Non si manifesta per esasperare l’odio contro Israele. Lettera aperta

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Una lettera aperta rivolta soprattutto a chi si accinge a manifestare “per Gaza” senza considerare il mostro dell’antisemitismo trionfante che si nutre del biasimo e dell’odio verso Israele. La lettera nasce dall’iniziativa di un gruppo di persone di origine diversa – Claudio Velardi, Fiamma Nirenstein, Niram Ferretti, Iuri Maria Prado, Bruno Spinazzola, Aldo Torchiaro, Giancarlo Loquenzi, Massimo De Angelis, Paolo Sorbi, Nicoletta Tiliacos – che si sono ritrovate in modo spontaneo e informale per dire che non ci stanno a veder trasformata di nuovo l’Europa in terreno di caccia agli ebrei.   Le manifestazioni dei prossimi giorni “contro la guerra di Gaza” e “per fermare Israele” sono iniziative irresponsabili nei confronti degli ebrei di tutto il mondo, perché avranno il doppio effetto di armare sempre più l’opinione pubblica contro il diritto di Israele a sconfiggere il nemico che vuole distruggerlo e di consentire all’antisemitismo di dispiegarsi in libertà, minacciando la vita di ogni ebreo. Quelle manifestazioni sono organizzate e promosse da chi non capisce o non vuol capire che cosa è successo e quel che ha significato il 7 ottobre 2023. I cinquemila terroristi palestinesi che quel giorno invadevano Israele dicevano al mondo che massacrare gli ebrei in massa era nuovamente possibile. I loro smartphone e le loro bodycam, restituendo le immagini delle decapitazioni e dei bambini bruciati vivi, raccontavano che lo sterminio degli ebrei tornava a essere una possibilità realizzabile, se solo ci fosse stato qualcuno disposto a metterlo in atto e nessuno disposto a impedirlo. E’ stato l’inizio di una nuova era della persecuzione degli ebrei. Che non cominciava con quei massacri, ma con la diffusione dell’idea che tali massacri “non venivano dal nulla”, come oscenamente dichiarò il Segretario Generale dell’Onu. È vero, non venivano dal nulla. Venivano dalla volontà genocida antiebraica dell’Iran, che da decenni arma e foraggia Hamas, Hezbollah, gli Houthi, nel progetto di accerchiare e cancellare lo “Stato sionista”. Manifestare “contro la guerra di Gaza” e “per fermare Israele” (“fermare Netanyahu” è un modo ipocrita per dire la stessa cosa) significa pretendere che Israele e gli ebrei accettino, nella noncuranza della comunità internazionale, la vittoria di Hamas, la sopravvivenza di un nemico che vuole distruggerli. Chi manifesta oggi “per Gaza” avrebbe potuto subito intervenire per imporre ad Hamas di rilasciare gli ostaggi, ma non lo ha fatto. Avrebbe potuto imporre ad Hamas di consegnare le armi, ma non lo ha fatto. Al contrario: ha plaudito ai mandati di cattura della Corte Penale Internazionale contro Nethanyau e Gallant, la cui esecuzione è oggi caldeggiata dalla piattaforma della manifestazione del 7 giugno. Noi proviamo profondo dolore per tutte le sofferenze e i morti di questa guerra, per le tante famiglie distrutte. Proviamo dolore per tutte le vittime. Tutte. Anche per quelle del 7 ottobre e per i tanti coraggiosi giovani soldati israeliani caduti per il loro popolo. Ma sappiamo anche a chi imputarle: ad Hamas, che sin dall’inizio ha cinicamente pensato di combattere la sua guerra usando come scudi umani gli ostaggi e i propri stessi fratelli. Noi sappiamo e denunciamo che l’obiettivo di questa guerra da parte del fondamentalismo islamico e dell’Iran è la distruzione non semplicemente dello Stato d’Israele ma degli ebrei. Di ogni ebreo. Non è un nostro pensiero. E’ quanto essi stessi dicono e proclamano da tempo, ed è la sola e vera intenzione genocidaria in atto. Se Hamas si arrendesse i palestinesi sarebbero al sicuro. Gli ebrei invece devono essere annientati in quanto tali. Qual è e di chi è, allora, la volontà genocidaria? La campagna di biasimo, di diffamazione, di delegittimazione contro Israele e gli ebrei, oggi