Luca Zaia, oggi più che mai, è al centro del dibattito politico. Non perché lo cerchi, anzi, lui stesso si definisce “un lupo solitario”, appassionato sì del suo lavoro, ma affezionato anche a una quotidianità lontana dalla mondanità, fatta di sport all’aperto, libri e cucina. Ma oggi, volente o nolente, il suo nome riecheggia su più dossier caldi. Primo fra tutti, il nodo del terzo mandato: il suo ciclo alla guida del Veneto si concluderà questo autunno, dopo quindici anni. E senza una norma nazionale che consenta un’ulteriore candidatura, dovrà passare il testimone a qualcun altro. Poi c’è il tema delicato del fine vita: Zaia aveva incaricato i suoi tecnici regionali di predisporre un regolamento per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale del 2019, che apre alla morte volontaria in casi specifici. Ma la proposta di legge è stata bocciata a gennaio per un solo voto. Ora il tema è a Palazzo Madama, dove si cerca un’intesa su un ddl che possa mettere d’accordo tutta la maggioranza. Sullo sfondo, infine, le conseguenze dei conflitti globali: dalla guerra in Ucraina alla crisi in Medio Oriente, fino agli attacchi israeliani in Iran, che rischiano di ripercuotersi anche sull’economia veneta. Ne abbiamo parlato con lui.Presidente, dopo gli attacchi di Israele in Iran c’è stato un rialzo improvviso del prezzo del gas e del petrolio. Teme che le due cose possano colpire anche le aziende venete?«Beh decisamente sì. Visto e considerando che, oltre a gas e petrolio c’è un altro bene rifugio che è andato alle stelle e che sale sempre e di più che è l’oro. Per noi è un dato rilevante, visto che l’industria orafa è tra i settori di punta. Ma il problema è più ampio: il Veneto conta quasi 500 mila partite IVA, e l’80% delle nostre aziende ha meno di 15 dipendenti. È evidente che in un contesto così instabile, questi fattori pesano – e molto – sulla nostra economia».Parlando di conflitti, quali sono le sue preoccupazioni?«Viviamo in un mondo in guerra. Non avremmo mai pensato di parlarne così tanto. E non parliamo solo dell’Ucraina o del Medio Oriente: oggi ci sono oltre 60 conflitti attivi nel mondo. Quello che mi preoccupa di più è la debolezza dell’azione diplomatica, che appare poco incisiva. Debole. Le guerre hanno tutte un inizio e una fine: la vera sfida è accorciare il più possibile quel tempo. E questo non si fa con le bombe, ma con la diplomazia».E sul conflitto a Gaza?«Mi auguro che questo Paese esca finalmente dalla trappola ideologica per cui se sei di una parte politica devi essere pro-Palestina, e se sei dall’altra, pro-Israele. La realtà, purtroppo, è che stanno morendo civili. Sono morti il 7 ottobre per mano di Hamas, e continuano a morire oggi a Gaza, soprattutto bambini. Come dice Hemingway, “la guerra è il luogo dove gli uomini peggiori mandano a morire gli uomini migliori”. Ripartiamo da qui».C’è anche la guerra in Ucraina. Tre anni di embargo alla Russia: che impatto ha avuto sull’economia del Veneto?«Ha avuto un impatto importante, sì, ma come in altre Regioni. Nel turismo i nostri mercati principali restano Germania, Stati Uniti e Regno Unito».In questi giorni è esplosa la polemica sul matrimonio di Bezos a Venezia e le misure che comporta per la città. Ma non crede che, viste le tante denunce sull’overtourism, una parte dei veneziani possa condividere proteste come quella?«Non mi pare ci sia una posizione maggioritaria. È chiaro che l’overtourism vada gestito, così come prenoti un posto al cinema o al ristorante, puoi prenotare l’ingresso a Venezia. Detto questo, trasformare i flussi turistici in un problema significa per il Veneto e l’Italia rinunciare alla loro principale fonte di economia, visibilità e promozione».Parlando di Venezia, gliela lancio: si vede come sindaco della città?