Suzuki entra nel mondo dell’elettrico con una vettura che non segue le mode ma cerca di rispettare la propria identità tecnica. La nuova eVitara è la prima BEV del costruttore giapponese, nata da una piattaforma condivisa con Toyota e pensata per un utilizzo urbano ma con qualche ambizione in più. Il marchio ha scelto di realizzarla partendo dall’India, mantenendo però al centro della progettazione alcuni concetti chiave: la guidabilità, la trazione integrale (virtuale) e una certa solidità costruttiva. Dotata di batteria al ferro-fosfato da 61 kWh, la Suzuki eVitara promette sicurezza, durata e stabilità termica, sacrificando qualcosa in termini di densità energetica. La versione 4Wd monta due motori elettrici (uno per asse) e adotta una modalità Trail che migliora la trazione su fondi viscidi. Proprio su un percorso fangoso in Germania, la vettura ha mostrato un comportamento sorprendente: stabile, progressiva nella risposta, capace di partire anche da fermo senza incertezze. In pista, tra prove di handling e frenata, il telaio ha confermato una buona messa a punto. Lo sterzo si è rivelato diretto, il rollio contenuto e l’assetto neutro in uscita di curva. La versione 2Wd, provata a confronto diretto, mostra reazioni leggermente più sottosterzanti ma ben controllate dall’elettronica, che in questo caso è più presente e rassicurante. L’abitacolo è una novità per chi conosce Suzuki: materiali di buona qualità, plancia ben organizzata, display chiaro, comandi fisici per le funzioni principali e sedili ben rifiniti. Una svolta anche stilistica che segna un’evoluzione rispetto alla tradizione spartana del marchio. In Italia arriverà in versione full optional, con cerchi da 19 pollici e dotazione completa. Il prezzo sarà inferiore ai 40.000 euro per la 2Wd e poco oltre questa soglia per la 4Wd.