Seeyousound fa undici, e non molla per nulla (nemmeno la house)

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Fine febbraio a Torino significa che è di nuovo il momento di Seeyousound. “The high fidelity music film festival” è il claim della undicesima edizione. Un riferimento all’alta fedeltà, HiFi, concetto a cui, se non lo sapeste, si riferisce l’ascolto della musica nella sua forma più autentica. Aldilà del claim, “fedeltà” è una buona parola per raccontare questo piccolo festival che compie undici anni. Fedeltà del pubblico in primis, visto il pienone registrato nella serata inaugurale. Fedeltà verso l’ormai casa del festival, il Cinema Massimo, quest’anno colorato di rosso. Fedeltà degli organizzatori nel proporre sempre cose interessanti e alzare la posta. Anche quest’anno Seeyousound ha fatto del suo meglio proporre una selezione di proiezioni, esibizioni, talk e eventi collaterali sparsi nel centro di Torino dove la musica è protagonista.Seeyousound International Music Film Festival è iniziato appunto ieri e andrà avanti fino al 28 febbraio. Le luci della ribalta del programma se li sono presi i Blur per la serata inaugurale con il film “Blur: To the End”, diretto da Toby L, che racconta della re-union di Damon Albarn e soci negli ultimi anni e accompagnano il loro percorso al primo concerto del gruppo a Wembley nel luglio 2023 (fa strano pensare che la band che ha scritto le leggi del brit-pop si è esibita per la prima volta in quello che in UK è un tempio solo un paio di anni fa).Immagini dalla proiezione di Blur: To the end. Crediti foto di Elisabetta Ghignone e Davide TaccoMa detto questo è giusto, come da tradizione, cominciare a parlare della parte più interessante del festival torinese da un punto di vista “soundwalliano”. E in questo senso non possiamo non segnalarvi il live di Kode9 in programma martedì 25 febbraio. Steve Godman, passato tra le nostre righe un paio di anni fa per un’intervista, per far coniugare l’unione di suono e video richiesta dal festival presenterà Escapology Live A/V. Partendo dall’idea di una colonna sonora da videogioco, Kode9 suonerà dal vivo musiche tratte dal disco Escapology e materiali inediti, manipolando i visual proiettati alle sue spalle. Essendo più abituati a vederlo in forma dj set come all’ultimo C2C, ci aspettiamo una performance del dj-produttore scozzese più rara e intrigante del solito.Restiamo sui live per segnalarvi Noemi Büchi nella serata di chiusura del festival di venerdì 28. Noemi è una giovane e promettente compositrice e sound designer svizzero-francese che crea una sorta di elettronica “sinfonica e massimalista”. Poi ci saranno i citati eventi collaterali alle proiezioni del Cinema Massimo. Uno di questi porterà una vecchia gloria del clubbing: François Kevorkian metterà i dischi all’Off Topic venerdì 28. Mica male.Passiamo invece al vero cuore del festival. I film. Tantissimi, come al solito, divisi nelle sei sezioni del festival (di cui una dedicata ai videoclip musicali). Oltre a “Blur: To the end”, che è il riuscito affresco intimo della band britannica ed è stato accolto calorosamente dal pubblico, durante gli otto giorni di festival troverete gli Steppenwolf, gli At the Drive-In, l’EBM, gli Uzeda, i Gaznaveda, Guido Harari, Peaches, il jazz come atto geopolitico. E poi i lungometraggi della sezione LP Feature con Gesuidouz, storia di una band punk giapponese, e un film d’animazione basato sull’album di Robert Wyatt “Rock Bottom”. E poi i corti della sezione 7 inch. Vi consigliamo di spulciare il programma completo. In compenso è giusto segnalarvi in particolare le tre proiezioni più interessanti da, come detto e scusate la ripetizione, un punto di vista puramente “soundwalliano”.House Music: A cultural RevolutionBarbara E. Allen