«Guardi, è una domanda che mi fanno spesso. Ma io sono abituato a iniziare i percorsi e portarli a termine, senza farmi distrarre. Nell’undicesimo capitolo del mio libro Fa’ presto vai piano (Marsilio) cito Seneca, che nel De brevitate vitae scrive: “La vita non è breve, è l’uomo che la rende tale”. Se passi il tempo a pensare solo a cosa fare domani, finisci per bruciarti il presente. Ci penseremo a fine mandato».E sul Terzo Mandato? Si è sentito con Salvini e Meloni?«Il Parlamento resta sovrano, e la maggioranza lo è se decide di procedere in questa direzione, in un Paese dove il limite ai mandati esiste solo per alcuni sindaci e governatori. Tutte le altre cariche, invece, possono restare in carica a vita. Vedremo quali saranno le evoluzioni. Di certo, non passo le mie giornate e le mie notti a pensare al terzo mandato».Ma ci sarà intesa secondo lei?«Guardi, ho un approccio molto zen. Le citerei ancora Seneca, ma vedremo».Tornando al conflitto in Ucraina, La Lega è contraria all’invio di nuovi armi a Kiev. E Lei?«Lo sta chiedendo a un obiettore di coscienza, quindi è come se avessi già risposto. Certo, ci sono dossier complessi e scelte tattiche che non mi competono, ma la guerra va avanti da tre anni. Credo sia arrivato il momento che il tatticismo sulle armi lasci il posto alla diplomazia».Come giudica il ruolo dell’Europa di fronte a questi conflitti?«È gracile. Io sono europeista convinto, ma è innegabile che non possiamo paragonare la Von der Leyen al presidente degli Stati Uniti».Ha paura che non si trovi un accordo sui dazi?«I dazi sono un problema, soprattutto in un contesto internazionale così instabile. Ma quello che mi preoccupa di più è l’atteggiamento di una parte dell’Europa, che sembra guardare agli Stati Uniti come a un nemico. Non possiamo permettercelo. Anche perché – e va sottolineato – gli Usa hanno già trovato un’intesa con la Cina. Se Cina e Stati Uniti si accordano, il grande assente rischia di diventare l’Europa».Le piace Trump?«Io non faccio la cheerleader, che sia chiaro. E non ci deve piacere o non piacere il presidente degli Stati Uniti. Dobbiamo solo massimizzare il prodotto nella relazione con gli Stati Uniti. Noi italiani dobbiamo entrare in questa ottica. Se iniziamo a fare i catoni censori, finisce male».E la linea di Meloni sullo scenario internazionale? Quella le piace?«Bisogna essere oggettivi: la premier sta portando avanti una politica estera di alto livello. Uno standing internazionale così non si vedeva dai tempi di Berlusconi. Meloni sta giocando un ruolo da “pontiere” credibile. Per anni ci eravamo abituati all’asse franco-tedesco, oggi invece Francia e Germania appaiono in difficoltà, e l’Italia si sta ritagliando uno spazio che prima non aveva».A gennaio in Veneto è stata bocciata la legge sul suicidio assistito. Cosa ne pensa del ddl che presenterà la maggioranza di governo?«Il fine vita in Italia esiste dal 2019. Lo stabilisce una sentenza della Corte costituzionale. Ma serve una legge nazionale perché non si può gestire un processo così delicato con una sentenza. Il fine vita. E smettiamola di dire che è sufficiente investire nelle cure palliative: chi sceglie questo percorso spesso lo fa proprio perché non vuole più essere sottoposto a quel tipo di trattamenti».L'articolo Luca Zaia a tutto campo: «In Ucraina e in Medio Oriente diplomazia troppo debole, perché in Veneto l’oro ci preoccupa quanto il petrolio» – L’intervista proviene da Open.