“Visitate l’Italia!”, una mostra accattivante nel posto sbagliato

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La mostra e il titolo sono accattivanti, “Visitate l’Italia!”, i manifesti piccole opere d’arte considerando anche gli autori. Ma sede ed allestimento (l’uno è conseguenza dell’altro) non idonei. Mi riferisco all’ultimo evento a Palazzo Madama a Torino, da non confondere con la sede del Senato a Roma, ma l’edificio juvarriano in piazza Castello baricentrico a Palazzo Reale e la Torre Littoria. Questa dimora sabauda è la storia di Torino, dall’Augusta Taurinorum, nella parte retrostante la facciata juvarriana, la porta orientale della provincia romana, poi alla dominazione dei d’Acaja, i capostipiti dei Savoia, per finire alle due Reggenti, Madame Reali, Cristina di Borbone – Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours.L’edificio è una delle opere più affascinanti di Juvarra, diventato architetto reale dopo la morte di Michelangelo Garove e anche per la buona prova fornita a Vittorio Amedeo per la Basilica di Superga, voluta e realizzata per il voto alla Madonna in caso di vittoria sui francesi (ottenuta poi nel 1706), tornata alla ribalta per il suffragio a Vittorio Emanuele.Palazzo Madama è ricco di suppellettili preziose, mobili del Piffetti, quadri, argenti porcellane, reperti archeologici, nonché un Museo permanente di Arte medievale, la visita riempie il cuore ed appaga la vista, non bastano cinque ore per godere di tutto. Purtroppo la mania di pensare ed organizzare mostre prende ormai la mano a tutti i responsabili di edifici storici e così nel Salone delle Feste dove si organizzano tutt’ora cene di Gala, e su questo sono assolutamente d’accordo perché progettato per questo scopo, si alternano allestimenti quanto mai discutibili. Il ritorno economico non esiste perché a conti fatti rende più una serata che la bigliettazione di una qualsiasi mostra.Torino, ex città industriale non ha carenza di spazi neutri, dal Lingotto alle Ogr, oppure le varie sedi delle Fondazioni, quali Sandretto Re Rebaudengo, Mertz ed altre. Ripeto: i manifesti sono bellissimi, tenuto conto che i 200 esposti sono di Leopoldo Metlicovitz, Marcello Dudovich, Ettore Tito, Galileo Chini e molti altri cartellonisti, come si chiamavano un tempo, testimoni straordinari della comunicazione, ancora prima della televisione e dei social. Nel 1919 nasce l’Enit e il turismo in Italia si evolve facendo concorrenza ai siti esteri per mare, montagna località termali e… Casinò.Una vera cuccagna per chi ama la cartellonistica d’antan, che poteva però come scritto sopra, trovare una diversa collocazione in un luogo diverso oppure con un allestimento più consono alla indiscutibile bellezza del salone ed edificio juvarriano.L'articolo “Visitate l’Italia!”, una mostra accattivante nel posto sbagliato proviene da Il Fatto Quotidiano.