in atto in un occidente cieco e autolesionista, sta dando un aiuto impensabile a questo disegno, i cui frutti copiosi e tremendi vediamo ogni giorno anche in Italia, con la diffusione delle più repellenti manifestazioni di odio antiebraico: dalle scritte sulle vetrine in stile Germania anni Trenta all’interdizione di ristoranti e negozi ai “sionisti”. L’Europa che fu della Shoah si accorse dopo, troppo tardi, di esserlo stata. Quell’Europa che se ne accorse troppo tardi sta gridando a voi, manifestanti del 6 e del 7 giugno, e a chi in Europa vi appoggia, di non accorgervene troppo tardi.     Giuseppina Albanese Gregory Alegi Magdi Cristiano Allam Francesco Alleva Maria Teresa Anfossi Matteo Angioli Dora Anticoli Mirko Anticoli Johanna Arbib Francesco Ardito Beppe Attene Gianluca Baldini Tiziana Balma Monica Bartoli Maria Luisa Bartoloni Andie Hortai Basana Pierluigi Battista Alan David Baumann Rodolfo Belcastro Rosina Bentura Gianpaolo Bergandi Maurizio Bernardo Pasqualina Bersaglia Massimo Bertolami Raffaele Besso Marta Binda Andrea Bitetto Paolo Boggiato Angelo Bolaffi Kishore Bombaci David Bonfiglioli Ausilia Bongio Margherita Boniver Anna Bono Anna Borioni Ilaria Borletti Buitoni Luciano Bozzo Piero Bretto Marco Beniamino Brioschi Daniel Buaron Silvia Bublil Dimitri Buffa Elio Cabib Laura Calasso Ornella Calasso Daniele Capezzone Mario Carboni Antonio Cardellicchio Gesuino Cardu Rossella Carotenuto Davide Cavaliere Marina Caviglia Giuliano Cazzola Francesca Immacolata Chaouqui Miriam Chiaffoni Bruno Chiavazzo Fabrizio Cicchitto Carlo Coen Marcella Collu Roberta Collu Gianluca Conenna Tommaso Congedo Carla Rebecca Corsi Rosangela Cuccui Antonluca Cuoco Samuele Dadusc Carmen Dal Monte Klaus Davi Massimo De Angelis Roberto Deangelis Domenico De Cristofaro Biagio de Giovanni Pietro Del Re Alexandre Del Valle Marco Della Rocca Ruben Della Rocca Tiziana Della Rocca Livio De Pas Claudio Desirò Giancarlo Di Castro Sharon Di Nepi Simona Di Nepi Settimio Di Porto Carlotta Or Diamanti Luigi Yitzhak Diamanti Maurizio Aharon Diamanti Mario Di Segni Fiona Diwan Jack Diwan Martino Domenica Antonio Donno Ruth Dureghello Maria Luisa Eguez Michela Ebreo David Elber Enrico Ellero Costanza Esclapon de Villeneuve Deborah Fait Piercamillo Falasca Angela Falco Daniele Fargion Maria Ferrante Elisabetta Ferreli Giuliano Ferrara Niram Ferretti Davide Filippi Ruth Fiore Roberto Fiorentini Luigi Florio Paolo Eliezer Foà Cristina Franco Flavia Fratello Anita Friedman Adelindo Frulletti Andrea Furcht Adalgisa Fusani Giulia Gallucci Alberto Gamberni Chiara Garegnani Elisa Garfagna Bruno Gazzo Davide Giacalone Giovanni Giacalone Carlo Giovanardi Mariano Giustino Giulio Gomes Rekha Gomes Lidano Grassucci Nathan Greppi Carla Guastalla Guido Guastalla Paolo Guzzanti David Hassan Giuseppe Jacob Hassan Susanne Holm Federica Iaria Giuliana Iurlano Andrea Dario Jarach Ute Jeremias Paola Kafira Mario Klein Andrea Lattes Marco Leati Giovanni Leghissa Walter Lento Cinzia Leone Maria Teresa Leone Simone Lenzi Roberto Levi Carlos Levy Paolo Liguori Alessandro Litta Modignani Angelo Lodati Antonino Maria Lo Grasso Francesca Longhin Giancarlo Loquenzi Paolo Macry Ciro Maddaloni Emanuela Maria Mafrolla Lorenzo Maggi Corrado Maggia Carlo Maglie Stefano Magni Gualtiero Magnifico Michele Magno Tiziana Maiolo Alexander Mairov Elena Mairov Assi Enrico Mairov Maximilian Mairov Ermanno Malaspina Grazia Manna Alfonso Margani Gigliola Mariani Massimo Martini Primo Mastrantoni Donatella Mastrovalerio Alessandro Matta Gianluigi Mazzufferi Maria Medici Walker Meghnagi Claudio Melchiorre Giulio Meotti Sabrina Messina Shaul Patrick Mimon Sheila Mires Franco Modigliani Alessandra Moneta Caglio Antonino Monteleone Paola Mora Roberto Morandi Silvia Morelli Marco Morello Pasqualino Mormile Assuntina Morresi Claudio Moscati Davide Muggioli Pino Musolino Andrea B. 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