Torniamo alla notte tra il 24 e il 25 novembre, quando a Milano è morto Ramy Elgaml, il giovane egiziano di 19 anni coinvolto in un inseguimento con le forze dell’ordine. Delle indagini emergono nuovi particolari. Non parliamo dell’incidente in sé, ma dell’altro filone dell’inchiesta: quello in cui due militari sono accusati di favoreggiamento e depistaggio per aver fatto cancellare un video dal cellulare di un testimone.La versione dei carabinieriI carabinieri, convocati dai pubblici ministeri Giancarla Serafini e Marco Cirigliano che coordinano le indagini con l’aggiunto Tiziana Siciliano e il Procuratore Marcello Viola, sono stati sentiti e hanno fornito la loro versione. Racconto dà una spiegazione del perché si sarebbero avvicinati al ragazzo, come si vede chiaramente dalle telecamere della dashcam: sarebbe stato “poco etico”, secondo uno dei due militari, filmare i “momenti drammatici” della morte di Ramy, in particolare i momenti del soccorso e del tentato massaggio cardiaco sul corpo del ragazzo. E per questo avrebbe diffidato il testimone dal registrare e divulgare le immagini contenute nel cellulare.Il racconto del testimoneDiversa la versione di Omar, il testimone, autista Ncc, che sia in tv che di fronte ai pm ha dichiarato di essere stato costretto a cancellare le riprese che mostravano il momento dello schianto. Sullo smartphone è già stata computa la perizia tecnica: il consulente informatico, Marco Tinti, non ha trovato il file video ma ha rilevato tracce della cancellazione. Continua l’indagine sull’incidenteResta alta l’attesa per il deposito della relazione del consulente cinematico, l’ingegnere Domenico Romaniello, che dovrà chiarire la dinamica dell’incidente. La Procura ha concesso una proroga per la consulenza, che dovrebbe essere presentata nella prima settimana di marzo. La questione da chiarire è se l’auto dei carabinieri e lo scooter T-Max guidato da Fares Bouzidi, un giovane di 22 anni ora indagato per omicidio stradale, si siano effettivamente toccati prima della conclusione fatale dell’inseguimento.I fatti sono noti. La fuga precipitosa di Fares, privo di patente, è durata otto chilometri e si è conclusa con l’incidente in via Ripamonti angolo via Quaranta, dove Ramy Elgaml ha trovato la morte. Fares Bouzidi sarà processato con rito immediato il prossimo 18 aprile, come deciso dal Tribunale di Milano, in base alle richieste della procura. Per omicidio stradale è indagato anche il carabiniere che era alla guida della gazzella.Sono state le stesse immagini di videosorveglianza a lasciare dubbi sul fatto che un contatto tra la gazzella e il T-Max sia stato il determinante nell’incidente mortale. Secondo gli esperti della polizia locale, l’impatto sarebbe stato precedente alla svolta a sinistra e senza causa effetto sul decesso. Sarà tuttavia la perizia del consulente cinematico a definire se vi è stata effettivamente una responsabilità diretta delle forze dell’ordine nello scontro. Secondo i pm, comunque, l’inseguimento si è svolto con modalità regolari.L'articolo Ramy, il video cancellato: la versione dei carabinieri proviene da Nicolaporro.it.