L’ex assistente personale di Puff Daddy, a processo per traffico sessuale e violenza, ha testimoniato che l’ex magnate dell’hip-hop l’ha aggredita sessualmente. Dal racconto pare che il producer l’ha gettata in piscina, le ha rovesciato un secchio di ghiaccio in testa e le ha sbattuto il braccio contro una porta, durante gli otto anni di servizio giorno e notte. La donna ha testimoniato giovedì 29 maggio al processo sotto lo pseudonimo di “Mia”. Ha affermato che l’imputato le ha infilato una mano sotto il vestito, l’ha costretta a praticare sesso orale ed è salito sul suo letto per fare sesso con lei contro la sua volontà.“Non potevo dirgli niente”, ha detto Mia, raccontando ai giurati di essersi sentita “terrorizzata, confusa, vergognata e spaventata” quando Combs l’ha violentata. Le aggressioni, ha detto, erano imprevedibili “sempre casuali, sporadiche, così stranamente distanziate che pensavo non si sarebbero mai più verificate”.Se non fosse stata chiamata a testimoniare, Mia ha detto: “Sarei morta per questo. Non volevo che nessuno lo sapesse mai”. Parlando lentamente e con esitazione, Mia ha descritto l’ex datore di lavoro come un controllore severo che anteponeva i suoi desideri al benessere del personale e dei propri cari. Ha detto che Puff Daddy la rimproverava per gli errori, anche quelli commessi da altri dipendenti, e le caricava addosso così tanti compiti che non la facevano dormire per giorni.“Era caotico. Era tossico”, ha detto Mia, che ha lavorato per il produttore dal 2009 al 2017, incluso un periodo come dirigente presso il suo studio cinematografico: “Poteva essere emozionante. Gli alti erano davvero alti e i bassi davvero bassi”.Alla domanda su cosa determinasse lo svolgimento delle sue giornate, Mia ha risposto: “L’umore di Puff”, usando uno dei suoi tanti soprannomi. Mia ha detto che i dipendenti erano sempre tesi perché l’umore del datore di lavoro poteva cambiare “in una frazione di secondo”, facendo passare tutto da “felice a caotico”. Ha detto che Puff Daddy una volta le ha lanciato un computer addosso perché non riusciva a connettersi al Wi-Fi.La testimonianza della vittima si è unita a quelle di altri assistenti personali di Puff Daddy e della sua ex fidanzata Cassie Ventura, che lo hanno descritto come “esigente, mutevole e inclini alla violenza”. È la seconda di tre donne che hanno affermato di essere state sessualmente abusate da Combs.L'articolo “Puff Daddy mi ha infilato la mano sotto il vestito e costretta a un rapporto orale. Usava violenza sempre”: pesantissime accuse dall’ex assistente in tribunale proviene da Il Fatto Quotidiano.