Ma Trump azzera la (folle) retorica sulla vittoria finale ucraina

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Qual è il prezzo della pace, verrebbe a questo punto da chiedersi? Meglio una pace ingiusta che ponga fine al massacro durato anni o proseguire in una guerra ritenuta giusta, da chi non la combatte in prima linea, ed inzuppare ancora di più la terra di sangue fincheé tutta l’Ucraina non sia svuotata completamente di uomini e risorse.L’apparente sconsideratezza di Donald Trump è frutto di un preciso calcolo politico, come la “teoria del pazzo” di nixoniana memoria farebbe intendere, o siamo di fronte ad un capovolgimento completo della distinzione tra bene e male? Porre fine alla guerra richiederà un costo. Un costo alto. Tuttavia, se questo è l’unico modo per interrompere il conflitto, non varrebbe la pena di accettarne l’ingiustizia in nome di una pace sia pure temporanea? Se i grandi teorici marxisti delle relazioni internazionali fossero ancora in questo mondo si meraviglierebbero di quanto le loro teorie abbiano trovato compimento nei primi mesi della presidenza Trump.L’ultima uscita del neo presidente americano nonché capo del mondo libero su Zelensky, definito “dittatore non eletto e comico mediocre”, e il successivo accordo tra Usa e Ucraina sul prezzo da pagare per la pace sono la conferma di come a dettare legge nel mondo siano sempre le potenze con proiezioni imperialistiche.Un nuovo imperialismo americano, condito da affascinanti elementi tech, antiglobalismo e la ritrovata dottrina Monroe sembra stagliarsi all’orizzonte del mondo.Nel frattempo il povero Zelensky passa da essere l’eroe venerato da tutto il mondo libero a negletto, povero principe degli afflitti relegato in un angolo in attesa che il suo destino venga deciso da altri, compresi quelli (i russi) che hanno attaccato il suo paese.Trump annichilisce in un colpo la retorica (tutta europea si badi, mai americana) dell’eroe che resiste fino alla vittoria finale, anche se non si è mai capito in cosa questa vittoria dovesse consistere, e riporta il piano della pace ad un accordo tra grandi potenze come nell’epoca novecentesca, azzerando per il momento il conflitto tra Usa e Russia con una rapidità mai vista. Egli pare aver bene applicato la lezione che il compianto Kissinger gli fornì: fare con la Russia quello che lui assieme a Nixon fecero con la Cina, ossia allontanare la potenza minore dall’orbita di quella maggiore.I ruoli si sono invertiti; ora è la Cina la potenza dominante e la Russia va tolta dalla sua sfera di influenza onde evitare un blocco nemico tremendamente pericoloso.Durante il primo mandato non poté farlo a causa del “russiagate”, ma ora ha mano libera. Il prezzo da pagare sarà saldato dagli ucraini, spinti (dagli europei) a protrarre una guerra che andava interrotta prima possibile e che invece, complice la solita retorica, ha portato l’Ucraina allo sfacelo e la Russia a trionfare là dove voleva trionfare, ossia nelle repubbliche separatiste. Lo sfruttamento delle terre rare come compenso per i miliardi di dollari inviati rientra perfettamente nello schema imperialistico classico mirabilmente descritto dai teorici di cui sopra. Nulla di nuovo.Certo ora a preoccupare è la reazione di Zelensky. Messo all’angolo potrebbe tentare un colpo di mano per influenzare (secondo lui) i negoziati dando maggior forza all’Ucraina, magari spingendosi ancora più in profondità nei territori russi invasi, la ferita più viva che Putin abbia subito. La capacità coercitiva di Trump si misurerà in quanto riuscirà ad imporre all’Ucraina come rinuncia per la sua sopravvivenza nel mondo.Il silenzio in Europa è assordante, inferiore solo all’imbarazzo di chi ha sempre guardato a Putin come ad un mostro sanguinario e all’America come alla potenza posta a guardia di ordine e giustizia mondiale. Quando dal Cremlino provenivano ipotesi di pace venivano bollate come “propaganda” e chi guardava senza ipocrisie al mondo russo veniva considerato “putiniano”, aggettivo questo del tutto senza senso.Chissà se lo stesso aggettivo verrà utilizzato anche nei confronti di Trump. Se Lenin o Rosa Luxemburg o Karl Kautsky fossero ancora vivi si fregherebbero le mani dalla soddisfazione, almeno teorica.Francesco Teodori, 22 febbraio 2025Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis)L'articolo Ma Trump azzera la (folle) retorica sulla vittoria finale ucraina proviene da Nicolaporro.it.