Gaza, Hamas respingerà proposta cessate il fuoco. Ben Gvir: “Intervenire con tutta la nostra forza”

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IN AGGIORNAMENTO – Hamas respingerà l’ultima proposta statunitense per un nuovo accordo di cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi. Lo ha dichiarato alla Bbc un alto funzionario del gruppo palestinese, il quale ha spiegato che la proposta non soddisfa le richieste fondamentali, tra cui la fine della guerra, e che avrebbe risposto a tempo debito.La proposta di Steve Witkoff prevede un cessate il fuoco di 60 giorni con il presidente Trump nel ruolo di garante sul fatto che Israele non lo violi; il rilascio da parte di Hamas di 10 ostaggi vivi e 18 salme in cambio della liberazione da parte di Israele di detenuti palestinesi e la restituzione di corpi di gazawi morti; l’invio immediato di aiuti a Gaza e la loro distribuzione attraverso canali concordati, che includeranno le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa; lo stop delle attività militari di Israele nella Striscia e il ridispiegamento delle truppe nel nord di Gaza e nel corridoio di Netzarim; l’inizio di negoziati per un cessate il fuoco permanente e la comunicazione di Hamas di informazioni complete su ciascuno degli ostaggi che rimarrebbero ancora prigionieri dopo l’accordo.Il testo della proposta è stato condiviso e verificato dal Times of Israel. Ben Gvir: “Dopo no di Hamas, intervenire con tutta la nostra forza a Gaza”“Signor primo ministro, dopo che Hamas ha nuovamente respinto la proposta di accordo, non ci sono più scuse per nessuno per continuare con questo pasticcio a Gaza. Abbiamo già perso abbastanza occasioni. È ora di intervenire con tutte le nostre forze per distruggere e uccidere Hamas”. È quanto scrive in un post su X il ministro della Sicurezza nazionale e leader dell’ultradestra israeliana Itamar Ben Gvir, dopo la notizia secondo cui il gruppo palestinese avrebbe rifiutato la proposta dell’inviato statunitense Steve Witkoff per un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia. Lutto in Italia per i morti a GazaOggi alle ore 15 le campane delle chiese di Padova suoneranno le campane “a lutto” per ricordare le vittime di ogni violenza e guerra. “Sono passati quasi 20 mesi dal 7 ottobre 2023, una data che ha segnato una nuova escalation del conflitto a Gaza – scrive in una nota la Diocesi di Padova – in questi mesi sono state tantissime le iniziative di richiesta di pace organizzate da diverse realtà civili e religiose in tutto il mondo e anche la Chiesa di Padova si è fatta protagonista e portavoce in svariate occasioni per chiedere la pace nei troppi luoghi di guerra nel mondo, dai più evidenti ai più dimenticati. Oggi cresce l’appello per la pace in Terra Santa dove quotidianamente si consuma un tragico sterminio della popolazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. Questa drammatica situazione richiama le coscienze a una riflessione ulteriore e costante”.Il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, dichiara: “Come Chiesa di Padova vogliamo fare ancora più nostro l’impegno per la pace rilanciato da Papa Leone XIV per ‘una pace disarmata, una pace disarmante, umile e perseverante’ e per questo invitiamo le comunità a intensificare la preghiera e le occasioni di riflessione. Con la fine di questo mese dedicato tradizionalmente alla Madonna, lanciamo la proposta ‘Preghiera: ponte di pace!’. La preghiera, infatti, per il credente è il primo strumento di pace. La preghiera ci mette in ascolto del grido di chi soffre e così possiamo farci carico della sofferenza altrui in maniera efficace. Con la preghiera chiediamo a Dio la sua pace e la forza di essere autentici costruttori”.