Via il russo dalle scuole, anche se a parlarlo è il 27% della popolazione. L’Estonia, uno dei Paesi dell’Unione europea che condivide una parte dei propri confini con la Russia e che, essendo stata parte dell’ex Unione Sovietica, teme rivendicazioni territoriali da parte di Mosca come successo per l’Ucraina, ha deciso di compiere un primo passo per allentare parte del legame che la lega ancora alla Federazione. E lo fa con una riforma della scuola che, tra le altre cose, prevede la graduale eliminazione del russo entro il 2030 che diventerà a tutti gli effetti una lingua straniera.Come detto, per la passata appartenenza all’Unione Sovietica e per la conseguente presenza di grandi comunità russofone, specialmente nelle aree più vicine al confine con la Federazione, il russo è una lingua largamente parlata in tutti gli Stati Baltici. In Lettonia è la principale per il 38% della popolazione, per l’Estonia, secondo dati forniti dall’Unione europea, per il 27%. E ci sono città dove questo dato raggiunge anche il 90%.La scelta ha chiari connotati politici, soprattutto se si tiene conto che proprio la popolazione russofona crea preoccupazione nei cittadini che guardano a Bruxelles perché, sostengono, più facilmente influenzabile attraverso la propaganda del Cremlino. Non è un caso se tra le sanzioni dell’Ue in seguito all’invasione dell’Ucraina sono state revocate le licenze alle emittenti controllate da Mosca. La Lettonia e l’Estonia stanno introducendo anche il lettone e l’estone come unica lingua di insegnamento in tutte le scuole.In un’intervista a Euronews, la ministra Kristina Kallas ha spiegato i motivi dietro a questa decisione: “Per molto tempo è mancata la volontà politica perché c’erano forti tentativi di interferenza da parte della Russia. È molto triste, ma in un certo senso l’aggressione russa all’Ucraina è stata l’elemento decisivo per abbattere la resistenza a questa riforma scolastica. La mia grande preoccupazione è che l’esistenza di un sistema scolastico separato in lingua russa abbia un impatto negativo sui bambini russofoni. Questo sistema educativo totalmente separato e parallelo ha fatto sì che i bambini di lingua russa siano stati completamente esclusi dalle opportunità di formazione estone dopo il diploma (russo) e questo vale anche per il mercato del lavoro. Pertanto, dobbiamo riformare questo sistema scolastico e fornire un accesso paritario ai corsi insegnati in estone”. Kallas offre anche una motivazione più politica: “La generazione nata dopo che l’Estonia ha riconquistato l’indipendenza è necessario che si veda come estone e che si identifichi con la nazionalità estone, senza dover rinunciare al senso di appartenenza alla Russia. Queste identità non si escludono a vicenda”.L'articolo L’Estonia eliminerà lo studio della lingua russa a scuola entro il 2030: è parlata dal 27% della popolazione proviene da Il Fatto Quotidiano.