Durissimo scontro a Coffee Break (La7) tra Fabio Mini, ex capo di Stato maggiore delle forze Nato nel Sud Europa, e il direttore editoriale de La Ragione, Davide Giacalone.Tema del dibattito è lo stallo nella guerra tra Russia e Ucraina, sulla quale la giornalista di Libero, Annalisa Terranova, interviene auspicando una soluzione negoziata che comporti una rinuncia da parte di Kiev: “Di mezzo ci vanno gli ucraini che continuano a vedere distrutta la loro terra, a vedere morti, a non vedere la via d’uscita da questo tunnel. Quindi, io penso che ragionevolmente la cosa si può concludere solo se, a un certo punto, Zelensky accetta un sacrificio territoriale“.“Ma certo, come avviene in tutte le guerre”, commenta il conduttore Ivo Mej.“Ma certo che no – esplode Giacalone – Innanzitutto, l’aggredito si difende. Io condivido la posizione del governo italiano: noi li difendiamo fino a quando sarà necessario, ma ci mancherebbe altro. Lì c’è un paese che non ha aggredito nessuno, che è stato aggredito e si dice: ‘ Volete la pace? Ma mollate qualcosa, forza!’. No, così non funziona”.Mej prova a riequilibrare il dibattito: “Veramente la vicenda è più controversa, come può dirci il generale Mini”, e richiama la rivoluzione di Maidan del 2014.Mini prende la parola e si rivolge direttamente a Giacalone: “Vada a rileggersi come sono andate le cose. La vicenda non è cominciata nel 2022, e neanche nel 2014. Parte dal 1991, con tutte quelle promesse fatte all’ex Unione Sovietica quando non era più Unione Sovietica”.“Lei sa che questo è un falso”, lo interrompe Giacalone.“Non è affatto un falso”, ribatte Mini.“Sì, è un falso – insiste il giornalista – questo è un falso della propaganda russa“.Mini non si lascia intimidire: “Veramente è lei che sta facendo propaganda nell’altro senso. Ci sono 53 documenti che stabiliscono esattamente quali sono i pezzi di carta che sono stati sottoscritti o sottintesi”.“Non è vero. Mai nessun pezzo di carta è stato sottoscritto”, ribatte Giacalone.“Ma non c’è bisogno di trattati in diplomazia”, risponde Mini, cercando di riportare la discussione su un piano storico e analitico.“Questa è la propaganda di Putin“, attacca ancora Giacalone.Mini prosegue con tono fermo: “Poi mi devono spiegare come mai adesso si dice che la Russia non va avanti — ed è vero — e allo stesso tempo è una minaccia immediata e immane per tutta la Nato e per tutta l’Europa. L’Ucraina difende se stessa, e fa bene, ma non mi venite a raccontare che difende l’Europa. Se per caso entrasse nella Ue e nella Nato, porterebbe con sé tutte le instabilità e tutte le controversie che ha con la Russia. E noi non saremmo più neanche in equilibrio. Quindi, facciamo fare i conti alla storia“.Il confronto si chiude con un commento sarcastico e nuovamente offensivo da parte di Giacalone, che liquida così l’intervento del generale: “Dal Cremlino è tutto, grazie“.L'articolo Scontro Mini-Giacalone. “Si rilegga la storia dell’Ucraina”. “Lei ripete le falsità di Putin”. Su La7 proviene da Il Fatto Quotidiano.