Marracash chiude il suo tour dei miracoli a Messina (circondato dai parenti siciliani): «Laurea ad honorem negata? Grazie lo stesso»

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Da Messina – L’ego, Il passato, I dubbi, Qualcosa per cui lottare, L’amore e Il ricongiungimento. Sono queste le sei fasi dei live del tour negli stadi di Marracash, che si è concluso – ieri 5 luglio – a Messina. Il rapper durante il suo primo giro negli stadi mette in scena i brani della sua meravigliosa trilogia, partita da Persona nel 2019, proseguita con Noi, loro, gli altri nel 2021 e conclusa lo scorso anno con È finita la pace. Una trilogia con cui inevitabilmente chiunque voglia fare rap si dovrà confrontare da qui in avanti. Una messa in scena che non può non passare da un’analisi profonda, anche se pubblica, di se stesso. Un processo che Marracash, supportato nella direzione artistica da Lorenzo De Pascalis, sceglie di compiere in maniera meccanica, mettendosi nelle mani di un team di scienziati/ballerini, guidati da un’intelligenza artificiale con la voce di Matilda De Angelis, che bilanciano la presenza eterea di Madame, chiamata a rappresentare la sua anima, sotto un occhio gigante che tutto osserva dall’alto, sfidato dalla profonda umanità che Marracash sembra cercare.Foto di Francesco AlgeriLa frecciata all’Università di MessinaStrano scherzo del destino concludere il primo tour negli stadi proprio a Messina, la città dove l’università solo pochi mesi fa – come rivelato da Open – gli ha negato la laurea ad honorem, la prima per un rapper, scongelando tutti i più banali e sciocchi cliché riguardanti il rap, che sarebbe, sempre, a prescindere, di default, una cosa da brutti, sporchi, cattivi e misogini. Ma Marracash, nella scena considerato Il King, non può di certo rinunciare al suo aplomb da monarca del genere, per cui alla fine di quella perla di Laurea ad honorem dice semplicemente: «Devo ringraziare l’Università di Messina che una laurea ad honorem stava quasi per darmela. Grazie comunque», scatenando l’ovazione del pubblico.La famigliaChiudere questo tour di successo in Sicilia ha un significato doppio, non a caso diversi membri dello staff parlavano di un Marracash particolarmente in forma, particolarmente motivato. Fabio Rizzo infatti milanese lo è solo di adozione, ma è stato messo al mondo proprio da queste parti, al confine tra la provincia ennese – Nicosia, terra del padre – e Capizzi, provincia messinese, dove invece è nata la madre. C’erano tutti i parenti siciliani ieri sera allo stadio Franco Scoglio, non potevano mancare a un evento cardine per la vita del loro Fabio, non potevano rimanere esclusi dal conto che sul palco il loro figlio, cugino, nipote, stava pagando. Il momento in cui, sul palco, in qualche modo, tenta di risolversi come persona e come artista. Fabio e Marra, due facce della stessa medaglia che fanno scintille quando si incontrano e scontrano nei pezzi del rapper. E alla fine si abbracciano – «Non possiamo fare a meno l’uno dell’altro» – svelando dunque un bilanciamento tra la dimensione da star, conquistata negli anni sul campo, e la vita, comune, che non lascia in pace nemmeno le star.Foto di Francesco AlgeriL’afterpartyL’afterparty dell’ultima tappa del tour di Marra è una festa di famiglia. La prima famiglia che gli va incontro per un caloroso abbraccio e un brindisi è quella di sangue: commovente leggere l’orgoglio negli occhi dei genitori del rapper, anche loro evidentemente fulminati dall’emozionante elettricità che si era creata dinanzi ai propri occhi tra il loro Fabio e quella grandissima quantità di gente, ciò che le parole del figlio possano creare nei cuori di così tante persone. La seconda famiglia è quella che lo ha accompagnato in questo tour, gli ottimi musicisti, i ballerini della crew, che liberi dalle coreografie del bravissimo Carlos Kahunga Kamizele, si scatenano nella pista improvvisata in una stanza nella pancia del Franco Scoglio. Una festa autentica, con tanto di buffet con arancini e pidoni, specialità della zona, non una messa in scena per paparazzi ma l’abbraccio finale di una crew che ha partecipato alla realizzazione di un sogno. Un sogno magari anche scomodo in certi punti della trama, ma sicuramente rigenerante. Così tanto che istintivamente viene da chiedersi cosa potrà mai succedere dopo. Lo abbiamo chiesto anche alla manager di Marracash, la mitica Paola Zukar, uno dei più incredibili personaggi della storia della nostra musica moderna, colei che ha preso per mano Marracash e, siamo certi, anche Fabio Rizzo, per portarli, insieme, sani e salvi, fino a questo punto. Zukar non ci ha dato una risposta, ha solo fatto spallucce, come se gli avessimo chiesto in che punto esatto finisce il cielo sopra le nostre teste. Un’immagine che in effetti calza a pennello pensando a questo tour di Marracash, perché adesso siamo assai curiosi di capire in che modo, in che direzione, la sua carriera proseguirà.L'articolo Marracash chiude il suo tour dei miracoli a Messina (circondato dai parenti siciliani): «Laurea ad honorem negata? Grazie lo stesso» proviene da Open.