La parafilia di Alberto Stasi, il “video intimo” e il movente dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco

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La parafilia è in ambito psichiatrico la tendenza ad avere interesse sessuale per per situazioni o stimoli insoliti o non tradizionali. A differenza dei disturbi parafilici, queste disfunzioni non sono considerate patologiche. Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, secondo gli psicologi del carcere di Bollate potrebbe avere questa condizioni. Anche se gli stessi dottori dicono che ne esistono solo tracce. E soprattutto, che Stasi non mostra i «requisiti che normalmente conducono alla diagnosi di vero e proprio disturbo parafilico». Eppure proprio questa condizione potrebbe essere collegata al movente del femminicidio della fidanzata.La parafiliaA parlare delle consulenze depositate agli atti del tribunale di sorveglianza di Milano oggi è il Giornale. Precisando subito che nonostante le relazioni i giudici nel marzo scorso hanno concesso a Stasi la semilibertà. Eppure la sentenza che ha condannato Stasi (dopo cinque gradi di giudizio e due assoluzioni), in assenza di un movente preciso per l’omicidio, ha spesso citato la passione del condannato per la pornografia online. Un’ipotesi di collegamento che invece gli psicologi sembrano dare per accertata. Gli psicologi tornano a indicare «movente o quanto meno l’occasione del delitto» «nella ossessiva visione di materiale pornografico fino alla sua meticolosa catalogazione nel pc, con tratti francamente eccessivi anche per un giovane alla scoperta della sessualità».Il materiale pornograficoD’altro canto anche la Cassazione dice che Stasi deteneva sul suo computer «migliaia di immagini e file a contenuto pornografico, in quanto tali leciti, tutti classificati e catalogati». Anche se i giudici del Palazzaccio parlano di «detenzione inconsapevole» per i file a contenuto pedopornografico. Per la cui detenzione è stato assolto. E che probabilmente non ha nemmeno mai visto. I frammenti di file trovati sul pc di Stasi erano «incompleti e non coordinati tra loro, in quanto tali non visionabili». Inoltre «erano allocati in una parte del computer in cui non vi è prova, anche alla luce dei programmi software di cui disponeva, che lo Stasi potesse accedere».Il video intimoMa c’è un altro tema collegato che è riemerso in questi giorni. Ed è quello del video intimo che ritrae gli allora fidanzati. A parlarne, come ha rivelato il settimanale Giallo, è stato il fratello di Chiara, Marco, durante un interrogatorio che risale al 18 ottobre 2007. Marco dice che del video ha avuto sentore un anno prima del delitto. Poggi parla di un servizio di un tg dell’epoca in cui si parlava del video:«Era presente mio padre, che ascoltando la notizia dell’esistenza di un filmato, replicava dicendo che i giornalisti stavano diffondendo un’altra bugia. Replicai all’affermazione di mio padre riferendogli che la notizia era in parte vera in quanto ero a conoscenza dell’esistenza di un video che riprendeva Alberto e Chiara».La testimonianza di MarcoE spiega: «Effettivamente circa un anno prima, ma non sono in grado di indicarvi esattamente la data né tantomeno il mese, nel portarmi presso la camera da letto di mia sorella per poter utilizzare il computer per navigare in internet, constatavo che la Chiara aveva lasciato accesso il computer e lo stesso era ancora collegato in Internet. Preciso che nel contempo Chiara che si trovava nel salone, mi riferiva che stava scaricando un file dal computer di Alberto con il quale era collegato via internet tramite il programma Msn». Ovvero, Messenger di Microsoft. Che all’epoca consentiva anche lo scambio di file tra utenti.La finestra apertaE ancora: «Dalla finestra del programma Msn aperta, ho letto i messaggi che si sono scambiati in quell’accasione Chiara ed Alberto. Non ricordo, visto il tempo trascorso, esattamente i messaggi dei due ma posso solo dirvi che dal loro contenuto, anche se non completamente esplicito, intuì che il file che Chiara stava scaricando in quell’occasione doveva contenere immagini relative alla loro intimità». Marco fa anche un’ipotesi su dove sia stato girato: «Non ho avuto la certezza in quanto non ho visto alcuna immagine del video né in quell’occasione né nei giorni successivi. Ricordo che nel periodo immediatamente antecedente a quanto sopra riferitovi, Chiara ed Alberto erano stati in vacanza per alcuni giomi in Spotorno, in Liguria, dove Alberto è proprietario di un abitazione».La risposta di AlbertoInfine, «dopo i funerali della Chiara, durante una mia visita presso il cimitero di Pieve Albignola (PV) in compagnia di Alberto e dei miei genitori, ho chiesto ad Alberto se era in possesso di qualche video in cui era stata ripresa mia sorella aggiungendo altresì che avevo avuto modo di intuire dell’esistenza almeno di un video», sostiene Marco. Stasi «confermava dell’esistenza di questo video, e sorridendomi mi diceva che lo stesso era attinente alla loro intimità. Alberto precisava che non essendo in possesso di una videocamera, aveva registato quell’unico video con una fotocamera digitale per cui le immagini non erano proprio nitide».La richiestaInfine, la richiesta: «Rappresentai ad Alberto il mio desiderio di avere quel video di mia sorella e se lo stesso poteva eliminarvi le scene intime dei due. Alberto mi rispose che non era in grado di eliminarle, per cui mi avrebbe consegnato l’intero filmato, in quanto, ero, a suo dire, più bravo nell’uso del computer».L'articolo La parafilia di Alberto Stasi, il “video intimo” e il movente dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco proviene da Open.