AGI - La Convenzione di Ottawa per la messa al bando delle mine anti-uomo fu firmata nel 1997. A oggi sono 133 gli Stati firmatari su un totale di 164 Stati coinvolti. Due Stati, le Isole Mars e il Turkmenistan, hanno firmato ma non ratificato il Trattato, e altri 32 Stati membri delle Nazioni Unite; tra questi Cina, Russia, Stati Uniti d'America, Repubblica di Corea, Corea del Nord, Israele, Libia e Libano non la hanno né firmata né ratificata.Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato l'uscita del suo Paese dalla Convenzione "a causa dell'invasione russa". Per gli stessi motivi quest'anno hanno già annunciato l'uscita dal Trattato sulle mine anti-uomo Polonia, Finlandia, Lituania, Estonia e Lettonia. Le mine anti-uomo vennero impiegate in modo massiccio nella Seconda guerra mondiale e poi il loro uso è continuato e cresciuto nei conflitti successivi.Ma l'eredità che l'uso delle anti-uomo si lascia dietro è pesante: sminamenti costosi e spesso incompleti lasciano per anni le trappole sepolte, mietendo vittime fra i civili dopo la fine dei conflitti. Per questo, dagli anni '70, nacque un movimento contro le mine anti-uomo che vide coinvolte personalità di spicco. Una su tutte, Lady Diana. Il primo passo verso l'abolizione e il divieto del loro uso risale al 1977, in sede di revisione della Convenzione di Ginevra. Nel 1980, una Conferenza delle Nazioni Unite a Ginevra adotta la Convenzione delle Nazioni Unite su certe armi convenzionali.Tra i Protocolli annessi, il "Protocollo II sulla proibizione o restrizione dell'uso di mine, trappole esplosive e altri dispositivi", il quale introduce delle restrizioni nell'uso di mine terrestri antiuomo. Negli anni '90 si sono mosse alcune Ong e, nel 1993, la Francia ha presentato formalmente richiesta al Segretario generale delle Nazioni Uniti affinché venisse convocata una Conferenza di revisione della Convenzione delle Nazioni Unite su certe armi convenzionali in accordo con l'articolo 8 della stessa convenzione e per rafforzare le disposizioni sull'uso di mine terrestri antiuomo.Nel 1997 la Convenzione ha ottenuto le firme di 122 Stati quando il Trattato venne aperto alla firma il 3 dicembre 1997 a Ottawa, in Canada. Attualmente vi sono 164 Stati parte al Trattato. Al 2003, il Trattato di Ottawa era stato sottoscritto da 150 Paesi e ratificato da 142. Il trattato e' composto da un preambolo e da 22 articoli. Oltre al divieto dell'uso delle anti-uomo, il Trattato prevede altri passaggi chiave.- DISTRUZIONE DEGLI STOCK: la Convenzione impegna gli Stati parte alla distruzione di tutte le mine antiuomo in loro possesso o sotto il loro controllo, "al più presto" ma in ogni caso non oltre i quattro anni dall'entrata in vigore del Trattato per lo Stato interessato. L'unica eccezione alle disposizioni sulla distruzione riguarda mine che possono essere tenute ai fini di addestramento relativo a tecniche di rilevamento, bonifica o eliminazione, e in numeri comunque minimi necessari a tali fini. A oggi, 157 Stati membri hanno eliminato tutte le scorte, che a livello mondiale contano oltre 47 milioni di ordigni.- BONIFICA DI AREE MINATE: il Trattato impone ai suoi Membri l'identificazione delle aree contaminate, la loro segnalazione e delimitazione che garantisca la protezione dei civili finché il processo di bonifica non sia terminato. La bonifica totale deve intervenire entro 10 anni dall'entrata in vigore della Convenzione per lo Stato interessato, salvo richiesta di proroga che, comunque, non può superare un ulteriore periodo di 10 anni.- ASSISTENZA ALLE VITTIME: le disposizioni sull'assistenza alle vittime sono di centrale importanza nella Convenzione di Ottawa e, al tempo della sua negoziazione, rappresentarono una novità nel panorama degli strumenti di disarmo e controllo degli armamenti. Esse si riassumono nell'obbligo degli Stati sottoscrittori "in grado di farlo" di fornire assistenza per la cura e riabilitazione, reintegrazione economica e sociale, delle vittime delle mine. Tale assistenza può essere fornita nel quadro di misure nazionali o attraverso canali bilaterali e multilaterali.- TRASPARENZA: al fine di assicurare uno scambio di informazioni costante e produttivo, la Convenzione prevede la presentazione di rapporti annuali sull'attuazione di numerose delle sue disposizioni, tra cui quelle relative alle misure nazionali, agli stock esistenti, all'identificazione di aree contaminate e alla loro bonifica.