AGI - "Chiediamo una cosa semplice, che chi soffre in Italia abbia la stessa libertà di scelta dei cittadini spagnoli, olandesi, belgi, lussemburghesi e che il Parlamento italiano si assuma le proprie responsabilità come sta facendo il Parlamento francese, il Parlamento inglese, il Parlamento scozzese che discute liberamente, al di là di schieramenti e partiti, sul tema della legalizzazione dell'eutanasia". Lo ha affermato Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, durante la conferenza stampa organizzata in Piazza Cavour, fuori dalla Cassazione, dove hanno depositato la nuova proposta di legge sul fine vita. "Riteniamo che senza il contributo delle cittadine e dei cittadini italiani – ha aggiunto – questa classe politica non sia in grado di approvare delle regole che tutelino il diritto alla libertà di scelta contro l'imposizione di torture insopportabili alle persone malate. Ecco perché è così importante che ci siano qui oggi a depositare questa legge di iniziativa popolare innanzitutto le persone che, prima tra tutte Mina Welby, hanno vissuto che cosa significa stare accanto a una persona che ha l'esigenza e l'urgenza di liberarsi da una condizione di sofferenza insopportabile. Questo i cittadini l'hanno capito, i politici no. Siamo qui oggi, di fronte alla totale inerzia e incapacità del ceto politico italiano, per chiedere alle cittadine e cittadini italiani di aiutare il Parlamento. Ne va di mezzo anche la dignità del Parlamento stesso" che se "non decide su un tema come questo abdica al proprio ruolo".L'inerzia del Parlamento e le sue motivazioniSulle motivazioni dell'inerzia del Parlamento ha risposto: "Se, come leggiamo sui giornali, la questione che viene posta è quella di escludere qualsiasi ruolo del servizio sanitario nazionale non si capisce bene l'obiettivo. Si vuole che l'eutanasia si possa fare solo nelle cliniche private o in Svizzera? Sarebbe questa una tutela delle persone che soffrono? Sono argomentazioni così pretestuose e infondate che è evidente che il vero obiettivo è il boicottaggio delle regole che già ci sono facendo tutto il possibile per impedire che ce ne siano di nuove più chiare". Regole regionali e proposta di legge nazionale"Abbiamo proposto a tutte le Regioni italiane – ha ricordato Cappato – di approvare delle regole regionali di attuazione della sentenza della Corte Costituzionale che ha già valore di legge. Quindi, siccome la gestione del sistema sanitario è competenza regionale, le Regioni hanno piena competenza per determinare le modalità attuative. Quello che però chiediamo con questa legge d'iniziativa popolare, che ha preparato Filomena Gallo con i giuristi dell'associazione Luca Coscioni – ha continuato – sono regole nazionali per ampliare questi diritti non solo all'autosomministrazione della sostanza letale in determinate condizioni, ma anche all'eutanasia attiva con l'aiuto da parte di un medico. E questo è quello che porterebbe, se fosse approvata la nostra legge, la situazione italiana allo stesso livello di Spagna, Olanda, Belgio e Lussemburgo".Le parole di Mina WelbySe questa volta in Parlamento fosse la volta buona "potrei chiedere di poter morire. Questa sarebbe la più grande felicità che mi bloccherebbe sicuramente il cuore per la gioia, davvero". Lo ha affermato Mina Welby, presidente dell'associazione Luca Coscioni, durante la conferenza stampa organizzata davanti alla Cassazione, dove, insieme a Marco Cappato, Filomena Gallo e Matteo Mainardi, ha depositato la nuova proposta di legge per la legalizzazione dell'eutanasia."Ringrazio Filomena Gallo, Marco Cappato e tanti altri che lavorano con noi, io come presidente dell'associazione Luca Coscioni e come moglie di Piergiorgio Welby, perché lì c'è un piccolo seme che adesso porta tanti e tanti frutti – ha aggiunto – Tutte quelle particolari leggi che abbiamo potuto fare, la gente che ci contatta per avere i propri diritti vengono da questo seme. Io ringrazio davvero i nostri ragazzi che non ci sono più, aiutateci ancora, siate con noi con il vostro spirito perché è lo spirito vostro in noi".La proposta e le sentenze della Corte Costituzionale"Oggi abbiamo deciso di depositare qui in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per dare all'Italia la possibilità, tramite le firme dei cittadini, di proporre al Parlamento una legge di iniziativa popolare che regolamenti l'accesso a tutte le scelte di fine vita". Così Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell'associazione Luca Coscioni, durante la manifestazione davanti alla Cassazione."La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum per consentire l'eutanasia legale nel nostro Paese, ma nel contempo aveva richiamato il Parlamento a intervenire con una legge – ha aggiunto – Questa proposta di legge si basa sulle sentenze della Corte Costituzionale che per quattro volte ha invitato il Parlamento italiano a intervenire con una legge che garantisca la libertà di scelta delle persone. Ci siamo ispirati al quadro normativo internazionale".Gallo ha poi spiegato che la proposta "garantisce l'accesso al suicidio medicalmente assistito e anche all'eutanasia attiva... partendo dalle sentenze della Corte Costituzionale che sono la via su cui lavorare, sulla base anche di quello che prevede la nostra Carta Costituzionale: il diritto all'autodeterminazione che non deve trovare limiti nel rispetto delle libertà altrui".Le tempistiche e l'impegno delle firme"Dovremmo raccogliere 50mila firme in sei mesi, ma l'impegno è di raccoglierle molto prima, entro il 16 luglio, che è la data in cui è calendarizzata la discussione in Senato delle proposte che riguardano il suicidio assistito e purtroppo non l'eutanasia, solo il suicidio assistito", ha comunicato Matteo Mainardi, responsabile delle iniziative sul fine vita dell'associazione Coscioni."La data del 16 luglio molto probabilmente verrà rinviata – ha proseguito – perché il Comitato ristretto in Commissione Sanità in Senato ancora non ha individuato un testo base. È ormai un anno che si va avanti a forza di rinvii in Parlamento, quindi con questa proposta vogliamo dare un aiuto concreto al Senato, fornendo un testo di partenza per iniziare finalmente la discussione".Mainardi ha ricordato: "Noi eravamo qua dodici anni fa per depositare la prima proposta di legge popolare che, grazie anche alla disobbedienza civile di Marco Cappato, insieme a DJ Fabo, portò alla legge sul testamento biologico. E ancora: quattro anni fa eravamo di nuovo qua per proporre un referendum sull'eutanasia legale che, anche se non ammesso dalla Corte, ha portato poi all'attivazione in tutte le Regioni di proposte di legge regionali su queste tematiche, ma siamo ancora qui oggi".