Per ora il pericolo è scongiurato. La Corte d’Appello ha annullato la decisione della Us Court of International Trade, che ieri aveva bloccato i dazi di Donald Trump bollandoli come illegali. Ma il contenzioso continuerà e la prossima udienza è prevista a giugno. Mentre molto probabilmente la decisione finale spetterà alla Corte Suprema, che ha sì sei giudici su nove di orientamento conservatore (e 3 nominati dallo stesso Trump), ma ha anche ben presente la differenza tra la storia degli Stati Uniti nel free trade e la tendenza (suicida?) all’autarchia dell’attuale presidente. Così come i mercati (e i giornali) cominciano a comprendere perché il soprannome “Taco” si adatta così bene a un tycoon che sembra sempre più indeciso di fronte alle pressioni dei mercati.Trump Always Chickens OutIl soprannome Taco è l’acronimo di “Trump Always Chickens Out” (Trump se ne sta sempre alla larga). E la Taco Theory nasce da Robert Armstrong, editorialista del Financial Times. Il quale si è accorto della tendenza di Trump a rivedere le proprie decisioni quando causano troppi sconvolgimenti agli indici di Borsa. Gli investitori «si stanno rendendo conto che l’amministrazione statunitense non ha un’alta tolleranza per le pressioni economiche e di mercato, e che farà presto marcia indietro quando i dazi causeranno danni. È la Teoria del Taco: Trump se ne sta sempre alla larga». Come è successo ad aprile: listini in crollo fino all’annuncio della sospensione dei dazi. E poi di nuovo a maggio: prima l’annuncio delle tariffe contro l’Ue in vigore dal primo giugno. Poi, 48 ore dopo, la sospensione fino al 9 luglio.Cosa c’è dietroDietro questi repentini cambiamenti di idee non c’è un’indecisione di fondo,, ma la sensibilità dell’imprenditore alle fluttuazioni del mercato. E la teoria del Taco viene ormai anche citata dagli analisti finanziari. Mentre il presidente non ci sta: «Mi sto tirando indietro? Non esiste», ha risposto a un giornalista che gli chiedeva conto del soprannome. «Si chiama negoziazione», ha precisato. Mentre, ricorda l’Afp, per Steve Sosnick di Interactive Brokers, la strategia è un «modo non politico per i mercati di smascherare il bluff dell’amministrazione». E infatti nelle prime settimane agli annunci dei dazi Wall Street reagiva in modo molto negativo. Ora, spiega Sam Burns, analista di Mill Street Research, i mercati si sono accorti che le decisioni sono «facilmente reversibili o inaffidabili».La Borsa, i dazi, le sentenzeE infatti la Borsa di New York non ha reagito in maniera isterica né di fronte alle minacce nei confronti dell’Ue, né per le sentenze che hanno bloccato e poi riammesso i dazi. Ma adesso anche i giudici si stanno muovendo. E potrebbero diventare il granello di sabbia che fa inceppare l’ingranaggio. La Uic ha ordinato l’annullamento dei dazi ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act (Ieepa). Invalidando il dazio universale del 10% su quasi tutte le importazioni e quelli “reciproci” nei confronti di 60 paesi. E poi quelli del 25% su Canada e Messico, giustificati dalla lotta all’immigrazione e al Fentanyl. Perché i giudici pensano che il presidente abbia oltrepassato i limiti della legge del 1977. Secondo la quale i poteri straordinari possono essere invocati solo in presenza di minacce «inusuali e straordinarie».Cosa può succedere adessoSecondo il consigliere per il commercio di Trump, Peter Navarro, l’amministrazione «risponderà con forza» alla sentenza del tribunale e «troverà il modo di imporre i dazi anche se dovesse perdere la battaglia legale». Ma se il governo perderà in appello, dovrà rimborsare gli importatori per i dazi riscossi nel frattempo. Si attende un verdetto di massima entro poche settimane. E poi un bis alla Corte Suprema. E senza dubbio questo avvantaggia le controparti come Ue e Cina. Che possono temporeggiare in attesa delle decisioni dei giudici. Oppure spuntare un accordo migliore perché l’amministrazione potrebbe avere paura di un verdetto sfavorevole. E questo fa un po’ a botte con l’idea del Make America Great Again.L'articolo I dazi, i giudici, la paura dei mercati: cosa c’è dietro la strategia del Taco di Donald Trump proviene da Open.