In FolleMente di Paolo genovese Emanuela Fanelli è una delle emozioni che si muovono nella mente della protagonista Pilar Fogliati. È Trilli, l’istinto sessuale. E in un’intervista a Repubblica dice che la scelta «non scontata» ha ricevuto gli elogi di un suo amico: «L’ho insultato: “perché, so’ brutta?”». Nel colloquio con Arianna Filos dice che «alle elementari avevo successo con i maschietti, ero vivace, giocavo a calcio. A San Valentino ero piena di regali, mi scrivevano le letterine d’amore a cui rispondere “sì”, “no”, “forse”. Io mettevo “forse” a tutti. Ero piena di dubbi. Penso che un tale successo non l’abbia avuto mai più».Il primo appuntamentoRacconta il suo primo appuntamento: «A 14 anni un ragazzetto mi porta al Pincio bendata. Poi toglie la benda, mi dà dei fiori e mi chiede se voglio essere la sua fidanzata. Tenero». Lei ha risposto «di sì. Mi piaceva, ma in quella situazione sarebbe stato difficile dire no. Non è durata tanto». Una volta da dimenticare invece fu «a 22 anni. Un tizio, molto più grande, mi chiedeva spesso di uscire, non ero interessata. Alla fine ho accettato un pranzo al mare. Sole di maggio, vino caldo, un po’ di mal di testa… Lui mi fa una dichiarazione, io resto tiepida. Lui deluso: “Non capisco, sei il terzo amore della mia vita e reagisci così?”, come fosse un complimento. Poi si mette in mutande e si butta in mare, e io dalla riva: “Attento alla congestione”».I fioriE anche adesso si fa problemi: «Anch’io mi faccio problemi. Nel 2021, ero a Sanremo con Lo Stato sociale, c’era la questione dei fiori: li davano solo alle donne, alcuni si arrabbiavano. Mi chiedevo: se me li danno? Urlo e glieli tiro addosso indignata? O li prendo perché mi piacciono? Mi piacciono perché sono ancella del patriarcato?». Per Trilli non ha fatto un provino: «Paolo pensava a me per il ruolo, ho sentito che c’era margine per far ridere. Trilli è la parte erotica, ma anche vitale, che smonta le pesantezze dei pensieri. Sulla seduzione mi sono dovuta impegnare. Sono più cazzarona che panterona».I socialSui social network «la sensazione è che ti amino alla follia e poi, alla prima cosa storta, ti odino. Ci sto poco, non voglio che il mio privato diventi fraintendibile». E dice cosa le piace: «Rido con il nonsense, l’imprevisto, i bambini quando insegnavo alla materna. Mi innamoro di talento e umorismo». E cosa la fa arrabbiare: «Quando scambiano la mia morbidezza caratteriale per stupidità e capisco che si sono approfittati di un’accoglienza».L'articolo Emanuela Fanelli e il ruolo di Trilli in FolleMente: «Sono più cazzarona che panterona» proviene da Open.