Business, non pacifismo: perché Trump vuole la pace con Putin (e quale impatto avrà)

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La promessa di Trump di porre fine alle ostilità tra russi ed ucraini ha rappresentato anche uno dei punti nodali della recente campagna elettorale che lo ha riportato alla guida del Paese.Non a caso, il rieletto Presidente, per mantener fede alle sue parole, ripristinare e riconquistare l’autorevolezza degli Stati Uniti sullo scacchiere globale, offuscata dalla disastrosa gestione Biden, da quando si è insediato ha dato vita ad un’incessante azione diplomatica riportando le relazioni con la Russia ad un livello ottimale.Probabilmente i rapporti con Putin non sono mai stati interrotti, neanche durante la Presidenza Biden, ed è questa la ragione per la quale la rapidità con cui si sta giungendo ad accordi per un cessate il fuoco definitivo desta sorpresa e scetticismo, soprattutto ascoltando la ormai isolata campana di uno Zelensky che ha dalla sua soltanto parte dell’Unione Europea.Trump, Putin e i BRICSLa strategia adottata dal neo-establishment Usa è stata studiata al fine di lanciare un chiaro messaggio al mondo occidentale, principalmente a Von Der Leyen & Co, ovvero che Russia (parte in causa) e Cina, fondamentale per il ruolo all’interno dei BRICS, sono interlocutori con cui ci si deve necessariamente confrontare, a maggior ragione se si considera che l’80% delle risorse naturali a livello globale è proprio nelle mani della citata alleanza.Il modo con cui si giungerà alla pace, gli accordi che Trump ha intenzione di stipulare principalmente con Putin, “escludendo” Nato, Ue e la stessa Ucraina, rappresentano l’anticamera di un nuovo riassetto globale che farà della fine del conflitto “un’arma di scambio” che gli Usa utilizzeranno per normalizzare i rapporti con la Cina (e dirimere anche la spinosa questione Taiwan), mostrare i muscoli ai BRICS e riprendersi una fetta di mercato russo dopo la probabile eliminazione delle sanzioni.Putin, d’altro canto, ha tutto l’interesse a “scendere a patti con Trump” perché sa di essere “l’arbitro o l’ago della bilancia” necessario, paradossalmente, a tutelare gli interessi Usa grazie alla sua influenza su Xi Jinping e gli esponenti dei paesi BRICS tra cui anche nazioni con un ruolo fondamentale nello scacchiere mediorientale.In fine, il chiaro intento di Trump di delegittimare quanto messo in atto da Biden, Zelensky ed Unione Europea, senza prima adire le vie diplomatiche per scongiurare il conflitto, considerando che le cause scatenanti risalgono al 2010 non per mano russa bensì per vere e proprie intromissioni dell’allora amministrazione Obama (di cui Biden era vice) nelle vicende ucraine.Lo scenario economico pre-conflittoQuando scoppiò la guerra, esattamente tre anni fa, il pianeta era appena uscito dalla crisi pandemica e l’Unione Europea, totalmente dipendente dalle importazioni in ambito di materie prime e risorse naturali, subì un contraccolpo che ancora oggi non è stato del tutto assorbito nonostante il PNRR, ciò proprio a causa di questo secondo “evento” che ha innescato la crisi energetica quale causa primaria dell’impennata inflazionistica.Ergo, le sanzioni imposte alla Russia e la distruzione del Nord Stream hanno ulteriormente spinto nel baratro le economie del Vecchio Continente e messo in crisi i principali sistemi industriali ed economie trainanti; nello stesso tempo la Cina tentava di opzionare Taiwan (primo produttore al mondo di dispositivi elettronici e componenti) e faceva incetta di terre rare in ogni angolo del pianeta iniziando a lanciare il guanto di sfida agli Usa per l’intelligenza artificiale.In questo contesto la Russia, nonostante tutto, si è rafforzata bypassando le sanzioni con accordi per esportare gas e petrolio “rifiutato dall’Ue” in Cina, India e Pakistan, principalmente; ma anche nella stessa Unione Europea attraverso nazioni neutrali a prezzi sensibilmente più alti; gli Usa idem in quanto hanno rifornito l’Europa per sostituire le risorse russe venute a mancare.Il possibile impatto economico post-bellicoA pagare il prezzo più alto, dopo questi tre anni di guerra, sono senza alcun dubbio l’Ucraina e l’Unione Europea i cui vertici istituzionali, purtroppo accecati dall’approccio ideologico e non pragmatico, tra l’altro supportato da Biden al quale, scelleratamente è stata anche delegata la gestione del conflitto nonostante impattasse territorialmente ed economicamente sui paesi europei, hanno inanellato una serie di errori strategici ai quali non esiste rimedio.Ecco quindi (piccolo excursus) l’ascesa delle destre in Europa, e dei Repubblicani in America, frutto della pesantissima crisi in cui sono sprofondate decine di milioni di famiglie della classe media.I reali vincitori che escono da questo conflitto sono le potenze che hanno posto come priorità la tutela dei propri interessi e non ideologie o finte democrazie, ovvero pianificato come non perdere terreno e fette di mercato.Gli Usa, grazie all’accordo sulle Terre Rare con l’Ucraina, assicureranno alle Big Tech costanza di importazioni di componenti e contemporaneamente una “delocalizzazione inversa” richiamando in madrepatria aziende con stabilimenti in Cina a fronte di sgravi fiscali, pertanto anche incremento occupazionale.Putin, dal canto suo, avendo mantenuto il PIL russo su ritmi di crescita elevati, e giocando un ruolo fondamentale all’interno dei BRICS, pone la Russia come “una nuova terra di conquista commerciale” da parte dell’Occidente che sfiderà la Cina per riprendersi le quote di mercato abbandonate allo scoppio del conflitto; pertanto anche l’Impero dello Zar beneficerà di massicci investimenti e, con la probabile cancellazione delle sanzioni, riprenderà anche a vendere gas e petrolio all’Ue accordandosi con gli Usa.Trump e gli sconfittiUcraina ed Unione Europea staranno alla finestra e totalmente dipendenti, la prima dai capitali USA e russi per la ricostruzione che ripagheranno perdendo il controllo delle proprie risorse naturali; e l’Ue, “isolata” anche dagli Stati Uniti, e dopo aver distrutto il settore automotive con relativo indotto, sarà, suo malgrado, costretta a negoziare con l’alleato americano le migliori condizioni commerciali proprio attraverso la Meloni che dovrà diventare equilibrista per non incorrere in incidenti diplomatici sia da una parte che dall’altra.Antonino Papa, 27 febbraio 2025Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).L'articolo Business, non pacifismo: perché Trump vuole la pace con Putin (e quale impatto avrà) proviene da Nicolaporro.it.