Inzaghi vola con l’Al Hilal, l’Inter crolla: la beffarda “rivincita” del tecnico al Mondiale per Club

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Una rivincita, nello sport, può anche avere le fattezze di una strana notte calcistica a cavallo tra giugno e luglio. Nessuna frase a effetto, nessuna rivendicazione pubblica. Solo il campo, che racconta tutto. L’eliminazione dell’Inter dal Mondiale per Club per mano del Fluminense è già una notizia. Nella tarda serata partono i processi a una rosa vecchia, agli innesti acerbi e al nuovo allenatore, Cristian Chivu, ancora incapace e impossibilitato ad apportare dei reali cambiamenti. Ma nella notte italiana arriva la seconda sorpresa, quella che cambia le sembianze dell’analisi: l’Al Hilal guidato proprio da Simone Inzaghi batte 4 a 3 dopo i tempi supplementari il Manchester City di Guardiola, conquistando uno storico quarto di finale. Beffa nella beffa, quel risultato identico a Inter–Barcellona, ultima notte di gloria per l’Inter di Inzaghi.La concomitanza del ko nerazzurro e dell’impresa di Inzaghi sa appunto di rivincita, beffarda. Una figuraccia per chi poche settimane fa liquidiva il tecnico piacentino come un allenatore incapace di fare il salto decisivo, che di fatto avrebbe limitato il percorso dell’Inter. E ora? Parafrasando il titolo di un duro editoriale post finale di Monaco, verrebbe da dire che sta facendo meglio Inzaghi senza l’Inter che l’Inter senza Inzaghi. Ovvio, non bisogna fare l’errore opposto e santificare un percorso che è solo all’inizio e che è intriso dei petroldollari arabi, gli stessi che hanno portato all’Al Hilal tanti ottimi giocatori e che poi hanno convinto il tecnico a sposare il progetto saudita. Ma, ad oggi, esiste una verità: al Mondiale per Club Inzaghi si sta prendendo la scena, mentre l’Inter ha solo amplificato gli stessi difetti che già stava mostrando con il suo ex allenatore.Che è stato criticato oltremodo dopo la tremenda sconfitta contro il Psg e un finale di stagione terribile. È vero, l’Inter di Inzaghi ha mancato il bersaglio grosso. Ma non si può cancellare con un colpo di spugna quanto seminato: uno scudetto e 5 coppe vinte, due finali di Champions raggiunte contro ogni pronostico. I critici lo inchiodavano al fallimento di Monaco, come se fosse l’unica fotografia possibile del suo lavoro. Ma oggi, con l’Inter già a casa e l’Al Hilal ancora in corsa, quella narrazione traballa. Riemergono le altre qualità di Inzaghi: un gioco che al suo apice sa essere oltremodo spettacolare, la capacità di valorizzare giocatori in declino, uno spogliatoio tenuto insieme anche nei momenti più cupi. In estrema sintesi, Inzaghi ha fatto sembrare l’Inter più forte di quello che era realmente, salvo poi disattendere aspettative che le sue stesse doti avevano contribuito a creare.Una volta che ha ritrovato una squadra con gambe fresche e tanta motivazione, Inzaghi ha ricominciato a mostrare il suo gioco fluido e brillante. Nonostante non sappia comunicare con gran parte della squadra, il suo Al Hilal già mostra trame rapide e di prima, rotazioni delle posizioni, ripartenze fulminanti. Chiedere al City di Guardiola per credere. Inzaghi ha per il momento rinunciato persino alla sua difesa a tre, un dogma che gli è stato spesso rinfacciato. E ha beneficiato anche delle giocate di un dribblatore come Malcom, a dimostrazione di come forse non era lui a non volere giocatori di questo tipo all’Inter, ma il club a non poterli comprare.L’Inter invece senza Inzaghi sta smarrendo le certezze che aveva. E ora ne sta faticosamente cercando di nuove. Il triste epilogo di questo Mondiale per Club ha dimostrato ogni oltre ragionevole dubbio come sia urgente un bel po’ di riposo per i nerazzurri. Ma anche drastici cambiamenti. Quello in panchina non basta. Il neo-tecnico Chivu ha avuto buone risposte solo da alcuni nuovi innesti: il croato Sucic, i centravanti Pio e Sebastiano Esposito, anche Valentin Carboni. Ma tra giocatori spenti e altri assenti, il monito di capitan Lautaro suona quanto mai logico e attuale: “Chi non vuole restare, vada via”. Anche chi ha già dato tutto, verrebbe da aggiungere. Il cambiamento era necessario, la storia con Inzaghi era finita e continuare insieme non era la soluzione giusta. Anche per alcuni evidenti limiti del tecnico, specialmente dal punto di vista comunicativo. Ma la nuova vita dei nerazzurri, con le macerie che si porta dietro, ha avuto un inizio complesso e delicato. A dimostrazione di quanto fosse difficile il lavoro di Inzaghi, che intanto già festeggia nella sua nuova realtà.L'articolo Inzaghi vola con l’Al Hilal, l’Inter crolla: la beffarda “rivincita” del tecnico al Mondiale per Club proviene da Il Fatto Quotidiano.