I Mondiali 2026 saranno il torneo delle new entry: l’Uzbekistan, guidato dall’attaccante della Roma Eldor Shomurodov, e la Giordania si sono qualificati per la prima volta alla fase finale.Da Samarcanda a Petra, dai corridoi commerciali della Via della Seta alle sponde orientali del fiume Giordano, la Coppa del mondo di calcio, sempre più affetta da bulimia, si allarga e tra un anno esatto è pronta ad accogliere nazioni e Paesi destinati a disegnare la nuova geografia del pallone.Un Mondiale a 48 squadreIl Mondiale 2026 – in programma in Usa, Canada e Messico – vedrà per la prima volta l’espansione del numero di partecipanti da 32 a 48 e sarà caratterizzato – proprio per la sua nuova formula over-size – da un consistente numero di ‘new entry’. Proprio quello che si augurava la dirigenza della Fifa per espandere il calcio oltre i tradizionali confini e conquistare nuovi Paesi e nuovo pubblico.In una sola notte, quella del penultimo turno della terza e decisiva fase di qualificazione asiatica, hanno potuto celebrare la loro prima volta Uzbekistan e Giordania, realtà calcistiche ‘invisibili’ e senza storia fino a neanche un decennio fa. E si prevedono sorprese anche per i Paesi africani (saranno 9 le nazioni partecipanti rispetto alle 5 dell’ultima edizione) e della stessa Concacaf (confederazione centroamericana e caraibica) che ha 6 posti a disposizione (e non più 3).Cina ancora assenteIn questo ‘mappamondo’ nel quale gli Stati Uniti sono pronti a fare gli onori di casa, mancherà una superpotenza economica come la Cina, ancora una volta fuori dalla competizione iridata, cui prese parte una sola volta nel 2002 guidata dal guru della panchine, il giramondo Bora Milutinovic. Pechino non è riuscita a dare continuità al sistema calcio nonostante i forti investimenti fatti agli inizi del nuovo secolo (anche un campione del mondo come Marcello Lippi fallì da ct della Repubblica cinese la sua mission iridata).Il mondo arabo con queste prime due new entry (possibili altre storiche) è pronto dunque a mandare un messaggio forte. L’obiettivo è non ripetere la deludente prestazione del Qatar che da Paese ospitante fu nella storia del Mondiale l’unica nazione organizzatrice a perdere tutte le partite della prima fase.La vittoria della GiordaniaIl posto dell’Al Nashama, ‘i valorosi’ come vengono chiamati i giocatori della nazionale della Giordania, è stato confermato dalla vittoria per 2-0 della Corea del Sud sull’Iraq, dopo che i giordani avevano precedentemente battuto l’Oman per 3-0 grazie a una tripletta di Ali Olwan. Ironicamente, fu proprio l’Iraq a porre fine alla corsa della Giordania per la qualificazione a Messico 1986. Quattro decenni dopo la storia si è dunque ribaltata. Pur non essendo mai riuscita in precedenza a superare con successo una qualificazione ai Mondiali, la Giordania si è dimostrata abile nel gestire la situazione, perdendo solo una partita nel Gruppo B contro la Corea del Sud che al mondiale ci andrà per la 12ma volta nella sua storia. “Questa qualificazione storica è ampiamente meritata dalla nostra squadra, che include campioni e staff di cui siamo orgogliosi e che amiamo”, ha scritto sul proprio profilo X il re di Giordania celebrando il risultato sportivo.L’impresa dell’Uzbekistan, l”Italia asiatica’Esordio altrettanto storico per l’Uzbekistan guidata dall’attaccante della Roma, Eldor Shomurodov. Dopo diverse occasioni mancate, l’ex Repubblica sovietica è riuscita ad arrivare sul palcoscenico più importante del calcio grazie al buon lavoro atto dal ct Timor Kapadze, ex stella del calcio uzbeko. I ‘Lupi Bianchi‘, questo il soprannome dei giocatori della nazionale che viene chiamata anche Osiyo Italiyasi (L’Italia asiatica), nella delicata sfida contro gli Emirati Arabi Uniti di giovedì scorso hanno superato diversi momenti di tensione, con il portiere Utkir Yusupov che ha compiuto due parate decisive per neutralizzare i padroni di casa nel finale. Gli Emirati Arabi Uniti ora passano al quarto turno e hanno un’altra possibilità per raggiungere il mondiale e rompere un digiuno che dura da Italia ’90.