Ven, 6 Giu 2025Il patron Massimo Cellino non ha ancora versato il denaro necessario per procedere all’iscrizione della squadra al prossimo campionato. In stallo anche la trattativa per il cambio di proprietà.DiRedazioneCondividi l'articoloMassimo Cellino (Foto: Enrico Locci/Getty Images)Il Brescia Calcio corre il concreto rischio di ripartire dai dilettanti. A meno che entro le ore 9.00 di questa mattina, i dipendenti del Brescia si siano visti recapitare sui rispettivi conti bancari i propri stipendi non pagati in precedenza (per un totale di poco superiore ai 3 milioni di euro), la situazione del club lombardo può considerarsi chiusa.Come riporta l’edizione odierna de Il Giornale di Brescia, nella serata di ieri è iniziato a trapelare un resoconto tutt’altro che rassicurante con i professionisti che hanno lavorato accanto al patron Massimo Cellino che hanno provato in tutti i modi a venirne a capo, cercando anche di dissuadere il presidente delle rondinelle sul continuare per questa squadra che porterebbe il club al fallimento.Ieri sera mancavano ancora i fondi per pagare gli F24 relativi a stipendi, contributi e alla prima rata del debito con il Fisco. L’ora ultima è quella delle 15.00 di oggi. Quindi ancora nulla è stato perduto, ma ogni minuto che passa porta a pensare che il Brescia non completi la relativa documentazione per iscriversi al campionato 2025/26 e debba così ripartire dai dilettanti.La pista che portava alla cessione, con il gruppo guidato dalla coppia Scuola-Maroccu, è rimasta congelata da mercoledì. Cellino ha ribadito: «Pago io l’iscrizione (ottenendo l’anticipo dalla banca, ndr), ma voi dovete di presentarmi una garanzia sotto forma di deposito». Gli interlocutori, invece, hanno risposto: «Procedi tu con l’iscrizione, poi ti rimborsiamo una volta che l’iscrizione sarà andata a buon fine, e da lì si passa al cambio di proprietà». La controparte, però, non ha mai voluto mostrare concretamente il denaro al patron del Brescia, sostenendo che «gli accordi stabiliti via PEC erano di tutt’altro tipo».A loro dire, le garanzie necessarie sono già state fornite. Ma da entrambe le parti prevalgono la diffidenza e il sospetto, insieme alla sensazione, di essere stati presi in giro. Un sentimento quasi opposto rispetto a quello fatto filtrare a inizio settimana, quando tutti sembravano aver raggiunto un’intesa di massima. Ora invece ci si trova in uno stallo che rischia di essere letale.Il risultato è un braccio di ferro senza vie d’uscita: Cellino ha atteso la mossa del notaio che certifichi il deposito di garanzia, mentre gli investitori aspettavano che l’imprenditore sardo procedesse con l’iscrizione. Fatto sta che il tempo è passato e il Brescia è, come si suol dire, a un passo dal baratro.Nella giornata di ieri, come piccolo segnale di speranza, tutti i 13 lavoratori ordinari (dagli impiegati ai giardinieri) sono stati saldati per gli stipendi mancanti. Un segnale che aveva acceso un barlume di speranza. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate aveva comunicato ufficialmente l’accettazione di una proposta di rateizzazione e riduzione del debito fiscale: cinque rate da 480.000 euro ciascuna, per un totale di 2,4 milioni (a fronte di un debito iniziale vicino ai 4 milioni). Un’intesa che dimezzava, di fatto, l’importo da versare oggi. Ma l’accordo non è stato firmato da parte del Brescia.Per ufficializzare tale rateizzazione con sconto è necessario versare subito la prima rata. Anche in questo caso, però, Cellino ha preso tempo. Da quel momento, subito dopo pranzo, è tornata a farsi largo la paura. In città, intanto, cresce la tensione, unita a incredulità e paura.Developed by 3x1010