Non ci sono soltanto video falsi, modificati o generati con l’Intelligenza Artificiale, per vendervi prodotti totalmente inutili e dannosi che promettono miracoli per la vostra salute. Nel mondo delle inserzioni a pagamento sulle piattaforme META, i malviventi pagano e ottengono comunque un risultato, consapevoli di un imminente blocco delle pagine e degli account appositamente creati per avviare le operazioni truffaldine. In questo caso, i truffatori sfruttano il tema della violenza sulle donne per attirare l’attenzione degli utenti.Per chi ha fretta: un breve manuale anti truffaControllate quando è stato creato l’account o la pagina Facebook.Se non trovate il post pubblicato nella timeline, il post è stato creato come inserzione pubblicitaria.Non cliccate nei link che vi forniscono e che non rappresentano un sito ufficiale.Prendete una foto del profilo e caricatela in un motore di ricerca per riscontrare l’eventuale furto di identità.Segnalate il post a META (cliccate sui tre puntini in alto a destra).AnalisiÈ il caso di “Giulia Bianchi”, una fantomatica creator che il 20 giugno 2025 pubblica un video in cui appare con un evidentissimo occhio nero, denunciando l’atto di violenza che avrebbe subito a Napoli dal suo compagno. Una denuncia pubblica alquanto strana, considerato come inizia («Adesso quasi sono contenta che mi abbia messo le mani addosso»).Se reale, andrebbe presa sul serio, ma la stessa “Giulia”, in realtà, mirava a promuovere un’applicazione. Quest’ultima, però, non riguarda in alcun modo il tema della violenza sulle donne, bensì un gioco mobile. La promozione, tuttavia, non finisce qui.Il testo del post truffa che sfrutta la violenza sulle donneEcco il testo presente nell’inserzione truffaldina: Adesso quasi sono contenta che mi abbia messo le mani addossoEravamo a casa, a Napoli, guardando un film , quando mi è arrivato un messaggio sul cellulare. L’ho guardato al volo e l’ho rimesso giù. Ma lui subito: «Dammi il telefono». Nessun problema, l’ho sbloccato e gliel’ho passato.Dopo qualche minuto, gli ho chiesto con calma cosa stesse cercando. E lui subito sulla difensiva: «Non ti riguarda». Scusa? È il mio telefono. Ha cominciato a fare accuse, a dire che nascondevo qualcosa, che ero strana, nervosa – quando in realtà ero tranquillissima.Poi è entrato nella mia app bancaria e ha visto un sacco di accrediti giornalieri, tra i 900 e i 1100 euro. Ha iniziato a pretendere spiegazioni. Gli ho detto subito: è Fortalia – l’app di cui ti avevo parlato tempo fa. L’ho scaricata, ho fatto un piccolo deposito e ho iniziato a giocare. E vincere – spesso .Tutti quei soldi li ho spesi per noi: gli compravo cose, pagavo le vacanze, gli ho perfino cambiato il telefono con uno nuovo. Ma per lui niente di tutto questo contava. Ha iniziato a chiamarmi bugiarda, a dire che era tutto una messa in scena, che prendevo i soldi in modo losco.Ho cercato di spiegare, ma era inutile. Non ascoltava. Aveva già deciso. È diventato ancora più aggressivo, ha iniziato a urlare, a lanciare cose. Io ho cominciato a raccogliere la mia roba, in silenzio, perché non volevo più discutere.E proprio mentre mi abbassavo per prendere il caricabatterie, mi ha afferrato per il braccio, forte, e mi ha spinto. Mi sono liberata, e lì… mi ha tirato un pugno in faccia. Senza dire niente. Senza pensarci.È finita lì.Sì, ha fatto male. Ma ho preso la borsa, sono uscita di casa e sono andata da un’amica . Niente lacrime. Niente rimpianti. Solo: basta.Non permettere a nessuno di umiliarti. E non spiegare l’ovvio a chi non vuole sentire. E l’app da cui è iniziato tutto — te la lascio qui sottoMagari ti aiuta anche a te a ricominciare da capoIl falso sito con la grafica di Google PlayCliccando sul link fornito da “Giulia” nei commenti, si accede a un sito che presenta la grafica di Google Play, ma che di fatto non lo è. Il dominio, inoltre, non corrisponde affatto a quello dello store: Rollinx.top (archiviato qui). Quest’ultimo risulta registrato in forma anonima.La falsa pagina che copia Google Play, salvata su WebArchive.Non esiste nemmeno l’app, chiamata “Fortalia” e attribuita a una società denominata “Rollinx”, che però presenta la grafica di un gioco realmente presente su Google Play con un altro nome: “Book of Ra” (sotto, lo screenshot dal vero Google Play).L’app su Google Play dove i truffatori hanno rubato le immagini.Quanto basta per capire che non bisognerebbe seguire le indicazioni fornite dai truffatori, i quali potrebbero invitarvi a consegnare loro i vostri dati, o peggio ancora.Il furto d’identità per creare la paginaTornando alla pagina Facebook di “Giulia Bianchi”, ci troviamo di fronte a un furto di identità.Creata il 20 giugno 2025, le foto sono state rubate da un account Instagram dell’utente @trinitysnows (presumibilmente americana, considerate le stories in evidenza).La pagina è stata indubbiamente creata, sfruttando le foto della ragazza americana e utilizzando un nome falso, per pubblicare l’inserzione truffaldina.Nonostante le informazioni fornite dalla Libreria Inserzioni di META, non risulta possibile verificare l’esistenza effettiva del beneficiario e pagante, ossia il tale “Marfus IJ”. Ulteriore motivo per diffidare da questo genere di attività avviate a pagamento da personaggi “anonimi”.Questo articolo contribuisce a un progetto di Meta per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Meta.L'articolo META, attenzione alle pagine fake che sfruttano la violenza sulle donne per truffarvi proviene da Open.