Secondo David Parenzo l’offensiva di Israele a Gaza è «una sporca guerra. Iniziata e voluta il 7 ottobre da Hamas, non da Israele». Lui, dice, non fa altro che guardare le foto dei bambini uccisi a Gaza: «E se qualcuno pensa che per il fatto di essere ebreo quelle immagini mi facciano meno male di quanto me ne farebbero se i bambini uccisi fossero israeliani, quel qualcuno è fuori di testa». Ma, sostiene, la guerra la sta vincendo Hamas: «Nella società delle immagini le immagini sono tutto. Su questo fronte, Hamas ha già vinto e Israele ha già perso».Il massacro del 7 ottobreIl giornalista e conduttore radio e tv parla in un’intervista rilasciata a Tommaso Labbate per il Corriere della Sera. E ricorda di aver visto «anche le immagini del massacro del 7 ottobre che Israele non ha voluto diffondere per tutelare le vittime e le loro famiglie. Ho visto questo documento di un’ora insieme ad altri giornalisti al chiuso dell’ambasciata israeliana a Roma, col divieto assoluto di fare riprese. Lo sa qual è la parte del filmato che non riesco a cancellare dalla testa? Le immagini dei bambini israeliani rapiti da Hamas in un kibbutz, separati dai genitori e messi in una stanza attigua: in una stanza i genitori venivano torturati e poi uccisi, nell’altra c’erano i bambini costretti ad ascoltare tutto. Questo succedeva prima dei bambini uccisi a Gaza. Senza questi morti non ci sarebbero stati quelli di Gaza».NetanyahuBenjamin Netanyahu, dice, «è un leader che non voterei mai. Ma è il capo del governo di un paese democratico che ha tutti i pesi e i contrappesi delle democrazie. Non un autocrate, men che meno un dittatore». Il premier israeliano, se venisse sul suolo italiano, secondo lui andrebbe arrestato: «Per il rispetto delle leggi e degli accordi internazionali, dovrebbe. Ma visto il contesto in cui sono state costruite le prove a suo carico, sarebbe comunque una decisione politica». Parenzo ha appena scritto Lo scandalo Israele, in uscita per Rizzoli. Racconta che ha avuto un passato da posteggiatore abusivo: «A sedici anni, nel periodo del grande Padova di Nanu Galderisi e Angelo Di Livio, dove giocava anche l’americano Alexi Lalas, lo Stadio Euganeo non era distantissimo da casa mia. Quando c’erano le partite in casa col tutto esaurito, mettevo a disposizione tre posti macchina nel passo carraio in cambio di una piccola mancia».“Due popoli, due democrazie”Parenzo dice di non credere più alla formula “Due popoli, due stati”: «L’unica strada è “due popoli, due democrazie”». E quando si vuole definire, si ritrae così: «Sono padovano, veneto, italiano, europeo e super europeista, ebreo». Ebreo viene per ultimo: «Proprio come disse Henry Kissinger scontrandosi con Golda Meir nei colloqui tra Israele e Stati Uniti durante la guerra dello Yom Kippur. Alla premier israeliana, che infastidita per l’iniziale lentezza degli aiuti dell’amministrazione Nixon aveva fatto notare a Kissinger che “lei è ebreo come noi”, lui aveva risposto: “Prima di tutto sono cittadino statunitense, poi sono il segretario di Stato e infine sono anche ebreo”. E Meir: “Appunto. Come sa, noi leggiamo da destra a sinistra”». Infine: «Israele vuole sempre la pace. La pace con l’Egitto e gli accordi di Abramo con gli Emirati Arabi, che resistono anche dopo il 7 ottobre, sono là a testimoniarlo».L'articolo David Parenzo e la “sporca guerra” di Israele: «Hamas sta vincendo» proviene da Open.