Malgrado Trump l’Europa c’è

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di Giovanni Caruselli – Trump sta facendo tutto il possibile per disunire, umiliare e indebolire l’Unione Europea, ma le risposte che riceve non sono di servilismo e vassallaggio. Perfino la sua più vicina leader europea, la presidentessa italiana, ha dichiarato che l’Ucraina non sarà umiliata e abbandonata, che non diventerà una colonia e che fino al momento della pace avrà alle spalle l’Unione Europea. Certamente sarà più difficile senza gli aiuti Usa (che sono stati un terzo di quelli dichiarati fantasiosamente da Donald!), ma l’Europa sarà coerente con i suoi impegni.Bisogna sfatare la superficiale vulgata di un’Europa disarmata che sarebbe sopraffatta dall’Armata Russa. Quindi diamo i numeri corretti. La Polonia possiede il più forte e il più addestrato esercito di terra e le più moderne fanterie corazzate del mondo. Migliaia di cannoni sono puntati sui depositi di petrolio russi. La Germania possiede missili che per ammissione stessa dei russi non sono intercettabili e possono paralizzare la rete ferroviaria russa in 24 ore bloccandone tutta la logistica. Gli svedesi posseggono caccia che sono più moderni di quelli russi e sistemi guerra elettronica eccezionali. I finlandesi hanno già fatto conoscere ai russi la loro abilità nella guerriglia nella tundra sulla neve durante la seconda guerra mondiale. E infine, se ciò non bastasse, ci sono 250 testate nucleari in Inghilterra e 250 in Francia che costituiscono un deterrente significativo di fronte a un vero e proprio attacco all’Europa. Certamente in una guerra di lunga durata Mosca potrebbe fare valere le sue riserve energetiche, il denaro che usa per arruolare in tutto il mondo sventurata carne da macello da buttare nella fornace delle prime linee, ma anche tutto questo ha un limite. Inoltre non ci stanchiamo di sottolineare che Trump fra 4 anni sarà un privato cittadino, che il malumore all’interno del suo stesso partito cresce e che i governi dei singoli Stati incominciano a essergli ostili.La situazione strategica planetaria incomincia ad apparire chiara. Gli Usa devono assolutamente attenuare i legami fra Mosca e Pechino, perché non potrebbero sostenere facilmente i costi di un doppio conflitto parallelo. Dunque sono disponibili a cedere a Putin ciò che chiederà riguardo all’Ucraina, pur salvaguardando la sua indipendenza sotto tutela europea. E poi forse si aprirà la questione sull’Estonia e Kaliningrad. Si tratterà su questo ma alla fine le conquiste russe saranno confermate. Casomai non sappiamo se il Cremlino chiederà l’instaurazione di un governo filorusso a Kiev, ma sembra improbabile. E anche riguardo alle pretese di Trump su terre rare, porti e quant’altro l’accordo si troverà.Se ciò andasse come previsto occorre fare un’altra riflessione sugli attacchi di Trump all’Europa. Se la questione della bilancia commerciale fra Europa è Usa ha una sua ragion d’essere, i cervelloni di Washington e quelli del Pentagono non possono augurarsi certamente un’Europa assoggettata ai russi. Sarebbe una follia farlo, anche peggiore del Trattato di Monaco che diede la stura all’espansionismo tedesco. Forse ci sarà una riduzione consistente dei militari americani, ma sicuramente progressiva e bilanciata da un esercito europeo che fa fatica a partire. I russi potrebbero rivendicare territori russofoni ma niente di più.Le elezioni tedesche hanno visto certamente la crescita dell’AFD, ma hanno visto anche la resistenza degli altri partiti storici, che continueranno a governare e dovranno spiegare perché c’è la crisi economica e come la si può superare. Le fantasie dell’AFD sull’Ucraina e sull’immigrazione clandestina dovranno essere ricondotte a provvedimenti severi, precisi e forse anche discriminatori, ma non per colpa degli europei.Insomma l’Europa c’è, se vuole esserci.