La Casa Bianca e il Cremlino parlano sempre di più la stessa lingua, soprattutto quando si tratta del conflitto che da tre anni giusti giusti Mosca ha portato nelle case e nelle strade ucraine. Oggi, lunedì 24 febbraio, l’Assemblea generale dell’Onu ha approvato la risoluzione “Path to Peace” presentata dalla delegazione statunitense, non senza però una serie di emendamenti proposti dall’Unione europea. Su tutti quello che ribadiva la necessità di proteggere «sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale dell’Ucraina». Emendamento contro il quale si è schierata la stessa Washington, in linea con le minacce – non troppo velate – di opporre il veto a una simile riformulazione. E intanto il filo diretto tra Stati Uniti e Mosca continua a funzionare, sopra le teste di Bruxelles e di Kiev stessa. Anche se lo stesso Donald Trump ventila la possibilità di vedere sia il presidente russo Vladimir Putin che quello ucraino Volodymyr Zelensky entro la prossima settimana.L’Ue e la questione territorialePer il primo emendamento 78 sì e 16 no, per il secondo 60 sì e 18 no. Sono state promosse a pieni voti, compreso quello dell’Italia, le due proposte di modifica della risoluzione delle Nazioni Unite in corrispondenza del terzo anniversario dell’invasione russa in Ucraina. Due le costanti: l’insistenza dell’Unione europea sulla questione territoriale e il «no» secco (trasformato in un’astensione) di Washington. In primo luogo, nel testo della risoluzione la frase «pace duratura tra Ucraina e Federazione russa» sarà sostituita con le parole «pace giusta, duratura e complessiva tra Ucraina e Federazione Russa in linea con la Carta dell’Onu e i principi di sovranità, eguaglianza e integrità territoriale degli Stati». In secondo luogo, l’Onu ha approvato l’aggiunta del paragrafo seguente: «Riaffermando il suo impegno alla sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti, ivi comprese le acque territoriali». Proprio queste due specifiche erano state oggetto degli attacchi del presidente americano Donald Trump, anche tramite i suoi portavoce nel Palazzo di vetro.Lo smacco a Trump e l’emendamento russo fallitoIl desiderio di Trump, come più volte ha ribadito nel pomeriggio un alto funzionario americano, era vedere la risoluzione di matrice americana approvata senza emendamenti. Un desiderio fallito nonostante le minacce di «porre il veto» per bloccare il nuovo testo. Agli avvertimenti era seguita anche la ormai classica formula per sminuire il peso dell’Assemblea: per il tycoon, infatti, il voto di oggi contava meno di zero. Ad avere davvero valore sarebbe solo quello del Consiglio di Sicurezza, che ovviamente comprende la Casa Bianca e il Cremlino. Proprio Mosca ha fallito nel tentativo di far passare alcuni emendamenti, tra cui il riferimento alla necessità di «affrontare le cause alla radice del conflitto» russo-ucraino. Il nuovo vertice Usa-Russia a RiadCome ormai prassi nelle ultime settimane, Donald Trump e Vladimir Putin continuano a parlare. Che sia direttamente o per interposta persona, le relazioni tra i due giganti geopolitici sembrano più vive che mai. Dopo l’incontro di settimana scorsa, martedì 25 febbraio le delegazioni russe e americane si incontreranno in un secondo round di trattative a Riad. Al tavolo, di nuovo, non è stato invitato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo fonti anonime citate dalla Afp, quello di martedì sarà un «incontro di livello inferiore» rispetto a quello che aveva visto protagonisti il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio. Trump: «Zelensky approvi accordo su minerali. Putin? Trattiamo transazioni economiche»Rimane comunque «un segnale di progresso», nonostante da Washington Trump continui imperterrito a sottolineare il rapporto roseo con Putin e non allenti la pressione su Kiev. «Stiamo discutendo seriamente con il presidente russo Vladimir Putin riguardo alla fine della guerra e i colloqui stanno procedendo molto bene!», ha scritto su suo social Truth. Per poi aggiungere che, oltre alle «importanti transazioni economiche tra Usa e Russia», snodo cruciale per un eventuale accordo è l’approvazione da parte di Zelensky dell’«accordo sui minerali». Quello che, in poche parole, fa entrare Washington a piene mani nell’economia ucraina. E che, secondo Trump, il presidente ucraino sarebbe disposto a firmare entro settimana prossima.L'articolo Ucraina, Trump: «La guerra potrebbe finire entro poche settimane. Incontro con Putin? Presto. Vedrò anche Zelensky, firmerà per i minerali» proviene da Open.