Usa, Rubio annuncia sanzioni contro giudici Corte penale internazionale

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Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha annunciato una serie di sanzioni contro quattro giudici della Corte penale internazionale, “in risposta alle azioni illegittime della Cpi contro Stati Uniti e Israele”. Si tratta di Solomy Balungi Bossa, giudice della Divisione d’Appello della Cpi; Luz del Carmen Ibanez Carranza, giudice della Divisione d’Appello della Cpi; Reine Adelaide Sophie Alapini Gansou, giudice della Sezione Preliminare e dibattimentale della Cpi; e Beti Hohler, giudice della Sezione Preliminare e dibattimentale della Cpi.Le motivazioni della decisioneBossa e Ibanez Carranza, si legge in una nota, “hanno deciso di autorizzare l’indagine della Cpi contro il personale statunitense in Afghanistan. Alapini Gansou e Hohler hanno deciso di autorizzare l’emissione di mandati di arresto da parte della Cpi nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant“. In base alle sanzioni, tra l’altro, “tutti i beni e gli interessi relativi ai beni delle persone sanzionate sopra descritte che si trovano negli Stati Uniti o in possesso o sotto il controllo di persone statunitensi sono bloccati e devono essere segnalati all’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro”. Inoltre, “sono bloccati anche tutti gli individui o le entità posseduti, direttamente o indirettamente, individualmente o complessivamente, per il 50% o più da una o più persone bloccate”.La replica: “Sanzioni chiaro tentativo di minare nostra indipendenza”La Corte Penale Internazionale (Cpi) “deplora le ulteriori sanzioni annunciate oggi dagli Stati Uniti nei confronti di quattro giudici della Corte”. E’ quanto si legge in una nota. “Queste misure rappresentano un chiaro tentativo di minare l’indipendenza di un’istituzione giudiziaria internazionale che opera sotto il mandato di 125 Stati da ogni angolo del mondo”. La Cpi “offre giustizia e speranza a milioni di vittime di atrocità indicibili, nel pieno rispetto dello Statuto di Roma, e mantiene i più alti standard nella tutela dei diritti degli imputati e delle vittime”. La Corte, si legge ancora, “sostiene pienamente il proprio personale e continuerà a svolgere il proprio lavoro senza esitazioni“.