Unabomber, prescrizione per tutti gli attentati tranne e uno. Solo una vittima potrà chiedere il risarcimento

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C’è un nuovo capitolo nella complessa vicenda giudiziaria di Unabomber. Il giudice per le indagini preliminari deciso un rinvio dell’udienza al 15 settembre che ha fatto scattare la prescrizione per tutti gli attentati del 2005, l’ultimo dei quali risalente al 9 luglio. Spazzate via, dunque, anche le possibilità di risarcimento per le vittime, tranne una, un infermiere di Mestre, all’epoca di 28 anni come riporta il Messaggero Veneto. L’infermiere fu ferito nell’ultimo attentato con conseguenze per le persone: quello del 6 maggio 2006 a Porto Santa Margherita, Caorle, quando deflagrò un ordigno nascosto sotto il tappo di una bottiglia contenente un messaggio. In assenza di un rinvio a giudizio per parti civili non c’è possibilità di chiedere il risarcimento e per l’ultimo che potrà farlo solo se il caso si chiudesse entro il 6 maggio 2026Intanto, si attende entro il 24 maggio la perizia dei consulenti Giampietro Lago ed Elena Pilli, disposta dal gip Luigi Dainotti nel marzo 2023 in incidente probatorio e che, di rinvio in rinvio, dopo due anni non è stata depositata. Una perizia complessa: deve verificare se il Dna ricavato dal riesame dei reperti probatori corrisponda a uno degli 11 indagati dopo la riapertura del caso. E di un’altra ventina di persone che potrebbero aver avuto contatti con i reperti, inquinandoli. Lago, ex comandante del Ris di Parma, e Pilli, antropologa molecolare forense, avevano già chiesto ulteriore tempo per capire se il Dna ricavato dal riesame, con le nuove tecnologie, dei reperti probatori a carico di Unabomber.L’inchiesta sul caso era stata riaperta in seguito a quanto rilevato da un giornalista e due delle vittime che avevano chiesto e ottenuto di riesaminare alcuni reperti. Nel fascicolo figuravano i nomi di 32 persone (di cui una è deceduta), molte delle quali hanno acconsentito al prelievo del Dna. Tra loro anche due personaggi già noti, i fratelli Elvo e Galliano Zornitta, il primo dei quali è stato a lungo il principale sospettato, anche se poi è stato scagionato. I reperti sono stati sottoposti a un’analisi più completa e approfondita: formazioni pilifere celate da una bomboletta di stelle filanti, un uovo, un tubo filettato, nastri isolanti sequestrati intatti da confezioni di pomodoro e di maionese, rilievi dattiloscopici, un inginocchiatoio, una scatoletta di sgombro, un congegno inserito sotto la sella di una bicicletta, una bottiglia di Coca Cola.Tra 1994 e 2006 avvennero 34 attentati a Pordenone, Udine, Treviso e Venezia, esplosivo nascosto in una candela, un uovo o un tubo. A nulla valsero le indagini alternatesi con centinaia di investigatori e rimbalzate in inchieste di volta in volta coordinate dalle procure di Pordenone, Udine, Treviso, Venezia e, ultima, Trieste. Che per questo è oggi distretto giudiziario competente. Una sola persona è stata accusata per anni, Elvo Zornitta, l’ingegnere di Corva di Azzano Decimo (Pordenone) assistito dall’avvocato Maurizio Paniz, e scagionato nel 2016 quando fu scoperto che la prova regina – un lamierino tagliato – era stata manomessa da un poliziotto, Ezio Zernar, poi condannato.L'articolo Unabomber, prescrizione per tutti gli attentati tranne e uno. Solo una vittima potrà chiedere il risarcimento proviene da Il Fatto Quotidiano.