AGI - Ritrovati dopo 30 anni i brogliacci delle intercettazioni dell'inchiesta "Mafia e appalti". I finanzieri del Gico della Guardia di finanza di Caltanissetta, nella tarda mattina del 2 luglio, su delega della locale Dda, hanno compiuto alcune attività di ricerca e acquisizione documentale nella sede di Palermo.Nel corso delle attività, disposte dalla procura nissena, sono stati dunque ritrovati i brogliacci delle intercettazioni effettuate negli anni '90 circa le infiltrazioni di Cosa nostra nel settore imprenditoriale e, in particolare, nelle aziende già appartenenti al Gruppo Ferruzzi. I brogliacci sono stati rinvenuti in quattro buste di colore giallo ancora recanti i timbri della Guardia di finanza apposti nel 1992, ricoperti di polvere e lasciati a terra in archivi da tempo non utilizzati. Il ritrovamento dei brogliacci è stato ottenuto al termine di ricerche durate più di due anni e che hanno comportato la consultazione di più di duemila faldoni con centinaia di migliaia di pagine di documenti. Il contenuto dei brogliacci è attualmente al vaglio delle autorità inquirenti. Con il ritrovamento dei brogliacci negli scantinati della procura di Palermo, tra 2 mila vecchi faldoni, i militari del Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta - a cui la procura nissena ha affidato il filone investigativo sull'insabbiamento del dossier "Mafia e appalti" - dovranno verificare se c’è attinenza con gli ascolti delle bobine della stessa indagine.I nastri, secondo un vecchio documento, firmato dall'ex pm di Palermo, Gioacchino Natoli (ieri sentito per 12 ore dalla procura di Caltanissetta) dovevano essere distrutti. La distruzione - secondo un accertamento tecnico calligrafico - sarebbe stata aggiunta a penna dall'aggiunto Giuseppe Pignatone. I due ex Pm sono indagati a Caltanissetta per favoreggiamento alla mafia. Quelle intercettazioni, però non sono mai state distrutte e sono state ritrovate. Si tratta dei nastri delle intercettazioni che furono disposte dalla procura di Palermo sul connubio tra imprenditori siciliani, insediati a Massa Carrara (in Toscana), ed esponenti di Cosa nostra. I militari della Finanza dovranno accertare se il lavoro svolto alla procura di Palermo all'inizio degli anni '90 sia stato coerente con i provvedimenti giudiziari adottati poco prima della strage di via D'Amelio, in cui fu ucciso il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta il 19 luglio del 1992. Ex pm Natoli ascoltato per 12 orePer quasi 12 ore, fino a tarda sera, ieri Gioacchino Natoli, accusato di favoreggiamento aggravato alla mafia e calunnia, è stato sentito dai magistrati di Caltanissetta dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati per gli scenari scaturiti dopo l'archiviazione dell'indagine Mafia e appalti, un grande faldone del Ros di Palermo in cui sono emersi legami tra imprenditori palermitani come Antonio Buscemi e Cosa nostra. L'ex pm di Palermo ha deciso di rispondere a tutte le domande dei magistrati nisseni.La procura di Caltanissetta gli contesta di avere insabbiato l'indagine che riguardava un filone della cosiddetta inchiesta mafia-appalti per favorire esponenti mafiosi come l'imprenditore palermitano Buscemi. Subito dopo l'iscrizione nel registro degli indagati insieme al collega Giuseppe Pignatone, Natoli si era avvalso della facoltà di non rispondere. Dopo mesi dalla prima audizione il magistrato ormai in pensione, difeso dagli avvocati Fabrizio Biondo, Ettore Zanoni e Ninni Reina, ha chiarito la sua posizione in merito alla richiesta di distruzione delle bobine su Mafia e appalti che sono stati trovati dalla Finanza tre anni fa e che sono state riascoltate. Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone