di Giuseppe Gagliano – Le Nazioni dell’America Latina, riunite sotto l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), hanno lanciato un appello deciso alla comunità internazionale per un intervento urgente ad Haiti, dove la situazione sta rapidamente peggiorando. I delegati riuniti il 27 giugno ad Antigua e Barbuda hanno espresso forte preoccupazione per il collasso progressive dell’autorità statale haitiana e per l’espansione delle bande armate, che controllano territori chiave senza resistenza.Durante la 55ma Assemblea Generale, l’OSA ha adottato all’unanimità una Risoluzione che richiede, entro 45 giorni, un piano coordinato su quattro fronti: sicurezza, aiuti umanitari, dialogo politico ed elezioni libere. È stato incaricato il segretario generale dell’OSA di guidare la stesura, in collaborazione con le autorità haitiane, BINUH e la Missione Multinazionale guidata dal Kenya. Il piano dovrà indicare strategie operative, fonti di finanziamento, tempistiche e indicatori chiari.Il segretario ha sottolineato la dimensione morale e la responsabilità collettiva dell’intervento. La risoluzione sollecita anche un aumento del sostegno alla Polizia Nazionale haitiana e alla MSS, ancora ben al di sotto dei 2.500 effettivi previsti e con un deficit finanziario stimato in 600 milioni di dollari.Il ministro degli Esteri haitiano ha descritto la situazione come “senza precedenti”, tra violenza armata, traffici illeciti e paralisi istituzionale. Ha insistito sull’urgenza di una reazione solida e tempestiva da parte dell’OSA e dei suoi partner.Nel frattempo, il presidente statunitense ha dichiarato che le condizioni permetterebbero il ritorno di oltre mezzo milione di haitiani dal TPS, visione contestata da un nuovo rapporto dell’ONU che descrive un quadro drammatico: il controllo delle bande su gran parte del territorio, casi di arruolamenti forzati e chiusura di servizi di base. Cinque milioni e settecentomila persone soffrono di fame acuta, e nei primi cinque mesi del 2025 si sono contati più di 4mila omicidi legati alle bande, con un aumento del 24% su base annua.Malgrado ciò, il DHS statunitense ha annunciato la fine del TPS dal 2 settembre, ritenendo le condizioni sufficientemente stabili: una decisione definita “irresponsabile” da ONG e diaspora. Ad Haiti è stato prorogato lo stato d’emergenza al 31 luglio e sono state autorizzate misure straordinarie come l’uso di droni esplosivi, contractor privati e la mobilitazione della Brigata per la Sicurezza delle Aree Protette, seppur con problemi di coordinamento con la Polizia.