«È la Pearl Harbour della Russia»: l’Operazione Ragnatela di Kiev e la possibile risposta nucleare di Mosca

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L’hanno chiamata Operazione Ragnatela. E l’hanno costruita in modo certosino, come un ragno costruisce la sua tela. Per poi colpire nel momento giusto. Con la distruzione di una quarantina di bombardieri strategici (Tu-95 detto “Orso” e Tu-22m3) e velivoli di sorveglianza A-50, equivalenti degli Awacs, colpiti a terra in basi all’interno della Russia, fra cui l’aeroporto di Belaya in Siberia orientale, ai confini della Mongolia l’Ucraina ha dimostrato che la Russia è vulnerabile. E ha messo una pistola sul tavolo delle trattative di Istanbul. E ora si attende la risposta di Vladimir Putin. Secondo le regole di Mosca un assalto del genere è sufficiente ad autorizzare una risposta atomica. E c’è chi già ne parla su Telegram.Vasyl MalyukL’Operazione Ragnatela è stata condotta da Vasyl Malyuk, capo dello Sbu, i servizi segreti ucraini. Lo stesso uomo che ha ideato l’attentato ad Aleksandr Dugin e altre missioni sul suolo russo. Ha usato droni acquistati per poche centinaia di dollari e ha trasformato camion in piattaforme mobili per lanciarli. Poi li ha fatti arrivare vicino ai target e ha colpito. Una tattica che potrà essere adottata anche in mare, spiega oggi il Corriere della Sera. E che, sul modello israeliano, ha visto l’impiego dell’intleligenza artificiale. Prima addestrandola a riconoscerli. E poi facendole eseguire algoritmi di attacco in picchiata. Sulla base di modelli dell’epoca sovietica esposti in un museo dell’aviazione a Poltava. Erano aerei utilizzati a partire da febbraio 2022 per bombardare città ucraine.Frontelligence InsightUn ex ufficiale di Kiev che ora dirige il gruppo di analisti Frontelligence Insight spiega a Repubblica che i danni «riducono le capacità strategiche della Russia ossia la sua capacità di proiettare potenza a livello globale, la sua capacità di sferrare attacchi nucleari e la postura militare complessiva in Eurasia». Uno degli obiettivi colpiti è la base aerea di Belaya, nell’oblast russo di Irkutsk, a più di 4 mila chilometri dall’Ucraina. Il raggio d’azione ha colpito dalla Siberia al confine con la Nato. I droni sono stati assemblati vicino al confine con il Kazakistan. E secondo Kiev gli agenti che hanno colpito sono rientrati tutti in patria. Mosca invece sostiene di averli arrestati.La rappresagliaOra si attende la rappresaglia russa. Anche perché Kiev ha colpito persino una base di sottomarini nucleari dotati di missili balistici. Mentre per rimpiazzare gli aerei distrutti ci vorranno almeno cinque anni. E un costo tra i 4 e i 7 miliardi di euro. «È la nostra Pearl Harbor», ha scritto Roman Alekhin, uno dei blogger militari russi più seguiti. E, spiega La Stampa, la risposta potrebbe consistere in un ordigno nulceare tattico da far esplodere nel Mar Nero. Ovvero nell’Isola dei Serpenti, occupata da Mosca all’inizio dell’invasione e poi riconquistata da Kiev. La Russia non crede che gli ucraini abbiano fatto tutto da soli. Parla di un ruolo del Regno Unito e del paesi baltici. Volodymyr Zelensky, che si è attribuito la supervisione dell’attacco, nei giorni scorsi aveva detto che «bisogna portare la guerra lì da dove era arrivata, in Russia».Le armi nucleariMa una risposta atomica potrebbe portare a conseguenze imprevedibili per Mosca. Nell’ottobre 2022 l’allora comandante in capo ucraino, il generale Zalyuzhny, aveva scritto: «L’uso di armi nucleari tattiche non sarebbe un problema nostro, ma di tutto l’Occidente». Mentre Putin sa che colpire ancora civili comprometterebbe i rapporti con Donald Trump. Forse si limiterà a una replica con armi convenzionali, come il gigantesco missile Oreshnik che a novembre terrorizzò Dnipro. Ma nessun scenario può essere escluso.Pavel Aksenov, esperto di aeronautica militare della Bbc Russian, dice oggi a La Stampa che «fino ad ora gli attacchi venivano sferrati dal territorio ucraino, con droni che hanno una gittata limitata. Chi si aspettava un attacco così a Irkutsk? Non penso che le basi fossero totalmente senza protezione: ci sarà sicuramente una qualche forma di sorveglianza che protegge il perimetro e impedisce l’accesso. Se un sabotatore avesse voluto incendiare un aereo, avrebbe dovuto scavalcare la recinzione, avvicinarsi e lanciare una granata o qualcosa del genere. Ma che qualcuno potesse fare arrivare droni fino a lì, questo non se lo aspettava nessuno».La guerra continuaMa queste perdite, spiega l’esperto, non avranno un grande impatto nel breve periodo: «I bombardieri rimasti sono più che sufficienti per colpire obiettivi in Ucraina. Tuttavia, difendere ogni installazione militare all’interno del territorio russo comporterà costi enormi. Parliamo di sistemi di difesa aerea, guerra elettronica, e soprattutto risorse organizzative e umane. Qualcuno ha persino detto che si dovrebbero costruire ripari per gli aerei. Ma è un conto costruire un riparo leggero per un caccia, e un altro costruirne uno per un bombardiere strategico. In teoria si può fare, ma servirebbe un hangar completo con portoni a battente, perché un drone può entrare anche in un riparo semplice. Quindi, qualsiasi misura di questo tipo costerebbe moltissimo».Il sistema di deterrenzaIl sistema è stato danneggiato, sì, ma «non in maniera significativa. La vera base della deterrenza sono i missili balistici intercontinentali. I missili da crociera lanciati dai bombardieri sono più legati all’uso tattico o alla deterrenza verso l’Europa». L’ambasciatore Stefano Stefanini ha spiegato che sul piano militare è stato il contrattacco perfetto. Perché se i russi hanno una superiorità numerica sul terreno, l’Ucraina ha scelto di colpire lì dove non conta il numero di uomini ma la superiorità tecnologica e l’intelligence. Secondo l’ambasciatore il messaggio a Vladimir Putin è «accontentati, incassa quello che hai già preso, lasciaci il resto e la nostra indipendenza. Altrimenti continueremo a essere un nemico irriducibile». E se Putin non si rassegnerà alla pace, loro continueranno la guerra. Con tutti i mezzi occidentali necessari.L'articolo «È la Pearl Harbour della Russia»: l’Operazione Ragnatela di Kiev e la possibile risposta nucleare di Mosca proviene da Open.