Stefano Addeo, il 65enne professore di tedesco del liceo Enrico Medi di Cicciano (Nola) che ha augurato alla figlia di Giorgia Meloni la stessa sorte di Martina Carbonaro, era scosso già domenica sera. Per questo ieri, lunedì 2 giugno, ha tentato il suicidio. «Ho dovuto chiudere gli infissi di casa, dalla strada mi stanno lanciando di tutto. Ci sono motorini che girano e gridano: assassino, assassino, assassino», aveva detto a un giornalista. Per questo aveva chiesto un incontro alla premier. E lei la aveva dato indicazioni di far pervenire la sua disponibilità. Poi il cocktail di alcool e psicofarmaci e la flebo di fisiologica. Con il sospetto, scrive oggi Il Giornale, di una messinscena.Il tentato suicidio di Stefano AddeoPrima di assumere whisky e barbiturici Addeo ha telefonato alla dirigente scolastica del suo istituto. Proprio per annunciarle il gesto. Lei ha avvertito i carabinieri. «Non sto bene, ho ingerito dei farmaci. Non ce l’ho fatta e ho ceduto», ha detto a Repubblica mentre era ancora al pronto soccorso. E ancora: «Non ho retto a tutto l’accanimento mediatico che c’è stato nei miei confronti. Ho commesso un errore, ma non dovevo essere crocifisso in questo modo, mi hanno linciato». Il post era stato pubblicato venerdì sera da Addeo e poi cancellato la mattina successiva. «Sono senza fiato, la mia famiglia è sconvolta. Io sto malissimo, ho paura che mi venga un infarto», aveva aggiunto sempre domenica. La Direzione scolastica regionale è al lavoro sulle sanzioni. Si parla anche di licenziamento.La lavanda gastricaIl Giornale invece scrive che anche se è stato portato in codice rosso all’ospedale non ha mai perso i sensi e si è rifiutato di sottoporsi alla lavanda gastrica. «Senza fare i maligni, ma il dubbio di una messa in scena viene», commenta Maria Corbi sul quotidiano. Perché, spiega, sarebbe in linea con il profilo del personaggio. Il Mattino riporta le parole di Addeo: «Ho assunto diversi farmaci, è una situazione che non riesco a sostenere, mi sono rifiutato di sottopormi alla lavanda gastrica e ora la polizia vuole parlarmi». E precisa che si è rifiutato di sottoporsi alla lavanda gastrica soltanto in un primo momento. Poi i medici gliel’hanno praticata in serata. Per i risultati delle analisi sulle sostanze ingerite servirà del tempo.Le indaginiIntanto quel post ha portato a due indagini. Una della procura di Roma e una del ministero dell’Istruzione e del Merito. Il docente rischia una sanzione disciplinare anche severa: dalla censura alla sospensione, fino al licenziamento. Intanto Silvia Brena, giornalista e cofondatrice, con la professoressa Marilisa D’Amico, di Vox Osservatorio italiano sui Diritti, che ha pubblicato l’ottava mappa dell’intolleranza, spiega a Repubblica che nei confronti di Addeo si è scatenata quella che su internet viene chiamata “Shitstorm”: «È l’odio che si autoalimenta. Ho letto che il docente ha parlato delle aggressioni che ha subito. Dal mio punto di vista, siamo davanti a una totale superficialità. Come puoi pensare che un post di quel tipo non susciti indignazione?»La shitstorm«In realtà, dalle nostre analisi, quello che noi e gli psicologi riscontriamo drammaticamente è questa sorta di deresponsabilizzazione sui social. E le donne rappresentano la categoria più colpita in assoluto: ci troviamo di fronte a una misoginia devastante», aggiunge D’Amico. Il concetto di base è «l’odio online. Che è pervasivo e assume mille rivoli diversi. Stavolta la shitstorm (una tempesta di insulti, ndr) si è scatenata su di lui. E a tutti gli effetti è stato un fenomeno d’odio. Perché è un meccanismo che si autoalimenta. L’odio si autoalimenta. Sappiamo benissimo che sui social l’algoritmo privilegia la polarizzazione, e che il messaggio negativo suscita like più immediati».L'articolo Il tentato suicidio di Stefano Addeo: «Forse una messinscena, aveva rifiutato la lavanda gastrica» proviene da Open.