È una Giorgia Meloni carica e combattiva come sempre, se non di più, quella che si presenta in collegamento alla Cpac, la conferenza dei Conservatori Usa guidati da Donald Trump. Con buona pace di chi nelle scorse ore l’aveva invitata a rinunciare dopo il (presunto) saluto romano fatto su quello stesso palco da Steve Bannon (sulle orme di Elon Musk). La premier italiana mette da parte dubbi e paure e fa un discorso tutto all’attacco – delle sinistre mondiali, in primis – per rivendicare la scelta dell’alleanza con gli Usa di Trump. «I nostri avversari vorrebbero che Trump si allontanasse da noi. Ma lui è un leader forte ed efficace e scommetto che chi prevede divisione sarà sbugiardato», carica la platea del Cpac Meloni. Che tiene a dimostrare di aver fatto i «compiti a casa» in Italia secondo il ricettario conservatore. «Stiamo modernizzando, riformando e ricostruendo il ruolo di leadership globale dell’Italia. La macchina della propaganda mainstream diceva che i conservatori avrebbero isolato Italia, allontanato investitori e soppresso le libertà. Avevano torto. La realtà è che l’Italia oggi va a gonfie vele, l’occupazione è a livelli record, l’economia cresce e l’immigrazione illegale è calata del 60% nell’ultimo anno». Dazi e Ucraina: la replica sulle minacce a Italia e EuropaMeloni insiste a più riprese, nel discorso di 15 minuti alla Cpac, sulla comunanza globale delle battaglie dei conservatori. Sottolinea con orgoglio come ne vada del destino dell’Occidente, ritrova i fili storico-culturali di quell’alleanza Europa-Usa. Oggi da rivendicare e rilanciare, nella sua visione. E i dazi? Il voltafaccia sull’Ucraina? La premier trova il modo di marcare le distanze sugli affondi più pericolosi di Trump per Italia ed Europa, ma quasi tra parentesi, di sfuggita. «Europei e americani hanno provato che hanno il coraggio di difendere la libertà anche negli ultimi tre anni in Ucraina, sostenendo un popolo in lotta per difendere la propria terra», ricorda Meloni, che fa appello a «continuare a lavorare per una pace giusta e duratura». La chiamata a Trump sulla ragionevolezza su questo terreno arriva sotto forma di attacco a Joe Biden: «Con la leadership di Trump sono certa non assisteremo a un nuovo disastro come quello del ritiro dall’Afghanistan». E sui dazi la premier italiana lascia intendere che «ciascuno deve difendere i propri interessi, pur nel quadro dell’alleanza». Sono le uniche concessioni al fronte europeo preoccupato dagli attacchi di Trump e dei suoi.L’appello agli Usa di Trump: «L’Europa non è persa»Già, perché quello durissimo fatto da J.D. Vance a Monaco 8 giorni fa Meloni non lo condanna per nulla. Anzi, lo benedice come rivelatore di verità per troppo tempo represse dal «mainstream». «I cittadini votano per noi perché difendiamo libertà e vogliamo sicurezza dei confini, preserviamo le aziende dalle follie verdi della sinistra, difendiamo la famiglia, la fede e la libertà di parola, combattiamo l’ideologia woke», arringa la folla del Cpac da remoto Meloni. Il cui messaggio di fondo ai Repubblicani Usa è: non abbandonate l’Europa a sé stessa, ci siamo noi conservatori europei – FdI in primis – a fare da sponda. «Qualcuno lì da voi pensa che l’Europa sia distante, o persa. Non lo è. Si sono fatti errori, sbagliate le priorità, specialmente per colpa di una classe dirigente miope dei media mainstream media, che piangono ora per le parole di Vance ma tacevano quando il nostro stile di vita era minacciato dall’immigrazione di massa». Ma, è il messaggio della premier, «l’Europa non è persa, non lo sarà mai fino a quando i conservatori continuano a combattere. Ora finalmente c’è consapevolezza crescente che la sicurezza è la priorità numero 1». Fidati di me, Trump, manda a dire Meloni. Presto (forse) la risposta.L'articolo Giorgia Meloni rivendica l’alleanza con gli Usa di Trump: «Stiamo ribaltando l’Europa». L’appello sull’Ucraina: «Pace? Sì, ma giusta» – Il video proviene da Open.