisibili, è molto più attivo e complesso di quanto si pensasse.