è una regista che durante la sua carriera si è concentrata molto nel raccontare Chicago. E se vuoi raccontare Chicago non si può ignorare la scena house, Frankie Knuckles e il club Warehouse. In questo documentario, proiettato in anteprima europea a Seeyousound venerdì 28 febbraio alle 17, si parla proprio della rivoluzione culturale nata tra le mura del Warehouse. Un movimento musicale che è nato in contrapposizione alla scena disco, che ha creato spazi sicuri e accoglienti per le comunità emarginate e che è cresciuto negli anni fino a ispirare sonorità di artisti che con il clubbing centrano poco. Per dire, il documentario inizia mostrando il Grammy vinto da Beyonce e rivendicando il movimento house come ispirazione per il suo album. Qualcuno potrà storcere il naso poiché può sembrare la classica americanata. Comparirà anche Charlie XCX, ma, bisogna dirlo, è innegabile che il suono elettronico plasmato nella “Windy City” ha influito molto nella cultura musicale americana e nel processo creativo di alcuni artisti più commerciali. Tra  filmati d’archivio e interviste con i protagonisti di questo percorso iniziato ormai 40 anni fa, questo è un pezzo di storia da conoscere per tutti i “clubber”. Per di più a celebrare la proiezione nella notte immediatamente seguente arriva il già citato François Kevorkian per mettere i dischi all’Off Topic.Frankie Knuckles in una scena del documentario House Music: A cultural RevolutionMogwai: If the stars had a soundI Mogwai producono il loro meraviglioso e immersivo suono da ormai tre decenni. Ll loro ultimo album, “The Bad Fire” è fresco fresco di uscita. Questo film, “Mogwai: If the stars had a sound” diretto dall’ex fotografo Antony Crook, è incantevole nel catturare dal vivo una band importante da un punto di vista generazionale, in grado di mettere d’accordo gli appassionati di più generi musicali. Partendo da quando i Mogwai si trovano sulla soglia di un improbabile primo posto nella classifica del Regno Unito grazie al loro precedente album, “As the Love Continues” uscito nel 2021, il film fa un balzo all’indietro riportandoci alla fine degli anni ’90 dove ritroviamo il gruppo impegnato fin dall’inizio a disegnare paesaggi con le loro chitarre. La musica parla durante le immagini. Questo film è una specie di manifesto musicale di una band che è rimasta fortemente indipendente. Cerca di essere puro, prendendo spunto dall’approccio anti-logorroico della band scozzese e offre una biografia senza chissà quali analisi esterne. Tanto meglio per lasciare che le loro maestose raffiche strumentali riempiano lo spazio, senza essere ostacolate da troppi commenti guida. La prima proiezione di mercoledì è già sold out (a conferma del richiamo che la band ha per il grande pubblico), ma vista la richiesta il festival ne ha organizzata una seconda venerdì 28 alle 18:45. Se passate a Torino non lasciatevela sfuggire.Booliron – Hip-Hop in RivieraUn po’ di Italia con l’hip hop romagnàul. Francesco Figliola è regista dal 2017, ma è attivo dagli anni ‘90 come disc jockey, produttore e collezionista di vinili. In Booliron ha voluto raccontare quello che è nato culturalmente nella riviera romagnola quando alla fine degli anni ’80 sono arrivati i graffiti dei writers, le danze dei brakers e i dj amanti del rap. Su queste pagine Mateo Garini ha già scritto di Booliron e quindi vi consigliamo di recuperare questa lettura, oltre a vedere il documentario. La proiezione, prevista per domenica 23 febbraio presso la sala Cabiria a partire dalle 18, sarà seguita dal live di Tormento, fresco fresco della partecipazione a Sanremo, e Dj Mastafive. Un piccolo live celebrativo di uno squarcio d’Italia.The post Seeyousound fa undici, e non molla per nulla (nemmeno la house) appeared first on Soundwall.