Daniela Santanchè e le false borse di Hermès, il venditore in Versilia: «Gliele do io, poi lei le porta in tv»

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La ministra del Turismo Daniela Santanchè ha annunciato che querelerà Selvaggia Lucarelli e il Fatto Quotidiano per l’articolo sulle borse Hermès false regalate a Francesca Pascale. Ma intanto il giornale di Marco Travaglio contatta un presunto venditore di oggetti falsi in Versilia. Il quale sostiene di vendere merce tarocca alla ministra: «Lei le prende sul mare, si mette sotto la tenda, per non farsi vedere. In tv poi vedo che le mie borse le porta sempre, ma quando le portano questi personaggi nessuno dubita». E anche l’ex fidanzata di Silvio Berlusconi conferma la ricostruzione: «Tutto vero. Poi dicono i napoletani. Che figura di merda…». E lei, in quanto pubblico ufficiale, potrebbe rischiare se non denuncia. Le borse di HermèsLe borse che Santanchè ha regalato a Pascale sono una Birkin e una Kelly dal valore teorico di 18 mila euro. Secondo la versione di Pascale, lei si è recata per riparare la lampo interna di una delle due in via Montenapoleone a Milano. E lì il commesso del negozio gli ha spiegato che mancavano i codici di riconoscimento degli oggetti. Ieri Lucarelli ha rilanciato il tweet con l’annuncio di querela da parte di Santanchè tirando in ballo il direttore del Giornale, all’epoca dei fatti compagno della ministra: «Non vedo l’ora di chiamare Sallusti a testimoniare». E oggi sul quotidiano Lucarelli parla dei molti venditori di merce tarocca in Versilia che l’hanno contattata. Confermando la passione di Santanchè per gli oggetti falsi.Santanchè e gli oggetti falsiLa giornalista riporta le frasi dei venditori. Per esempio B.: «Le comprava da un ragazzo di colore a Forte dei Marmi, lui le aveva proposte anche a me dicendomi ‘le compra anche la Santanchè’!». Poi c’è A.: «A Forte c’era un ragazzo di colore che procurava le borse false su ordinazione, fatte come se fossero originali. Tutti a Forte dicevano che erano quelle che acquistavano la Santanchè e molte signore benestanti». E C: «In Versilia lo sanno tutti. Vado in vacanza lì e un ragazzo che ora è tornato in Senegal ci ha sempre raccontato che Santanchè era una delle sue migliori clienti». Quindi tocca a T.: «Ne ha qualcuna vera, quelle che le ha regalato Sallusti. Per il resto, è famosa a Forte per tirare le tende nella sua postazione al Twiga e fare contrattazioni». Mauro detto MaradonaIn ultimo c’è L.: «Sono una esperta in controllo qualità luxury, ho notato che una delle sue Birkin 25 presenta due o tre punti tarocchi». G: «A Forte lo sapevamo tutti, Bamba il suo rivenditore di fiducia gliele portava al suo domicilio regolarmente». Ma il più importante è Mauro detto Maradona. Ovvero colui che ha sostituito proprio Bamba, nel frattempo arrestato e a processo (in realtà si chiama Mamadou Guye) per ricettazione e vendita di prodotti contraffatti. Maradona riceve la telefonata di Lucarelli e conferma di essere un venditore: «Ho le mini Kelly, qualche Birkin, Gucci, Prada, Ysl, ma ho anche Chanel, Rolex, anelli di Bulgari…!». Al modico costo di «Trecentocinquanta euro. È il prezzo che faccio a tutti i clienti, ma sono perfettissime, roba di alto livello!». Il pagamento è elettronico: «Tu mi fai la postepay, la ricarica, mi dici quale vuoi e io te la spedisco, in un giorno ce l’hai».Le borse di SantanchèPoi arriva il domandone: «Ma gliele hai vendute tu le Hermès a Daniela Santanchè?». La risposta è chiarissima: «Sì, gliele vendo io, è una vita che sto lì in Versilia. Lei le prende sul mare, si mette sotto la tenda, per non farsi vedere… in tv poi vedo che le mie borse le porta sempre, ma quando le portano questi personaggi nessuno dubita. Prima gliele vendeva ‘il negretto’…». In più, il quotidiano nota che c’è un altro problema. La cessione di oggetti falsi. Se Santanchè fosse stata consapevole del falso, con la cessione (pure gratuita) all’amica avrebbe potuto incorrere nel reato di ricettazione che tuttavia alla data odierna sarebbe prescritto (l’estinzione interviene entro massimo 8 anni dai fatti). Incauto acquisto e ricettazioneCosì come sarebbe prescritto l’eventuale reato di incauto acquisto. Ma c’è un altro punto importante. In quanto esponente del governo Meloni, Santanchè è un pubblico ufficiale. Non era nell’esercizio delle proprie funzioni, ma gli stessi investigatori spiegano che il ruolo di pubblico ufficiale impone comunque l’obbligo di denunciare. E si parla anche di una possibilità che quelle due borse siano prodotti non falsi, ma non registrati. Spesso oggetti del genere, nella filiera della produzione, vengono materialmente realizzati, all’insaputa della casa madre, da lavoratori extracomunitari che ne producono in soprannumero. I pezzi in eccesso, in tutto e per tutto considerati “veri”, vengono immessi senza numero di registro in un mercato parallelo. Immagine copertina da: DagospiaL'articolo Daniela Santanchè e le false borse di Hermès, il venditore in Versilia: «Gliele do io, poi lei le porta in tv» proviene da Open.