Il Teatro Gentile di Fabriano venerdì 28 febbraio accoglie in prima italiana, nella stagione promossa dal Comune di Fabriano con l’AMAT, Lodo Guenzi, diretto da Silvio Peroni, protagonista – insieme a Eleonora Giovanardi, Giovanni Anzaldo e Matteo Gatta – di Toccando il vuoto, testo del drammaturgo scozzese David Greig, rappresentato per la prima volta in Italia e prodotto da Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito, Argot Produzioni e Accademia Perduta/Romagna Teatri con il contributo di Regione Toscana nella traduzione di Monica Capuani.Lo spettacolo arriva in scena al termine di una residenza di allestimento al Teatro Gentile che si conferma luogo accogliente e funzionale per la creazione artistica e sarà ancora in scena nelle Marche il 1 marzo al Teatro Sanzio di Urbino nella stagione promossa dal Comune con l’AMAT (ore 21 – informazioni 0722 2281).Rappresentato per la prima volta in Italia, il testo del drammaturgo scozzese, recensito in maniera molto positiva dalla critica estera, pone alla base dell’opera il tema delle scelte, etiche e non, che circondano gli eventi.Tratto da una storia vera, la pièce è ambientata nel 1985 durante la scalata nelle Ande Peruviane, dove gli alpinisti Joe Simpson (interpretato da Lodo Guenzi) e Simon Yates (Giovanni Anzaldo) restano vittime di un incidente durante la fase di discesa che provoca la caduta di Joe in un dirupo. Simon, per non rischiare di precipitare assieme al suo compagno, è costretto a tagliare la corda da arrampicata. La storia si ambienta tra passato e presente, tra passione, sensi di colpa, amicizia e resilienza, in un tempo e spazio che si fondono costantemente.“Uno dei temi centrali del testo – scrive Silvio Peroni nelle note di regia – è quello delle ossessioni: raggiungere vette sempre più alte, superare i limiti, confrontarsi continuamente con le proprio paure. Spesso diventano pensieri costanti, quasi fossero fantasmi che disturbano il sonno e occupano incessantemente la mente. Queste ossessioni come sappiamo possono portare a compiere scelte rischiose, che possono diventare tragiche, come nella vicenda di Simon e Joe. E qualche volta anche nelle nostre vite.Il testo vuole raccontare le emozioni e le relazioni umane in uno spazio ostile e isolato come quello della montagna. Nel corso della storia, emergeranno segreti e tensioni tra i personaggi, mentre l’ambiente impervio e separato dal resto del mondo li metterà a dura prova. Sacrificare la vita di un amico per salvare la propria è forse tra le scelte più dolorose che esistano, da cui può scaturire un senso di colpa eterno e duraturo. Mi affascina lo sguardo intenso e commovente dell’autore, in una continua e avvincente sovrapposizione tra i luoghi del racconto: da una parte il pub, con i suoi tavoli, sedie e bicchieri e dall’altra la montagna, con i suoi dirupi e ghiacciai. Si finisce per non capire più dove ci troviamo così come non si comprende più se Sarah sia davvero reale o se sia soltanto un’allucinazione, un fantasma creato da suo fratello Joe. Il tempo e lo spazio si fondono, il presente e la rievocazione del racconto diventano un tutt’uno. E in questo mondo tanto mentale quanto reale al lettore non resta che chiedersi: “cosa avrei fatto io al posto di Simon? Avrei tagliato la corda?”.Le scene dello spettacolo sono di Eleonora De Leo, il disegno luci di Gianni Bertoli, le musiche originali di Oliviero Forni, aiuto regista Alessia Cappello. Informazioni: biglietteria del Teatro 0732 3644. Vendita on line su www.vivaticket.com. Inizio spettacolo ore 21.